Soggetti e oggetti della retrocessione

uo;individuazione dell’oggetto della retrocessione, anche alla luce di quanto visto sino ad ora, non pone particolari problemi, essendo identificabile con quei beni che sono stati sottratti coattivamente nell’ambito di un procedimento espropriativo e che successivamente non sono stati utilizzati, in tutto o in parte, per eseguire l’opera pubblica o di pubblica utilità alla cui realizzazione furono destinati.

Riguardando la retrocessione solo beni il cui diritto di proprietà è stato sottratto al proprietario (e trasferito all’ente espropriante) a seguito di un procedimento espropriativo, non potrà trovare applicazione nel caso in cui l’opera pubblica o di pubblica utilità sia stata realizzata nei termini utilizzando completamente i beni espropriati, ma successivamente alla sua realizzazione non venga più utilizzata a fini pubblici. Consentire l’applicazione dell’istituto in esame in un’ipotesi di tal gene... _OMISSIS_ ...bbe ammettere la possibilità di poter trasferire, tramite retrocessione, la proprietà dell’opera realizzata sul terreno espropriato [1].

Se si considera che l’art. 1 del d.P.R. n. 327/2001, dedicato all’oggetto dell’espropriazione, prevede che spetti al testo unico disciplinare l’espropriazione (anche a favore di privati) non solo dei beni immobili, ma anche dei diritti relativi agli immobili, si comprende come la «pugliattiana figura del trasferimento coattivo» [2] possa consistere anche in un’ imposizione coattiva di servitù (il c.d. asservimento coattivo).

Come è stato osservato, in tal caso è possibile ritenere in via analogico-interpretativa che il diritto alla retrocessione assumerà le sembianze di un diritto alla rimozione della servitù coattivamente imposta (ad esempio una servitù di passaggio delle condutture fognarie) [3].

In modo analogo, anche l’individuazione d... _OMISSIS_ ...sivo della retrocessione risulta abbastanza agevole, trattandosi del beneficiario dell’espropriazione, vale a dire di colui al quale, per effetto del procedimento espropriativo, è stato trasferito il diritto di proprietà sul bene espropriato [4].

In realtà la questione relativa all’individuazione del soggetto passivo può complicarsi, e di conseguenza risultare nel contempo più interessante, qualora del bene espropriato sia stato disposto il trasferimento o la concessione a favore di terzi.

Per quanto riguarda la prima ipotesi, ma le conclusioni non sono diverse nel caso della concessione amministrativa, il Consiglio di Stato ha sancito che «l’alienazione del bene espropriato e rimasto inutilizzato con conseguente impossibilità materiale e giuridica alla retrocessione, comporta violazione delle garanzie che devono essere assicurate al soggetto espropriato in ordine alla facoltà di acquisto del bene medesimo» [5].... _OMISSIS_ ... Nel caso sottoposto ai giudici di Palazzo Spada, verificatosi nella vigenza della l. 25 giugno 1865 n. 2359, l’impossibilità della restituzione a seguito di alienazione a favore di terzi si era verificata in un contesto nel quale l’amministrazione non aveva rispettato la procedura prevista dall’art. 61 della predetta legge.

Tale articolo disponeva che l’amministrazione dovesse provvedere a pubblicare i beni che «non dovendo più servire all’eseguimento dell’opera pubblica, sono in condizione di essere rivenduti».

Dopodiché, veniva previsto in capo all’ex proprietario o ai suoi aventi causa che volessero riacquistare la proprietà dei beni espropriati l’onere di notificare, «per atto d’usciere», la loro intenzione all’espropriante entro tre mesi dalla suddetta pubblicazione, nonché di effettuare il pagamento del prezzo entro trenta giorni dalla sua fissazione.|... _OMISSIS_ ...La pubblicazione da parte dell’amministrazione dell’elenco dei beni relitti assumeva il valore di dichiarazione di inservibilità dei beni stessi. Solo dopo tale adempimento procedurale, e una volta decorso il termine di tre mesi senza che il precedente proprietario o i suoi aventi ragione avessero manifestato l’intenzione di riacquistare la proprietà, il bene poteva essere destinato ad altri usi rispetto a quelli previsti dalla dichiarazione di pubblica utilità, non rilevando, a tal fine, l’eventuale pubblicazione nell’elenco dei beni demaniali alienabili [6].

