GIUDIZIO PROCESSO

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La speciale competenza in unico grado della Corte di Appello e l'indennità "aggiuntiva"

Le domande essenzialmente finalizzate a censurare la quantificazione dell’indennità stabilita dall’Amministrazione ai sensi dell’art. 17, comma 2, della legge n. 865/1971, non sono riconducibili, anche mediatamente, all’esercizio di un pubblico potere, bensì alla corretta determinazione delle “indennità in conseguenza dell’adozione di atti di natura espropriativa o ablativa” e, quindi, appartengono alla giurisdizione del giudice ordinario.

La domanda di condanna al pagamento dell'indennità di occupazione legittima: giurisdizione e competenza

Per la richiesta di liquidazione della indennità di occupazione legittima, sussiste la giurisdizione del GO; la situazione che viene in rilievo si pone, infatti, al di fuori dell’ambito cognitivo del giudice amministrativo proprio perché non si controverte in ordine alla spettanza o meno di un ristoro patrimoniale per attività illegittima posta in essere dalla PA ma unicamente della contestazione di una questione patrimoniale per la quale sussiste da sempre la giurisdizione del giudice civile

La richiesta dell'indennità di occupazione legittima è di giurisdizione del G.O.

La domanda di riconoscimento delle indennità, dovute per il periodo di occupazione legittima, sfugge alla giurisdizione del giudice amministrativo.

La giurisdizione del G.O. sull'indennità di occupazione legittima (art. 7 L. n. 205/2000)

A norma dell'art. 20 L. n. 865 del 1971, è devoluta alla Corte d'appello in un unico grado la competenza a conoscere della domanda diretta a ottenere l'indennità per il periodo di legittima occupazione d'urgenza.

La domanda di indennità per un periodo di occupazione legittima poi divenuta illecita

La domanda di pagamento dell’importo richiesto quale indennità di occupazione legittima, è devoluta alla cognizione del G.O.; non si può obiettare che un’eventuale connessione tra tale domanda e quella di risarcimento del danno giustifichi l’attribuzione di entrambe le domande allo stesso giudice, essendo indiscusso in giurisprudenza il principio generale dell’inderogabilità della giurisdizione per motivi di connessione.

L’importo del danno da ablazione illegittima non può includere anche quanto dovuto per il periodo di occupazione legittima

Neppure la pur evidente comunanza tra la domanda risarcitoria e quella di carattere indennitario può giustificare l’attribuzione di entrambe allo stesso giudice, essendo indiscusso il principio generale dell’inderogabilità della giurisdizione, anche per motivi di connessione.

L’indennità di occupazione legittima esula dalla giurisdizione amministrativa

Va dichiarato il difetto di giurisdizione in relazione all’indennizzo richiesto per il quinquennio di occupazione lecita, venendo in rilievo una fattispecie di tipo indennitario, per la quale deve affermarsi la giurisdizione del g.o, ai sensi dell’art. 53 co. 2 d.P.R. n. 327/01 e 133 co. 1 lett. g) c.p.a.

Irreversibile trasformazione di un fondo occupato dalla P.A.: competenza e giurisdizione

L’accertamento del diritto al risarcimento (rectius: indennità) a titolo di occupazione temporanea legittima, rientra nella giurisdizione del giudice ordinario, così come previsto dall’art. 34 del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 80, sostituito dall’art. 7 della L. 21 luglio 2000, n. 205.

Le opposizioni alla quantificazione dell'indennità di occupazione legittima devono essere decise dal G.O.

In ordine alla domanda ad oggetto l'indennità per il periodo di occupazione legittima precedente l'intervenuta occupazione acquisitiva, sussiste la giurisdizione del GO.

La potestas judicandi in tema di indennizzo da reiterazione di vincolo

La contestazione dell’insufficienza della previsione della posta relativa all'indennizzo da reitera del vincolo, trova sede appropriata di svolgimento nel giudizio di opposizione alla stima innanzi alla Corte d’Appello.

Competenza sui profili relativi al pagamento dell'indennizzo per vincolo espropriativo scaduto e reiterato

I profili attinenti alla spettanza o meno dell’indennizzo e al suo pagamento in ipotesi di reitera (o, il che è lo stesso, di tempestiva proroga) del vincolo preordinato all’esproprio, non attengono alla legittimità del procedimento, ma riguardano questioni di carattere patrimoniale (che presuppongono la conclusione del procedimento di pianificazione), devolute alla cognizione della giurisdizione civile.

Indennità per reiterazione del vincolo espropriativo: provare l’entità del danno è presupposto processuale necessario

L'art. 39 D.P.R. n. 327 del 2001, configura chiaramente la relazione fra amministrato ed Ente che ha disposto la reiterazione del vincolo in termini di diritto patrimoniale/obbligo, ed il procedimento amministrativo che il privato ha l’onere di promuovere per far valere la sua pretesa indennitaria, come mero presupposto della tutela giurisdizionale davanti al giudice ordinario.

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