L'adibizione a uso pubblico di un'area mediante la c.d. dicatio ad patriam

TRASFERIMENTO E ACQUISTO DEI DIRITTI REALI --> TITOLO --> DICATIO AD PATRIAM

L'adibizione a uso pubblico di un'area può avvenire, mediante la c.d. dicatio ad patriam, con il comportamento del proprietario che mette il bene a disposizione della collettività indeterminata di cittadini.

L’istituto della c.d. dicatio ad patriam presuppone storicamente una manifestazione di volontà del privato proprietario nel senso dell'asservimento all'uso pubblico, che sussiste (ad esempio), quando vi sia stata una convenzione di lottizzazione o analogo atto d'obbligo, relativo alla realizzazione dei c.d. standards, seguita dalla trasformazione del suolo mediante la realizzazione dell'opera e dall'effettiva utilizzazione di quest'ultima in conformità al progetto, ancorché sia rimasta inadempiuta l'obbligazione di trasferire all'ente pubblico la proprietà.

La dicatio ad patriam consiste nel comportamento del proprietario ch... _OMISSIS_ ...riamente e con carattere di continuità un proprio bene a disposizione della collettività, determinando in tal modo l’insorgere, a favore della collettività medesima, di una servitù di uso pubblico.

Per la configurazione della dicatio ad patriam occorre il requisito dell’idoneità intrinseca del bene a soddisfare un’esigenza comune della collettività dei consociati uti cives.

Sussistono i presupposti della c.d. dicatio ad patriam qualora i condomini consentano che un'area sia utilizzata anche dai clienti di esercizi commerciali ubicati nell'immobile.

A seguito della dicatio ad patriam, il diritto di uso pubblico sorge non appena l'uso viene esercitato senza che occorra un congruo periodo di tempo (come avviene invece per l’usucapione) o un atto negoziale od ablatorio.

Per la configurazione della dicatio ad patriam è essenziale il comportamento del proprietario che, seppure non intenzionalmente diretto a da... _OMISSIS_ ...to di uso pubblico, metta volontariamente, con carattere di continuità (non di precarietà o di mera tolleranza), un proprio bene a disposizione della collettività.

Ai fini della dicatio ad patriam sono irrilevanti le motivazioni per cui il privato metta a disposizone della collettività il bene di sua proprietà, così come è irrilevante la sua spontaneità o lo spirito che lo anima, essendo al contrario sufficiente che il bene sia effettivamente assoggettato dal proprietario ad un uso collettivo, così da soddisfare un'esigenza comune ai membri della collettività, considerati uti cives.

L’istituto della c.d. dicatio ad patriam presuppone storicamente una manifestazione di volontà del privato proprietario nel senso dell'asservimento all'uso pubblico, che sussiste (ad esempio), quando vi sia stata una convenzione di lottizzazione o analogo atto d'obbligo, relativo alla realizzazione dei c.d. standards, seguita dalla trasformazione del ... _OMISSIS_ ...la realizzazione dell'opera e dall'effettiva utilizzazione di quest'ultima in conformità al progetto, ancorché sia rimasta inadempiuta l'obbligazione di trasferire all'ente pubblico la proprietà.

L'adibizione a uso pubblico di un'area può avvenire mediante la c.d. dicatio ad patriam, con il comportamento del proprietario che mette il bene a disposizione della collettività indeterminata di cittadini. Sostanzialmente, quanto alla dicatio ad patriam rileva quindi essenzialmente l’esistenza di una manifestazione di liberalità da parte del proprietario.

La dicatio ad patriam è un comportamento del proprietario che mette volontariamente e con continuità il proprio bene a disposizione della collettività indeterminata di cittadini.

L'intervenuta costituzione della servitù pubblica di uso in virtù di dicatio ad patriam, presuppone, oltre all'uso pubblico del bene, la volontà del proprietario di porlo a disposizione della collettività.
|... _OMISSIS_ ...o ad patriam", quale modo di costituzione di una servitù, postula un comportamento ad uso pubblico, del proprietario che, seppur non intenzionalmente diretto a dar vita al diritto di uso pubblico, metta volontariamente, con carattere di continuità (non di precarietà e tolleranza), un proprio bene a disposizione della collettività indeterminata di persone considerate "uti cives", assoggettandolo al relativo uso.

