L’avvento del modello societario nel settore dei servizi pubblici locali

Il proliferarsi del modello societario nel panorama organizzativo della P.A. è stato sollecitato anche dall’avvio del processo di esternalizzazione dei servizi pubblici, in un’ottica di più efficiente, efficace ed economica gestione degli stessi, soprattutto da parte degli enti locali.

A tale riguardo, il dato normativo di partenza è costituito dall’art. 113 del d.lgs. 267/2000 il quale al suo comma 5 sancisce espressamente che l’erogazione del servizio, da parte degli enti locali, avviene secondo le discipline di settore e nel rispetto della normativa dell’Unione europea, con conferimento della titolarità del servizio stesso:


  • a società di capitali individuate attraverso l’espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica;


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  • a società a capitale interamente pubblico a condizione che l’ente o gli enti pubblici titolari del capitale sociale esercitino sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che la società realizzi la parte più importante della propria attività con l’ente o gli enti pubblici che la controllano.


Dalla lettura della norma in esame emerge, pertanto, che gli enti locali hanno tre possibilità, «alternative» [1] tra di loro, per provvedere alla gestione del servizio pubblico: oltre al tradizionale ricorso alla procedura ad evidenza pubblica per la individuazione del partner privato con cui stipulare un contratto di appalto viene anche prevista la possibilità di affidare la gestione ed erogazione del servizio a società miste, ossia a partecipazione pubblica – privata, oppure a società «in house» cioè a partecipazione pub...

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