Aspetti processuali del giudizio di responsabilità

Nel processo di responsabilità amministrativa si assiste ad una «scissione tra la titolarità del diritto alla riparazione del danno (ovvero, la situazione sostanziale che fa capo alla Pubblica amministrazione danneggiata) e la titolarità del potere di far valere tale diritto in giudizio (vale a dire, la legittimazione processuale attribuita al Pubblico Ministero)»[1].

La responsabilità per danno erariale viene, infatti, fatta valere esclusivamente dal Procuratore della competente Sezione regionale il quale, come sottolineato dalla Corte di Cassazione, non agisce quale sostituto processuale dell’amministrazione danneggiata dalla condotta dell’agente[2].

Si profila, in tal modo, un ulteriore fine, in precedenza già esaminato, dell’azione di responsabilità quale azione rivolta non solo «al ripristino dell’equilibrio economico patrimoniale tra l’amministrazione danneggiata e l’autore del... _OMISSIS_ ...uo;, ma anche alla tutela dell’ «esigenza che i mezzi finanziari pubblici e il patrimonio pubblico siano utilizzati per il raggiungimento dei fini pubblici di cui è attributario il soggetto pubblico»[3].

In senso analogo, e in riferimento al principio di buon andamento di cui all’art. 97 comma primo della Costituzione, anche la dottrina osserva come a fondamento della giurisdizione contabile non vi sia solamente «il ripristino, mai completo, degli elementi patrimoniali danneggiati», ma anche «la necessità di prevenire e sanzionare la non efficiente cura dell’interesse pubblico»[4].

Interesse pubblico che, a norma dell’art. 54 della Costituzione, deve essere curato dai «cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche […] con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge».

L’art. 17, comma 30 ter, del d.l. n.... _OMISSIS_ ...e che «l’azione è esercitatile dal Pubblico Ministero contabile a fronte di una specifica e precisa notizia di danno», precisando altresì che «qualunque atto istruttorio o processuale posto in essere in violazione delle disposizioni di cui al presente comma, salvo che sia stata già pronunciata sentenza anche non definitiva alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto è nullo, e la relativa nullità può essere fatta valere in ogni momento, da chiunque vi abbia interesse, innanzi alla competente sezione giurisdizionale della Corte dei conti, che decide nel termine perentorio di trenta giorni dal deposito della richiesta».

L’art. 53 del R.D. n. 1214/1934 prevede l’obbligo di denuncia immediata al Procuratore della Corte dei conti, unitamente alla condanna al risarcimento anche per «coloro che omisero la denuncia», a carico dei direttori generali e dei capi servizio ... _OMISSIS_ ...;esercizio delle loro funzioni, vengano a conoscenza di un fatto che possa dar luogo a responsabilità, e in senso analogo prevedono anche altre disposizioni[5].

Per quanto riguarda specificatamente l’espropriazione per pubblica utilità occorre segnalare che, come meglio si vedrà in proseguo, il comma 7 dell’art. 42 bis del d.P.R. n. 327/2001 dispone l’obbligo di trasmissione alla Corte dei conti, ai fini dell’eventuale esercizio dell’azione di responsabilità erariale, del provvedimento acquisitivo di cui all’art. 42 bis stesso.

Il dettato del comma 30 ter dell’art. 17 summenzionato ha posto varie questioni interpretative la cui soluzione è stata deferita alle SS.RR.

In particolare, limitando qui l’attenzione all’aspetto, di carattere sostanziale, relativo alle caratteristiche che deve avere la notizia di danno, le SS.RR. hanno precisato come «il termine notizia, comu... _OMISSIS_ ...rabile a quello di denunzia, è da intendersi secondo la comune accezione di dato cognitivo derivante da apposita comunicazione, oppure percepibile da strumenti di informazione di pubblico dominio; l’aggettivo specifica è da intendersi come informazione che abbia una sua peculiarità e individualità e che non sia riferibile ad una pluralità indifferenziata di fatti, tale da non apparire generica, bensì ragionevolmente circostanziata; l’aggettivo concreta è da intendersi come obiettivamente attinente alla realtà e non a mere ipotesi o supposizioni. L’espressione nel suo complesso deve, pertanto, intendersi riferita non già ad una pluralità indifferenziata di fatti, ma ad uno o più fatti, ragionevolmente individuati nei loro tratti essenziali e non meramente ipotetici, con verosimile pregiudizio per gli interessi finanziari pubblici, onde evitare che l’indagine del PM contabile sia assolutamente libera nel suo oggetto, assurgendo ad un non cons... _OMISSIS_ ...o generalizzato»[6].