Oggi, in modo analogo, anche l’art. 47 del t.u. espropri prevede che, su iniziativa dell’espropriato (prima necessaria solo per rivolgersi al Prefetto in ipotesi di mancata indicazione dei beni relitti da parte dell’amministrazione) volta ad ottenere la restituzione dei beni non utilizzati, il beneficiario dell’espropriazione, oppure, nel caso in ... _OMISSIS_ ...to non vi provveda, l’autorità che ha emesso il decreto di esproprio, debba indicare i beni che non servono più alla realizzazione dell’opera pubblica o di pubblica utilità, nonché il relativo corrispettivo.

Vengono, inoltre, previsti analoghi termini di decadenza: sussiste, infatti, a carico dell’espropriato l’onere di inviare, entro tre mesi dalla raccomandata con avviso di ricevimento con cui gli è reso noto l’elenco dei beni relitti, una copia della sua istanza all’autorità espropriante e di provvedere al pagamento della somma entro i trenta giorni successivi, salvo il termine di prescrizione decennale del diritto di retrocessione ai sensi dell’art. 2946 del codice civile.

Occorre chiarire, a questo punto, che rapporto sussista tra il termine decadenziale dei tre mesi e il termine prescrizionale dei dieci anni.

Qualora ci si trovi in presenza di un caso di retrocessione parziale, i... _OMISSIS_ ...iedente la retrocessione «ha dieci anni di tempo, a pena di prescrizione, per chiedere la retrocessione dei beni non utilizzati e, dopo la successiva dichiarazione di inservibilità da parte del beneficiario dell’esproprio, ha tre mesi di tempo per inviare l’istanza all’Autorità espropriante, e ulteriori trenta giorni per provvedere al pagamento. Ne discende che se la dichiarazione di inservibilità […] viene rilasciata prima dei dieci anni, lo spirare infruttuoso del termine decadenziale pone nel nulla, o rende irrilevante, il decorso del residuo periodo del termine prescrizionale» [7].

Si tratta, in sostanza, tanto nel vigore della legge del 1865, quanto oggi vigente il t.u. espropri, di «riconoscere priorità e preferenza agli ex proprietari prima di destinare ad altri usi i beni» espropriati [8], ma solo entro i termini temporali previsti.

Ricorre un’ipotesi di vendita legittima del ... _OMISSIS_ ...o anche nel caso in cui, espropriato validamente il bene, sia stata realizzata nel rispetto dei termini un’opera pubblica la quale dopo un certo periodo di tempo ha esaurito la funzione in vista del quale il bene fu espropriato. In tal caso il bene potrà essere alienato tramite procedura ad evidenza pubblica, previa sdemanializzazione qualora sia divenuto bene demaniale, perché la ratio della retrocessione «non è la riconduzione del bene inutilizzato all’originario dominio, ma la ricomposizione di un’anomalia che ha ingiustamente colpito il privato, e cioè il fatto che la sua proprietà sia stata sacrificata inutilmente per una pubblica utilità rimasta sulla carta» [9].

Qualora poi l’ente espropriante, rappresentato nel caso di specie dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, abbia devoluto i beni all’allora Azienda Autonoma Ferrovie dello Stato (oggi società per azioni di diritto privato, Trenitalia s.p.a... _OMISSIS_ ...ù possibile rivolgersi nei confronti del Ministero medesimo al fine di ottenere la retrocessione dei beni espropriati, in quanto tale soggetto ha, come conseguenza della devoluzione dei beni, perduto la legittimazione a disporne la retrocessione [10].

Per quanto riguarda il soggetto attivo, sia l’art. 46 del d.P.R. n. 327/2001 dedicato alla retrocessione totale, sia il successivo art. 47 dedicato alla retrocessione parziale, individuano tale soggetto, vale a dire colui al quale vanno ritrasferiti i beni precedentemente ablati, nell’espropriato, tacendo riguardo eventuali altri legittimati.

È chiaro che il legislatore, con il termine “espropriato”, abbia voluto riferirsi al proprietario del bene sottratto coattivamente per mezzo della procedura espropriativa.

