Le varianti agli strumenti urbanistici per l'adeguamento al progetto di opere pubbliche

Le opere di competenza comunale L’art. 19, d.p.r. n. 327 del 2001, prevede una procedura semplificata per una rapida conclusione dell’iter di variante dello strumento urbanistico generale ai fini della sollecita realizzazione di singole e specifiche opere pubbliche, qualora la loro progettazione si presenti in contrasto con le prescrizioni urbanistiche vigenti.

La norma deriva dall’art. 1, l. n. 1 del 1978, recante norme per l’accelerazione delle procedure per l’esecuzione di opere pubbliche. Tale disposizione è del tutto estranea alla diversa ipotesi di approvazione di una strumentazione esecutiva, che rimane disciplinata dalla normativa regolante i procedimenti di formazione degli strumenti urbanistici.

Infatti, i piani urbanistici attuativi, pur avendo effetti anche ai fini delle procedure ablatorie per l’acquisizione dei suoli necessari, hanno natura e portata diversa, riguardando un complesso coordi... _OMISSIS_ ...di molteplici interventi di iniziativa pubblica e privata, inquadrati in un pianificazione relativa all’intera area di intervento. (T.A.R. Campania Napoli, sez. I, 12 settembre 2005, n. 12329, in Foro amm. TAR, 2005, 9, 2924).

Il procedimento rientra nelle disposizioni che impongono l’accesso al procedimento.

L’art. 11, d.p.r. 8 giugno 2001, n. 327, impone l’obbligo di dare avviso al proprietario del bene sul quale si intende apporre il vincolo, Al proprietario del bene che risulti dai registri catastali va inviato l’avviso dell’avvio del procedimento nel caso di adozione di una variante al piano regolatore per la realizzazione di una singola opera pubblica, almeno venti giorni prima della delibera del Consiglio comunale. (T.A.R. Sicilia Catania, sez. I, 09 ottobre 2007, n. 1631).

La giurisprudenza sottolinea che la variante al p.r.g., sia pure nella forma semplificata scatta solo con il per... _OMISSIS_ ...l suo iter approvativo che comprende tre distinte fasi.

La prima prevede l’approvazione del progetto preliminare o definitivo da parte del consiglio comunale.

Il codice degli appalti pubblici d.lgs. n. 163 del 2006, prevede che l’attività di progettazione sia articolata in tre distinte fasi, scandite dall’approvazione del progetto preliminare, di quello definitivo e poi di quello esecutivo.

Il progetto preliminare definisce le caratteristiche qualitative e funzionali dei lavori, il quadro delle esigenze da soddisfare e delle specifiche prestazioni da fornire e consiste in una relazione illustrativa delle ragioni della scelta della soluzione, ex art. 163, comma 3, d.lgs. 163/2006. L’approvazione del progetto preliminare è preordinato all’avvio della procedura espropriativa, secondo il disposto, ai sensi dell’art. 16, d.p.r. 327/2001.

L’approvazione del progetto preliminar... _OMISSIS_ ...pera pubblica o di pubblica utilità non è atto autonomamente impugnabile, in quanto solo il progetto definitivo è immediatamente lesivo della posizione giuridica privata ed inoltre rende attuale la eventuale lesione già derivante da autonomi vizi propri dell’approvazione del progetto preliminare. ( TAR Liguria, sez. I , 2 novembre 2004, n. 1508).

L’assoggettamento al potere espropriativo delle aree occorrenti alla realizzazione di opere pubbliche discende dall’approvazione del progetto definitivo, ex art. 17, comma 1, d.p.r. 327/2001.

Il progetto definitivo individua compiutamente i lavori da realizzare, nel rispetto delle esigenze, dei criteri, dei vincoli, degli indirizzi e delle indicazioni stabiliti nel progetto preliminare e contiene tutti gli elementi necessari ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni e approvazioni, ex art. 163, comma 4, d.lgs. 163/2006.

L’approvazione del progetto de... _OMISSIS_ ...ra pubblica in contrasto con la strumentazione urbanistica rientra nella sfera di competenza del Consiglio comunale secondo quanto statuito sia dall’art. 32 comma 2, l. 8 giugno 1990 n. 142, sost. art. 42, comma 2 lett. b), d.lgs. 267/2000, che attribuisce espressamente al Consiglio comunale la competenza in materia di approvazione dei piani territoriali ed urbanistici, sia dall’art. 19, comma 2, d.p.r. 8 giugno 2001 n. 327. (T.A.R. Campania Salerno, sez. I, 06 luglio 2005, n. 1107 , in Foro amm. TAR, 2005, 7/8, 2532).