Secondo le SS.RR. della Corte dei conti sono quindi idonei ad «integrare gli estremi di una “specifica e concreta notizia di danno”: a) l’esposto anonimo, se riveste i caratteri di specificità e concretezza innanzi precisati; b) i fatti conosciuti nel corso della fase dell’invito a dedurre, anche per soggetti diversi dall’invitato, nei medesimi termini; c) i fatti conosciuti a seguito di delega alle indagini, attribuita dalla Procura regionale ad organismi quale la Guardia di Finanza. Non possono invece considerarsi specifiche e concrete le notizie relative alla mera condotta, in carenza di ipotesi di danno, quale presupposto oggettivo della responsabilità amministrativa; ciò, a differenza delle ipotesi di fattispecie direttamente sanzionate dalla legge»[7].

Riguardo, poi, la questione se gli atti di riconoscimento di debiti fuori bilancio possano considerarsi notitia damni... _OMISSIS_ ...omma 30 ter dell’art. 17 la Sezione Campania ha precisato che si tratta di una questione che «non può essere sfrontata in maniera astratta ed aprioristica, richiedendo, per converso, una valutazione in concreto che tenga conto delle informazioni presenti nei summenzionati atti di riconoscimento e della documentazione ad essi allegata»[8].

Nel caso di specie erano presenti i richiesti requisiti di specificità e concretezza in quanto «l’Amministrazione […] non si è limitata solo a menzionare i titoli che hanno fondato il prefato riconoscimento, ma ha, altresì, avuto cura di allegare anche la relativa documentazione tra cui figura la decisione di condanna dell’A.G.O. dalla quale emergerebbe il danno erariale indiretto».

La citazione a comparire innanzi alla sezione competente, notificata al convenuto, costituisce l’atto per mezzo del quale viene instaurato, su iniziativa del P.M. att... _OMISSIS_ ...o di responsabilità innanzi al giudice contabile[9].

«Prima di emettere l’atto di citazione in giudizio», recita il comma 1 dell’art. 5 della l. n. 19/1994, «il Procuratore regionale invita il presunto responsabile del danno a depositare, entro un termine non inferiore a trenta giorni dalla notifica della comunicazione dell’invito, le proprie deduzioni ed eventuali documenti»[10].

Rilevanti poteri istruttori vengono riconosciuti in capo al Procuratore sia ad opera del t.u. della Corte dei conti, sia della l. n. 19/1994[11].

L’art. 74 del R.D. n. 1214/1934 attribuisce al Pubblico Ministero il potere di richiedere «atti e documenti in possesso di autorità amministrative e giudiziarie», nonché di disporre accertamenti diretti

L’art. 5, comma 6, della l. n. 19/1994 prevede, invece, la possibilità di disporre accertamenti diretti presso la pubblica amm... _OMISSIS_ ...presso terzi «contraenti o beneficiari di provvidenze finanziarie a carico dei bilanci pubblici», sequestri di documenti, audizioni personali, perizie e consulenze.

Inoltre, il Procuratore può «chiedere, al Presidente della Sezione competente a conoscere del merito del giudizio, il sequestro conservativo di beni mobili e immobili del convenuto, comprese somme e cose allo stesso dovute, nei limiti di legge»[12].

«L’atto di citazione deve, oltre a quanto previsto dall’art. 1, contenere», così recita l’art 45 del R.D. n. 1038/1933, «l’istanza al presidente perché fissi l’udienza di discussione della causa», la quale verrà fissata dal Presidente stesso, secondo quanto dispone il successivo art. 46, in calce allo stesso atto di citazione[13].

Nell’udienza pubblica, il regolamento di procedura dei giudizi innanzi alla Corte dei conti prevede ... _OMISSIS_ ...lazione della causa effettuata dal giudice relatore nominato dal Presidente, si proceda con l’enunciazione delle conclusioni motivate da parte del Procuratore e dell’avvocato del convenuto[14].