La giurisprudenza nel caso di diritto di comproprietà sul bene ablato ha avuto modo di precisare che «il titolo antecedente di proprietà (con... _OMISSIS_ ...to e i suoi limiti) definisce e conforma la legittimazione alla retrocessione, di modo che, laddove oggetto del diritto espropriato era la quota ideale di proprietà di un bene, la retrocessione non può intervenire per l’intero bene, non potendosi ravvisare la possibilità che chi era “ante espropriazione” proprietario di una quota ideale possa ridiventare proprietario (sia pure dei relitti) per l’intero» [11].

Per meglio comprendere se sussistono altri soggetti legittimati, oltre all’espropriato espressamente menzionato, è utile fare qualche passo indietro nel tempo per vedere che cosa al riguardo disponeva la l. n. 2359/1865, e quale era la posizione assunta in materia dalla giurisprudenza e dalla dottrina.

In effetti mentre l’art. 63 della suddetta legge, dedicato alla retrocessione totale, faceva anch’esso riferimento solamente all’espropriato (anzi, per l’esattezza, agli «e... _OMISSIS_ ...o;), gli articoli 60 e 61, dedicati alla retrocessione parziale, utilizzavano diverse espressioni.

L’art. 60 si riferiva, infatti, agli «espropriati» e loro «aventi ragione», mentre l’art. 61 si riferiva ai «precedenti proprietari» e loro «aventi ragione».

Una prima categoria di soggetti ai quali è stata estesa la legittimazione alla retrocessione è rappresentata dai successori a titolo universale dell’espropriato.

Secondo il Consiglio di Stato tale estensione, operante «anche nell’ipotesi in cui l’espropriazione abbia interessato l’intero immobile e questi non siano titolari del diritto di proprietà su fondi confinanti con quello espropriato», si giustifica sulla base del rilievo assegnato dalla nostra Costituzione alla proprietà privata, la quale «non può essere compromessa in danno dei successori a titolo universale de... _OMISSIS_ ...espropriato, sul cui patrimonio anche incide direttamente l’espropriazione, allorquando», come avviene nella retrocessione, non sussiste più l’interesse pubblico che prima giustificava il sacrificio del diritto [12].

Il riferimento ai fondi confinanti con quello espropriato è dovuto al fatto che sotto l’impero della l. n. 2359/1865 era riconosciuto il diritto di ottenere la retrocessione in capo agli espropriati, o agli aventi ragione da essi che risultavano proprietari dei beni da cui era stato staccato quello espropriato.

Mentre la Corte di Cassazione individuava solamente nel proprietario espropriato che risultava ancora proprietario di fondi contigui il soggetto legittimato alla retrocessione, il Consiglio di Stato e la dottrina ritenevano che tale limitazione valesse solamente nei confronti degli aventi ragione dell’espropriato, non anche nei confronti dell’espropriato medesimo, il quale, quindi, anch... _OMISSIS_ ...trocessione totale era da considerarsi soggetto legittimato [13].

All’origine di tali opposte vedute stava la considerazione che secondo la Corte di Cassazione le disposizioni sulla retrocessione parziale della l. n. 2359/1865 risultano improntate allo scopo della ricostituzione dell’originaria unità fondiaria del bene espropriato, mentre secondo la giurisprudenza e la dottrina menzionate tali disposizioni sono volte a garantire la suddetta finalità solamente riguardo gli aventi ragione (aventi causa a titolo particolare) dello stesso espropriato, i quali abbiano da lui acquistato la parte residua del fondo.

Si tratta di conclusioni (estensione ai successori a titolo universale, limitazione nei confronti degli aventi causa a titolo particolare) che sono state ritenute applicabili anche alla figura della retrocessione totale, in quanto, «dato il fondamento unitario delle due forme di retrocessione, sarebbe ingiustificata una... _OMISSIS_ ...rattamento tra le persone legittimate ad agire nell’una e nell’altra ipotesi» [14].

Oggi il d.P.R. n. 327/2001, riferendosi esclusivamente all’espropriato, non contiene più una limitazione di tal genere.

È stato, al riguardo, sottolineato come una giustificazione al fatto che il legislatore del 2001 non ha previsto tra i soggetti legittimati alla retrocessione gli aventi causa a titolo ereditario dell’espropriato, magari con una formula del tipo adottata dal suo pred...