Provvedimenti limitativi della circolazione stradale nei centri abitati

DEMANIO E PATRIMONIO - STRADE - CIRCOLAZIONE

Il provvedimento che dispone la riapertura al traffico di un tratto stradale in precedenza chiuso per la sua pericolosità non deve limitarsi ad evidenziare le esigenze di circolazione, ma deve anche tener conto della reale situazione dello stesso tratto stradale dal punto di vista dell'ampiezza e della sicurezza.

Dal fatto che manchi la segnaletica che interdica la circolazione e la sosta dei veicoli non può dedursi che la strada è idonea al traffico veicolare.

Le strade di proprietà privata ricadenti all'interno del centro abitato sono assoggettate dall'art. 7 D. Lgs. 285/1992 agli ordinari poteri di regolamentazione assegnati al Sindaco.

È invalida la delibera comunale che regoli il traffico su una strada che abbia natura esclusivamente privata.

Il comune può disciplinare la circolazione delle aree ubicate nel territorio di riferimento anche quando non si tratta di b... _OMISSIS_ ...à comunale, ma solo assoggettati ad uso pubblico.

Il Comune può disciplinare la circolazione e la sosta veicolare su un'area che il proprietario abbia messo a disposizione dell'uso collettivo, non essendo necessaria nemmeno l'adozione di atti di natura ablatoria.

I provvedimenti che disciplinano la circolazione stradale sono riconducibili alla categoria degli atti amministrativi generali, sicché sono sottratti all'obbligo di motivazione ai sensi dell'art. 3 legge 241/1990.

E' illegittimo il provvedimento di pedonalizzazione di un'area se non sono percepibili dalla lettura del medesimo, nonchè degli atti in esso richiamati, le ragioni che hanno condotto alla concreta individuazione dell’area tra quelle da ricomprendere nel perimetro della pedonalizzazione, risultando quindi tale scelta del tutto avulsa da quel necessario contesto istruttorio e motivazionale che deve presidiare l’esercizio della potestà discrezionale riconosciut... _OMISSIS_ ...inistrazione Comunale.

I comuni hanno indubbiamente la potestà di limitare il traffico per ragioni di tutela di quegli interessi indicati dall’art. 7 del Codice della Strada, avendo la Corte costituzionale da tempo rilevato che il precetto relativo alla libertà di circolazione non preclude al legislatore la possibilità di adottare, per ragioni di pubblico interesse, misure che influiscano sul movimento della popolazione, potendo l'uso delle strade essere regolato, attraverso l’introduzione di limiti di vario tipo, sulla base di esigenze che, sebbene trascendano il campo della sicurezza e della sanità, attengono al buon regime della cosa pubblica, alla sua conservazione, alla disciplina che gli utenti debbono osservare ed alle eventuali prestazioni che essi sono tenuti a compiere, nell’ottica di una disciplina funzionale ad una pluralità di interessi pubblici meritevoli di tutela e a diverse esigenze, la quale tuttavia deve pur sempre risultar... _OMISSIS_ ... criteri di ragionevolezza.

Le limitazioni della libertà di locomozione possono trovare giustificazione nel valore primario ed assoluto riconosciuto dalla Costituzione all’ambiente, al paesaggio ed alla salute, e, quindi, nell’esigenza di tutela rafforzata di patrimoni culturali ed ambientali di rilievo.

I provvedimenti limitativi della circolazione stradale nei centri abitati sono espressione di scelte latamente discrezionali, devolute alla esclusiva competenza decisionale dell’autorità amministrativa, che coprono un arco molto esteso di soluzioni possibili, incidenti su valori costituzionali spesso contrapposti, che devono essere contemperati secondo criteri di ragionevolezza.

Se tra le ragioni che possono legittimare l’adozione di interventi limitativi della libertà di circolazione vengono individuate, dall'art. 7 del Nuovo Codice della Strada, le esigenze di prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrim... _OMISSIS_ ... ambientale e naturale, la stessa norma impone espressamente che tali esigenze siano “accertate e motivate”, dovendo pertanto le relative determinazioni indicare compiutamente a quale specifica finalità, tra quelle in astratto perseguibili, rispondano le concrete misure adottate, al contempo dando atto degli accertamenti svolti e delle motivazioni della scelta, che rendano conto della idoneità di tali misure rispetto agli scopi perseguiti.