Una volta terminata la discussione, «la corte, in camera di consiglio, pronuncia la decisione», la quale può essere interlocutoria o definitiva e, in quest’ultimo caso, di condanna o di assoluzione[15].

Per ciò che concerne i mezzi di impugnazione, avverso le sentenze pronunciate dalla Corte dei conti sono ammessi l’appello, la revocazione il ricorso alle SS.UU. della Corte di Cassazione per motivi inerenti alla giurisdizione e l’opposizione di terzo[16].

Limitando l’attenzione al gravame dell’appello è possibile osservare che l’appello, il quale ha effetto sospensivo della sentenza impugnata[17], è proponibile dalle parti, dal Procuratore regionale competente per territorio o... _OMISSIS_ ...e generale entro sessanta giorni dalla notificazione o, comunque, entro un anno dalla pubblicazione[18].

Infine, una particolare forma di definizione del giudizio è prevista dalla l. n. 266/2005.

L’art. 1, comma 231, di tale legge prevede che «con riferimento alle sentenze di primo grado pronunciate nei giudizi di responsabilità dinnanzi alla Corte per fatti commessi antecedentemente all’entrata in vigore della presente legge, i soggetti nei cui confronti sia stata pronunciata sentenza di condanna possono chiedere alla competente sezione di appello, in sede di impugnazione, che il giudizio venga definito mediante il pagamento di una somma non inferiore al 10 per cento e non superiore al 20 per cento del danno quantificato nella sentenza».

Il successivo comma 232 dispone che «la sezione di appello, con decreto in camera di consiglio, sentito il Procuratore competente, delibera in merito alla richie... _OMISSIS_ ...di accoglimento, determina la somma dovuta in misura non superiore al 30 per cento del danno quantificato nella sentenza di primo grado, stabilendo il termine per il versamento».

Il comma 233 stabilisce che «il giudizio di appello si intende definito a decorrere dalla data di deposito della ricevuta di versamento presso la segreteria della sezione di appello».

Come affermato dalla Corte dei conti, al verificarsi di tali presupposti si produce «un effetto estintivo del giudizio per cessata materia del contendere, ove risulti soddisfatta - sia pure nei limiti dell’importo stabilito dalla Sezione ai sensi dello stesso art. 1, comma 232, - la pretesa azionata dal Pubblico Ministero contabile, con conseguente venir meno – quale esito della previsione legislativa – della ragion d’essere della domanda di risarcimento del danno erariale»[19].

Peraltro, la suddetta condizione non si... _OMISSIS_ ... nel caso di specie sottoposto all’esame della Corte, in quanto l’appellante, condannato in primo grado al pagamento di una somma a favore di un Comune il quale aveva dovuto risarcire i proprietari di un terreno oggetto di occupazione abusiva, era riuscito ad ottenere dall’ente locale il pagamento rateale della somma dovuta.

Infatti, il giudice d’appello, nel riconoscere l’appellante esente da responsabilità amministrativa per assenza di colpa, ha ritenuto «non satisfattiva una rateizzazione che, tra l’altro, alla data dell’udienza di discussione della causa è ancora in corso», ai fini della cessazione della materia del contendere.

Per quanto concerne, infine, le spese legali l’art. 3, comma 2 bis, della l. n. 639/1996 prevede che nel caso di definitivo proscioglimento nel merito esse siano rimborsate al dipendente pubblico dall’amministrazione di appartenenza, previo parere ... _OMISSIS_ ...presso dall’Avvocatura dello Stato[20].

Sul punto la Sezione Lombardia della Corte dei conti, occupandosi di una controversia relativa ad un caso di danno di immagine subito dall’amministrazione, ha affermato che il giudice contabile può disporre in ordine alle spese legali non solo circa il loro ammontare, ma anche circa la loro spettanza, negando, quindi, in alcuni casi al convenuto prosciolto il rimborso a carico dell’amministrazione di appartenenza[21].

Secondo il collegio lombardo la giurisprudenza contabile prevalente ritiene che la disposizione citata si riferisca «alle situa...