Non può essere desunta la cosiddetta dicatio ad patriam, quale modo di costituzione di una servitù di uso pubblico, dal solo fatto che il proprietario abbia consentito il passaggio pubblico su parte del proprio fondo o su una strada privata di accesso ad alcuni edifici e di collegamento tra strade pubbliche, nè essa è configurabile con riguardo a strade destinate al servizio di un determinato edificio o di un determinato complesso di edifici, indipendentemente dal fatto che esse manchino di recinzioni e siano inserite nella rete viaria pubblica della zo... _OMISSIS_ ...Soltanto in caso di uso pubblico diretto a soddisfare un'esigenza comune ai membri della collettività uti cives, potrebbe astrattamente ammettersi l'esistenza di un uso pubblico rilevante ai fini della dicatio ad patriam; deve escludersi l'uso pubblico quando il passaggio venga esercitato unicamente dai proprietari di determinati fondi per la particolare ubicazione degli stessi o da coloro che abbiano occasione di accedervi per esigenze connesse alla loro privata utilizzazione.

La dicatio ad patriam consiste nel comportamento del proprietario che, se pur non intenzionalmente diretto a dar vita al diritto di uso pubblico, metta volontariamente, con carattere di continuità e non precariamente, un proprio bene a disposizione della collettività, ma non può essere desunta dal solo fatto che il proprietario abbia consentito il passaggio pubblico su parte del proprio fondo.

La dicatio ad patriam si limita ad asservire ad un uso pubblico un bene privato, ma... _OMISSIS_ ...riata l'appartenenza, ed ha come presupposto che all'uso pubblico il bene possa soddisfare nello stato in cui si trova, e non in quello realizzabile a seguito di manipolazioni.

Il presupposto della dicatio ad patriam è nel comportamento volontario del proprietario e/o proprietari, di mettere a disposizione, in modo continuativo ed uti cives, le aree in oggetto, determinando una servitù di uso pubblico, rendendo il terreno quasi un bene demaniale.

Il pagamento dei canoni per l'occupazione di suolo pubblico non è circostanza idonea ad integrare i requisiti della costituzione della servitù pubblica mediante l’istituto della Dicatio ad Patriam qualora non sia imputabile al proprietario dell’area (bensì, come nella specie, agli affittuari) e, perciò, neppure interpretabile come volontà giuridicamente idonea alla immutazione di fatto della destinazione d’uso del bene a fini di pubblica utilità.

La dicatio ad patriam è u... _OMISSIS_ ...tuzione di una servitù di uso pubblico consistente nel comportamento del proprietario che, se pur non intenzionalmente diretto a dar vita al diritto di uso pubblico, metta volontariamente, con carattere di continuità (non di precarietà e tolleranza), un proprio bene a disposizione della collettività al fine di soddisfare un'esigenza comune ai membri di tale collettività "uti cives", indipendentemente dai motivi per i quali detto comportamento venga tenuto, dalla sua spontaneità o meno e dallo spirito che lo anima.

La dicatio ad patriam presuppone due elementi: 1) un comportamento volontario, omissivo o commissivo, che consiste nel mettere un bene a disposizione dei membri della collettività - intesi uti cives ossia quali titolari di un pubblico interesse di carattere generale e non uti singuli ossia quali soggetti che si trovano in una posizione qualificata rispetto al bene che si trova gravato - comportamento tenuto dal proprietario gravato del bene con carat... _OMISSIS_ ...ità e non in via precaria o per mera tolleranza indipendentemente dai motivi per cui tale comportamento è tenuto e dalla sua spontaneità; 2) un uso continuativo del bene da parte della collettività.

L'aver tollerato che su una parte del proprio fondo, che era stata concessa in comodato ad alcuni soggetti per consentirne il passaggio pedonale e carraio, transitassero anche persone diverse dai comodatari non da luogo di per sè a una dicatio ad patriam, per la quale è richiesto un comportamento del proprietario che, seppure non intenzionalmente diretto a dar vita al diritto di uso pubblico, metta volontariamente, con carattere di continuità e non precariamente, un proprio bene a disposizione della collettività.