La giurisprudenza distingue, infatti, l’approvazione del progetto conforme alla normativa urbanistica dall’approvazione di un progetto che comporta variante al piano urbanistico vigente.

L’approvazione del progetto preliminare dell’opera pubblica non rientra nella competenza del Consiglio comunale; solo qualora l’opera sia stata inserita nel programma triennale delle opere pubbliche ap... _OMISSIS_ ...siglio comunale con tale approvazione il Consiglio ha esaurito la sua competenza, non rientrando certo l’approvazione delle successive fasi progettuali ed esecutive nei suoi specifici poteri. Nella specie si tratta di adeguamento del depuratore ai sensi dell’art. 14 comma 4, l. n. 109 del 1994 e d.m. 21 giugno 2000. (T.A.R. Liguria Genova, sez. I, 30 gennaio 2007, n. 109, in Foro amm. TAR, 2007, 1, 85).

La seconda fase è quella dell’approvazione regionale della delibera comunale. L’approvazione può avvenire anche tramite lo schema procedimentale del silenzio assenso. Il mancato dissenso della Regione o dell’ente da questa delegato all’approvazione del piano urbanistico comunale ha valore di assenso. La regione deve esprimersi entro il termine di novanta giorni, decorrente dalla ricezione della delibera del consiglio comunale e della relativa completa documentazione.

L’approvazione si perfeziona nella... _OMISSIS_ ...uta del consiglio comunale nella quale si dispone l’efficacia dell’approvata determinazione. (T.A.R. Campania Napoli, sez. V, 03 ottobre 2006, n. 8485, in Foro amm. TAR, 2006, 10, 3300).

Le opere di competenza di altri enti Quando un’opera pubblica non è di competenza comunale, è necessaria la sua approvazione da parte dell’Amministrazione competente.

Una volta che l’amministrazione competente ha approvato il progetto il Comune successivamente deve adottare una variante urbanistica semplificata.

Nel caso di specie il Consiglio comunale – nell’approvare il tracciato di una strada non previsto dal vigente strumento urbanistico e considerata tuttavia la sua importanza - ha ritenuto di dover esprimere parere favorevole alla sua costruzione, impegnandosi al contempo ad inserire, in variante al piano urbanistico, il tracciato conformemente alla sua progettazione ed ha impegnato la Commissio... _OMISSIS_ ...unale, e, per essa, il Sindaco, a non rilasciare, dalla presente deliberazione, permessi di costruire per nuove costruzioni private lungo il tracciato della strada e nelle immediate zone di rispetto.

La giurisprudenza ha ritenuto che il contenuto di tale deliberazione non può ritenersi limitato ad una mera dichiarazione di intenti, avendo invece una portata decisamente sostanziale.

Sebbene si parli di impegno ad inserire il tracciato in variante, si dispone, con effetto immediato, l’obbligo per la Commissione edilizia e per il Sindaco, organi rispettivamente di amministrazione consultiva ed attiva deputati al rilascio dei permessi di costruire, di tenere in considerazione il tracciato della strada e le zone di rispetto in tale loro compito.

Ciò presuppone che sia stata impressa la necessaria variante alla destinazione urbanistica, in particolare che il tracciato sia stato inserito nel piano di fabbricazione, atteso che, ... _OMISSIS_ ...suddetti organi avrebbero poi operato illegittimamente, segnatamente in violazione dello stesso strumento urbanistico generale. (T.A.R. Molise Campobasso, 22 luglio 2005, n. 807, in Foro amm. TAR, 2005, 7/8, 2492).

Il cambiamento di tipologia L’art. 9, 5° co., d.p.r. 8.6.2001, n. 327, prevede la possibilità di approvare opere pubbliche senza variare il piano urbanistico, quando siano destinate a servizi pubblici, anche se con diversa destinazione.

Il Consiglio comunale deve autorizzare il progetto definitivo dell’opera che sia diversa da quella prevista dal piano. Il Consiglio deve in primo luogo verificare che non siano scaduto il vincolo di piano dando atto che l’opera è realizzata nel corso dei cinque anni di durata del vincolo preordinato all’esproprio. Il Consiglio comunale può quindi motivatamente disporre che siano realizzate sul bene vincolato opere pubbliche o di pubblica utilità diverse da quelle origin... _OMISSIS_ ...ste nel piano urbanistico generale.