La natura di atto di programmazione della delibera di pedonalizzazione di un'area non ne elide il carattere provvedimentale e la necessità – peraltro imposta dall'art. 7 del D.Lgs. n. 285 del 1992 - che anche tali atti siano adottati sulla scorta di una congrua istruttoria dalle cui risultanze evincere i presupposti sottesi alla scelta, non potendo il principio che mitiga l’obbligo di motivazione per tale tipologia di atti risolversi nella possibilità di prescindere dall’esternazione delle ragio... _OMISSIS_ ...ificano e dallo svolgimento di un adeguato iter istruttorio che ne individui i presupposti nella loro correlazione tra i fini perseguiti ed i mezzi adottati secondo un rapporto di adeguatezza, ragionevolezza e congruità.

Il requisito della «categoria» di cui all’art. 7 D. Lgs. 285/1992 postula in primo luogo che la P.A. si riferisca a parametri oggettivi, univoci e concretamente identificabili, riflettenti obiettive caratteristiche dei veicoli, come può essere la dimensione del pneumatico; in secondo luogo, è necessario che l’individuazione della categoria da valorizzare in concreto da parte della P.A. abbia luogo in modo logicamente coerente con gli specifici interessi pubblici da tutelare.

L’art. 6, co. 4, lett. b), D. Lgs. 285/1992 consente limitazioni alla circolazione sia «di carattere temporaneo» che «permanente», e, inoltre, che esso, nel far riferimento a «ciascuna strada o parte di... _OMISSIS_ ...on osta a che la P.A. possa avere riguardo, agli stessi fini, anche a un ambito spaziale più ampio, purché oggettivamente delimitato, quale appunto quello di una Z.T.L..

Non è necessario che le «categorie» veicolari da considerare ai sensi dell’art. 7 D. Lgs. 285/1992 debbano costituire un mero riflesso automatico delle caratteristiche delle strade cui la P.A. ha riguardo nel momento in cui emana il provvedimento di limitazione del traffico.

Non vi è alcuna ragione per ritenere che le «categorie» cui ha riguardo l’art. 7 D. Lgs. 285/1992 debbano necessariamente corrispondere alle classi ufficiali di omologazione; il richiamo legislativo va inteso, invero, in modo più elastico, dovendo essere funzionale agli interessi pubblici perseguiti di volta in volta dalla P.A. in concreto nel momento in cui applica la norma.

È legittimo il provvedimento che inibisce l’accesso dei S.U.V. nella Z.T.L., che sia ... _OMISSIS_ ...base delle dimensioni particolarmente ridotte delle strade e dei marciapiedi, della loro inidoneità a sopportare il transito e la sosta di questa categoria di veicoli e del fatto che i S.U.V. provocherebbero pericolo per la circolazione e danneggiamenti alla pavimentazione stradale.

Le esigenze di salvaguardia della sicurezza della circolazione e dell’integrità della pavimentazione di strade e marciapiedi poste a fondamento di provvedimenti limitativi del traffico nei centri storici non abbisognano di specifica e apposita istruttoria tecnica laddove scaturiscano da circostanze suscettibili, nello specifico contesto municipale, di essere considerate come di manifesta evidenza e, soprattutto, di dominio comune.

Ai sensi della L. n. 990 del 1969, art. 1, in tema di assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile derivante dalla circolazione di veicoli a motore e natanti, le relative norme sono applicabili allorchè i veicoli siano in circo... _OMISSIS_ ...de o aree ad uso pubblico oppure a queste equiparate, per tali intendendosi quelle aree che, ancorchè di proprietà privata, sono accessibili ad una molteplicità indifferenziata di persone.

In base agli artt. 131, comma 4, del d.P.R. n. 495/1992 e 142, comma 1 e 156, comma 3, del d. lgs. n. 285/1995, quando si transita per un centro abitato – segnalato mediante apposito cartello stradale - il limite di velocità è pari a 50 Km/h, anche in mancanza di indicazioni o in presenza di segnaletica che indica un limite diverso.

