La scelta “strategica” tra il decreto di esproprio e il decreto di occupazione

Gli articoli 22 e 22 bis delineano procedure alternative a quella dell’articolo 20.

Mentre il ricorso alla procedura dell’articolo 20 non è sottoposto a particolari condizioni, tanto che essa può essere definita come la procedura espropriativa “ordinaria” da intraprendere, senza necessità di alcuna motivazione, dopo la dichiarazione di pubblica utilità e il “giusto procedimento” introdotto dall’art. 17.2, il ricorso alle procedure indicate dagli articoli 22 e 22 bis è soggetto a precise condizioni.

Come si è detto queste procedure sono caratterizzate da una maggior rapidità e semplificazione procedimentale, tanto che possono essere definite come procedure espropriative “accelerate”.

Al di là di alcune differenziazioni, le due procedure sono accomunate da una caratteristica fondamentale: il decreto di esproprio e il decreto di occupazione vengono immediatamente e senz&rsquo... _OMISSIS_ ... sulla semplice base della determinazione dell’indennità provvisoria, la quale potrà essere accettata o meno dal proprietario solamente dopo l’immissione in possesso in esecuzione del decreto di esproprio o di occupazione.

Il che significa che prima di tutto l’amministrazione prende possesso del bene, e poi il proprietario potrà discutere dell’indennizzo.

Dovendo espropriare mappali interi, o disponendo del frazionamento catastale, potrebbe sembrare una inutile perdita di tempo occupare anziché espropriare direttamente, l’area.

In altri termini, l’unica spiegazione plausibile per cui un’amministrazione dovrebbe ricorrere al decreto di occupazione d’urgenza di cui all’articolo 22 bis, anziché direttamente al decreto di esproprio di cui all’articolo 22 (che – tra l’altro – è meno stringente del primo in ordine all’intensità dell’urgenza r... _OMISSIS_ ...ocedervi), potrebbe sembrar risiedere nell’indisponibilità del frazionamento catastale.

Ragioni di prudenza e opportunità inducono invece a frazionare, e soprattutto espropriare, solo quando si abbia l’assoluta certezza che il sedime dell’opera, e il dimensionamento delle aree da espropriare, non subirà più modifiche e si possa perciò escludere la possibilità di varianti in corso d’opera che riguardino il tracciato (fermo restando il fatto, naturalmente, che le varianti non possono essere rilevate per la prima volta con il frazionamento, ma devono essere precedute da una formale modifica del piano particellare di esproprio: cfr. art. 12.2 e 16.14).

Ove non si abbia tale certezza, è consigliabile procedere all’immissione in possesso mediante l’occupazione temporanea preordinata all’esproprio anziché mediante l’espropriazione, ancorché si disponga del frazionamento catastale, dal momento che... _OMISSIS_ ...one e il pagamento della conseguente indennità non sono reversibili, mentre è ragionevole ritenere che l’occupazione preordinata all’esproprio possa tramutarsi in mera occupazione temporanea, e che l’area occupata con finalità preespropriativa, qualora in corso d’opera diventi inutile, possa essere restituita mediante la sola erogazione dell’indennità di occupazione.