Perché si abbia costituzione d'una servitù pubblica per effetto della c.d. "dicatio ad patriam" occorre, infatti, individuare proprio un siffatto comportamento del proprietario, che, se pur non intenzionalmente diretto a dar vita al diritto di u... _OMISSIS_ ...tta comunque volontariamente, con carattere di continuità e non precariamente, il proprio bene a disposizione della collettività, indipendentemente dai motivi per i quali detto comportamento venga tenuto, dalla sua spontaneità o meno e dallo spirito che lo anima, senza che a tal fine occorra un congruo periodo di tempo o un atto negoziale od ablatorio.

L’istituto della dicatio ad patriam è costituito dal comportamento del proprietario di un bene che mette spontaneamente e in modo univoco il bene medesimo a disposizione di una collettività indeterminata di cittadini, producendo l'effetto istantaneo della costituzione della servitù di uso pubblico ovvero attraverso l'uso del bene da parte della collettività indifferenziata dei cittadini, protratto per il tempo necessario all'usucapione.

In ipotesi di area da lustri dedicata all’uso pubblico (nel caso di specie verde pubblico), non va esclusa la possibilità del verificarsi della fattispecie... _OMISSIS_ ...atio ad patriam, che, quale modo di costituzione di una servitù di uso pubblico, consiste nel comportamento del proprietario che, seppure non intenzionalmente diretto a dar vita al diritto di uso pubblico, metta volontariamente, con carattere di continuità (non di precarietà e tolleranza), un proprio bene a disposizione della collettività, assoggettandolo al correlativo uso, al fine di soddisfare un'esigenza comune ai membri di tale collettività “uti cives”, indipendentemente dai motivi per i quali detto comportamento venga tenuto, dalla sua spontaneità e dallo spirito che lo anima .

La dicatio ad patriam, intesa quale modo di costituzione di una servitù, postula un comportamento ad uso pubblico del proprietario che, seppur non intenzionalmente diretto a dar vita al diritto di uso pubblico, metta volontariamente, con carattere di continuità, un proprio bene a disposizione della collettività, assoggettandolo al relativo uso.

La dicatio ad... _OMISSIS_ ...ò essere implicita, priva di continuità e senza fatti concludenti ed univoci in tal senso.

Nella dicatio ad patriam il bene, pur asservito all’uso pubblico, rimane formalmente nella titolarità dell’originario proprietario, non essendo previsto un formale trasferimento; pertanto, se la trasformazione del bene assume connotati tali da renderlo incompatibile con la proprietà privata (es. parcheggio pubblico), non si è in presenza di dicatio ad patriam.

Si ammette che un'area privata possa ritenersi assoggettata ad uso pubblico quando, oltre al requisito dell'uso indiscriminato sussista, in virtù della cosiddetta dicatio ad patriam, l'asservimento del bene da parte del proprietario all'uso pubblico in favore di una comunità indeterminata di soggetti considerati sempre uti cives, di talché il bene stesso viene ad assumere caratteristiche analoghe a quelle di un bene demaniale.

L’istituto della dicatio ad patriam è costituito ... _OMISSIS_ ...to del proprietario di un bene che mette spontaneamente e in modo univoco il bene medesimo a disposizione di una collettività indeterminata di cittadini, producendo l'effetto istantaneo della costituzione della servitù di uso pubblico ovvero attraverso l'uso del bene da parte della collettività stessa, protratto per il tempo necessario all'usucapione. Volontarietà e continuità sono requisiti inderogabili, in assenza dei quali va esclusa tale modalità di costituzione della servitù di uso pubblico.

La costituzione di una servitù pubblica per effetto della c.d. "dicatio ad patriam" (consistente nel comportamento del proprietario che, se pur non intenzionalmente diretto a dar vita al diritto di uso pubblico, metta volontariamente, con carattere di continuità e non precariamente, un proprio bene a disposizione della collettività) non può essere desunta dal solo fatto che il proprietario abbia consentito il passaggio pubblico su parte del proprio fondo: un'area priv... _OMISSIS_ ...uò ritenersi assoggettata a servitù pubblica di passaggio, acquistata per usucapione, solo allorchè concorrano contemporaneamente le seguenti condizioni: 1) l'uso generalizzato del passaggio da parte di una collettività ...


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