ART 53 DPR 327 01

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Il diritto a non essere “disturbati” nel libero esercizio delle facoltà inerenti ai diritti dominicali

Prima di analizzare i parametri utilizzati dalla giurisprudenza per determinare l’an e il quantum in riferimento alla risarcibilità di una tale tipologia di pregiudizio, occorre interrogarsi sull’esatto inquadramento della tutela del diritto di proprietà e degli altri diritti reali all’interno del sistema amministrativo. Un’indagine che risulta fondamentale proprio per poter compiere con maggior consapevolezza l’analisi sui parametri predetti.

Il danno causato dall’illegittimo annullamento del permesso di costruire

Parte della recente giurisprudenza amministrativa di primo grado ritiene che la situazione concreta che sta alla base di una tale responsabilità possa essere considerata una delle ipotesi nelle quali è configurabile il c.d. contatto sociale tra p.a. e cittadino. Da ciò, l’adozione del modello risarcitorio definito agli artt. 1218 c.c. e seguenti.

Il danno causato dall’illegittimo annullamento del permesso di costruire: l’orientamento prevalente adotta lo schema della responsabilità extracontrattuale

L’orientamento giurisprudenziale dominante, avvallato dal Consiglio di Stato, configura, invece, la responsabilità derivante dall’illegittimo annullamento del titolo abilitativo secondo lo schema strutturale di cui all’art. 2043 c.c. A tal proposito, è utile analizzare la decisione n. 8529, emessa dalla IV sezione del Consiglio di Stato il 21 dicembre 2009.

La tutela dell’affidamento del privato sulla legittimità di un provvedimento autorizzatorio legittimamente annullato: Cass. SU 23 marzo 2011 n. 6594

Dibattuta è, invece, in giurisprudenza, la configurazione del riparto di giurisdizione nel caso in cui il provvedimento in precedenza rilasciato al proprietario, venga successivamente annullato in maniera legittima. Su tale questione si sono recentemente espresse le Sezioni Unite della Cassazione, con l’ordinanza n. 6594 del 23 marzo 2011.

Danno da disturbo derivante dall’illegittima risoluzione di un rapporto contrattuale instauratosi con la P. A.

Lo schema strutturale adottato dalla giurisprudenza maggioritaria in relazione a tale danno è, anche in questo caso, quello della responsabilità extracontrattuale, sancito all’art. 2043 c.c.

Il possibile «disturbo» derivante dalle violazioni degli obblighi procedimentali

La tipologia di prescrizioni legali in questione, negli ultimi anni, ha subito una notevole dequotazione, prima da parte della giurisprudenza, poi ad opera del legislatore, con l’inserimento dell’art. 21-octies all’interno della L. n. 241/90

La tutela risarcitoria degli interessi procedimentali

In questi casi, il provvedimento ablativo affetto da un vizio formale o procedimentale viene annullato dal giudice e, presumibilmente, la p.a. provvede a riesercitare il proprio potere

Danno da disturbo e danno non patrimoniale

L’articolo predetto era stato concepito dal legislatore del 1942, che certamente non prestava ai danni subiti dalla persona la medesima attenzione riservata ai pregiudizi patrimoniali, come una prescrizione legale da leggersi esclusivamente in correlazione all’art. 185 c.p. .

Configurabilità di un autonomo danno non patrimoniale da disturbo in ambito amministrativo

Tali decisioni appartengono, dunque, a quell’orientamento giurisprudenziale che tende a configurare in maniera autonoma, all’interno dell’ordinamento amministrativo, quello che abbiamo chiamato danno non patrimoniale da disturbo causato dalla condotta della p.a

La proprietà come diritto inviolabile della persona: nuovi sviluppi applicativi del danno non patrimoniale da disturbo

Tale pregiudizio, come si è visto, presenta confini tutt’altro che definiti, che mutano al variare sia dello schema strutturale di responsabilità che viene adottato, sia in base a quali situazioni giuridiche soggettive sono considerate diritti inviolabili della persona costituzionalmente garantiti.

Il danno da disturbo: tra problemi irrisolti e potenzialità applicative

Si è potuto osservare che l’azione amministrativa, nei casi in cui va illegittimamente o illecitamente a comprimere un diritto o una situazione di vantaggio già presenti nella sfera giuridica del cittadino, può apportare diverse tipologie di disturbo al cittadino stesso, che variano al mutare della concreta fattispecie e dell’interpretazione che di essa fornisce l’operatore del diritto.

Consiglio Stato, sez. VI, 12 marzo 2004 n. 1261

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) ha pronunciato la seguente DECISIONE sul ricorso (n. 12008/2001 R.G.) proposto da A.A., A.M.G., A.M.A., M.M., M.M., rappresentati e difesi dall’avv. Piero G. Relleva ed elettivamente domiciliati in Roma, Viale Mazzini n. 142; contro il Ministero dei beni culturali e ambientali....

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