La Regione o l’ente preposto all’approvazione deve manifestare il proprio dissenso entro 90 giorni dalla ricezione della delibera comunale. Nel caso di silenzio si forma l’assenso sulla delibera trasmessa, il Consiglio comunale ne dispone successivamente l’efficacia.

L’accertamento della durata del vincolo di piano La delibera comunale di approvazione della variante o quella di autorizzazione del mutamento dell’opera devono essere adottate nei termini di decadenza del vincolo di esproprio.

Nel quadro normativo vigente continua a sussistere il principio per il quale gli atti dei procedimenti di adozione e di approvazione di uno strumento urbanistico, contenente un vincolo preordinato all’esproprio, non devono prevedere la spettanza di un’indennità, fermo restando il diritto del proprietario di ottenere, l’indennizzo commisurato all’... _OMISSIS_ ...o effettivamente prodotto, costituendo questa una questione di carattere patrimoniale, che presuppongono la conclusione del procedimento di pianificazione, devoluta alla cognizione della giurisdizione civile. (Cons. St., Ad. Plen. 24 maggio 2007, n. 7).

La giurisprudenza ha ribadito il principio che la spettanza di un indennizzo al proprietario nel caso di reiterazione del vincolo preordinato all’esproprio, introdotto nell’ordinamento con la sentenza della C. Cost. n. 179 del 1999 ed ora esplicitato dall’art. 39 comma 1, del D.P.R. n. 327/2001, non rileva ai fini della legittimità del provvedimento che ha disposto la reiterazione.(TAR Puglia, Sezione I Lecce 23 novembre 2007, n. 3972).

Altro filone giurisprudenziale si dimostra più sensibile alla necessità della previsione di indennizzo e afferma che l’amministrazione comunale nel reiterare un vincolo decaduto preordinato all’espropriazione deve prevedere i crit... _OMISSIS_ ...lla base dei quali procederà alla liquidazione del relativo indennizzo.

Sono state dichiarate illegittime quelle disposizioni di piano regolatore di reiterazione dei vincoli che abbiano omesso tale previsione, da considerarsi non tanto quale semplice atto ricognitivo di un diritto ormai attribuito all’interessato dalla stessa legislazione vigente, ma quale attestazione di una compiuta ed adeguata ponderazione da parte dell’amministrazione degli oneri conseguenti alla reiterazione di detti vincoli.

E’ stata dichiarata illegittima la reiterazione di un provvedimento di vincolo a fini espropriativi già scaduto, nel caso in cui in sede di approvazione di una variante al P.R.G. in Consiglio comunale, non siano state precisate le ragioni di un interesse pubblico attuale e non siano state date adeguate giustificazioni sulle ragioni del ritardo che hanno portato alla decadenza del vincolo e non sia stata dimostrata l’insussis... _OMISSIS_ ...ili alternative all’espropriazione. (T.A.R. Sicilia Catania, sez. I, 09 ottobre 2007, n. 1631).

Varianti relative a infrastrutture strategiche L’approvazione del progetto in forza dell’art. 3, comma 7, d. lgs. n. 190 del 2002, che detta norme per la realizzazione delle infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici e di interesse nazionale, comporta automatica variazione degli strumenti urbanistici vigenti ed adottati riducendo le garanzie date dal normale procedimento espropriativo.

La giurisprudenza nel caso di specie ha affermato che la variante al piano urbanistico comunale adottata dal comune di Genova, per il territorio interessato dalla realizzazione delle opere, ed oggetto di specifica impugnazione, è confermativa di un effetto giuridico già prodotto ex lege.

L’adozione della variante è finalizzata ad “una più completa partecipazione” degli interessati in ragione delle fo... _OMISSIS_ ...tà previste dalla legge per gli atti che comportano variante agli strumenti urbanistici vigenti.

Alla luce di questa cornice giuridica si rilevano destituite di fondamento le censure che lamentano la violazione delle norme di cui alle leggi sul procedimento e sull’espropriazione volte ad assicurare la partecipazione degli interessati all’azione amministrativa. Per un verso, infatti, l’art. 3, comma 3, d.lgs. n. 190/02, che disciplina la procedura esonera l’approvazione del progetto preliminare dalla comunicazione agli interessati alle attività espropriative.

Per l’altro, l’amministrazione comunale ha adottato le forme di pubblicità connesse con l’adozione de...


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Autore

Centofanti, Nicola

Avvocato in Cremona