L'individuazione del ‘centro abitato’ nella ratio del Codice della Strada non può essere determinata da finalità diverse, quale in ipotesi il conseguimento del minore aggravio possibile degli oneri di manutenzione delle strade, né rispondere ad esigenze di natura urbanistica (non coincide infatti con la ripartizione urbanistica di una città in centro storico, zone residenziali, periferia) o coincidere con la ripartizi... _OMISSIS_ ...iva della città in municipi, ma risponde solamente a criteri funzionali alla circolazione stradale ed è pertanto irrilevante che il Comune si sviluppi in maniera disordinata, articolandosi in agglomerati di case sparse lungo le arterie principali.

Il presupposto della esistenza di un “raggruppamento continuo costituito da non meno di venticinque fabbricati”, perché possa definirsi un centro abitato, non richiede che i medesimi siano disposti senza soluzioni di continuità tra loro, ben potendo essi essere intervallati sia da strade, piazze e simili, sia da “giardini” o aree incolte di dimensioni modeste, per come valutate dall’Amministrazione.

Il concetto di “continuità”, per aversi un centro abitato ai sensi dell’art. 3, comma 1, n. 8 del Codice della Strada, non richiede che il raggruppamento costituisca un agglomerato unitario, ma – poiché la definizione è destinata solo alla migliore regolazio... _OMISSIS_ ...azione stradale e non certo a fini urbanistico-edilizi – deve essere inteso come una caratteristica del raggruppamento tale da farlo identificare, ai fini della ottimale gestione della circolazione, come un insieme unitariamente considerabile.

L’utilizzo della carreggiata per la sosta dei veicoli (che altro non è che una fase della circolazione) ne costituisce una normale articolazione, siccome previsto dall’art. 157 del Codice della Strada, che la legittima purché il più vicino possibile al margine destro.

L’applicabilità delle norme sulla circolazione stradale (per accessi e connessa gestione in sicurezza) sussiste anche quando questa si svolga in area privata: qualora l’area/strada privata assume un utilizzo pubblico i veicoli circolanti che vi accedono debbono necessariamente rispettare le norme del codice della strada. E nella “circolazione” va ricompresa , oltre agli accessi, anche la “sosta... _OMISSIS_ ...RLF|
L'istituzione di un’area pedonale e/o di una ZTL non presuppone una modifica del piano del traffico né deve essere contemplata in tale piano.

L’uso delle strade, specie con mezzi di trasporto, può essere regolato sulla base di esigenze che, sebbene trascendano il campo della sicurezza e della sanità, attengono al buon regime della cosa pubblica, alla sua conservazione, alla disciplina che gli utenti debbono osservare ed alle eventuali prestazioni che essi sono tenuti a compiere.

Il concetto di circolazione stradale di cui all'art. 2054 c.c. include anche la posizione di arresto del veicolo e ciò in relazione sia all'ingombro da esso determinato sugli spazi addetti alla circolazione, sia alle operazioni propedeutiche alla partenza o connesse alla fermata, sia, ancora, rispetto a tutte le operazioni che il veicolo è destinato a compiere e per il quale può circolare sulle strade.

Per strada urbana di scorrimento si deve... _OMISSIS_ ...strada a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, banchina pavimentata a destra e marciapiedi, con le eventuali intersezioni a raso semaforizzate; per la sosta sono previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata, entrambe con immissioni ed uscite concentrate.

Nella definizione di strada urbana di scorrimento, il dato testuale dell'art. 2 C.d.S. circoscrive gli elementi "eventuali" alla corsia riservata ai mezzi pubblici e alle intersezioni a raso semaforizzate, mentre impone la presenza della banchina pavimentata a destra, del marciapiede e delle aree di sosta, i quali costituiscono perciò elementi strutturali necessari della strada urbana di scorrimento, ovvero ne rappresentano i requisiti minimi.

DEMANIO E PATRIMONIO - STRADE - CIRCOLAZIONE - COMPETENZA

In tema di viabilità, già il decreto legislati... _OMISSIS_ ...998, in attuazione del capo I della legge n. 59 del 1997, ha disposto (prima della riforma del titolo V della Costituzione, operata dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3) il trasferimento di funzioni e compiti amministrativi a regioni ed enti locali.

I provvedimenti limitativi della circolazione veicolare all’interno dei centri abitati che possono essere adottati ai sensi dell’art. 7 D. Lgs. n. 285/1992 ineriscono alla competenza comunale: pertant...


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