Presupposto per l’acquisto del bene culturale in via di prelazione è l’avvenuta denuncia ai sensi dell’art. 59 del D.lgs. n. 42/2004.
La prelazione – ai sensi dell’art. 61 del Codice – può infatti esercitarsi «entro sessanta giorni dalla data di ricezione della denuncia» ovvero, «nel caso in cui la denuncia sia stata omessa o presentata tardivamente oppure risulti incompleta, la prelazione è esercitata nel termine di centottanta giorni dal momento in cui il Ministero ha ricevuto la denuncia tardiva o ha comunque acquisito tutti gli elementi costitutivi della stessa».
Nelle more del predetto termine, la legge vieta al soggetto alienante di consegnare la res all’acquirente e l’atto di alienazione rimane condizionato sospensivamente all’esercizio della prelazione: in altre parole, affinché possa perfezionarsi un atto di alienazione di un bene culturale, occorre attend...
_OMISSIS_ ...del termine di sessanta (o centottanta) giorni. Solo nel caso del mancato esercizio della prelazione nei predetti termini allora si potrà procedere alla conclusione del contratto di alienazione del bene culturale, mediante la consegna e il pagamento del prezzo pattuito tra i due soggetti privati.
Pertanto, la prelazione può essere esercitata anche in caso di omessa denuntiatio del contratto di alienazione (ai sensi dell’art. 61, comma 2 del Codice che «allunga» i termini per l’esercizio del diritto – rectius, della facoltà – fino a centottanta giorni), ma anche nei casi di nullità di un atto di alienazione di un bene culturale. Ed invero, l’art. 164 del Codice afferma testualmente che «le alienazioni, le convenzioni e gli atti giuridici in genere, compiuti contro i divieti stabiliti dalle disposizioni del Titolo I della Parte seconda, o senza l’osservanza delle condizioni e modalità da esse prescritte, ...
_OMISSIS_ ...ta salva la facoltà del Ministero di esercitare la prelazione ai sensi dell’articolo 61, comma 2».
Ciò premesso, vediamo ora in cosa consiste l’esercizio della prelazione da parte del Ministero.
In diritto privato, la prelazione consiste – in breve – nella priorità assoluta, accordata o concessa dalla legge, per l’esercizio di un diritto e/o per l’acquisto di un bene: in altre parole, il diritto di prelazione accorda una preferenza – a parità di condizioni – ad un soggetto piuttosto che a un altro per la conclusione di un contratto.
Orbene, nel diritto amministrativo – e segnatamente nella materia che a noi interessa – la c.d. prelazione artistica ha la stessa valenza della prelazione nel diritto privato: attraverso questo particolare tipo di facoltà, infatti, il Ministero può inserirsi all’interno di un procedimento di alienazione di un bene culturale ed ...
_OMISSIS_ ...relazione concessa dalla legge (id est, dagli artt. 60, 61 e 62 del Codice dei beni culturali) al fine di acquistare il bene medesimo.
Secondo la giurisprudenza, «la facoltà di prelazione della Pubblica Amministrazione su beni di rilievo storico o artistico è un diritto potestativo, ma ciò non incide sul carattere dell’azione amministrativa, che si configura secondo il noto schema norma-potere-effetto, retto dal principio di legalità, essendo detto asserito diritto il postulato di una posizione di supremazia speciale, e non già di una relazione di stampo privatistico». Ed ancora, il Consiglio di Stato ha recentemente affermato che «l’atto di “prelazione artistica”, disciplinata agli articoli 59 e seguenti del D.lgs. n. 42 del 2004, è un provvedimento amministrativo espressione di un potere di acquisito coattivo del bene. Non si realizza, infatti, un subentro nel rapporto negoziale, come risulta dalla previsione sec...
_OMISSIS_ ...usole del contratto di alienazione non vincolano lo Stato o gli altri enti pubblici territoriali, e, in caso di omessa o difettosa denuncia, si prevede la possibilità di esercitare il diritto di prelazione senza limiti temporali e senza che la parte privata possa eccepire l’intervenuta usucapione».
Abbiamo accennato supra che – ai sensi dell’art. 59 cod. b. c. – il proprietario o il detentore del bene culturale deve denunciare al Ministero gli atti che trasferiscono (in tutto o in parte) il diritto di proprietà di un bene culturale.
Ai sensi dell’art. 60 del Codice, il Ministero (ovvero gli altri enti pubblici territoriali interessati) ha facoltà di esercitare la prelazione:
1. in caso di acquisto a titolo oneroso, al medesimo prezzo contemplato nell’atto di alienazione;
2. in caso di conferimento in società, al medesimo valore stabilito nell’atto di conferimento;
3. in cas...
_OMISSIS_ ...e del bene culturale su cui il Ministero intende esercitare la prelazione unitamente ad altri beni per un unico corrispettivo o di alienazione senza previsione di un corrispettivo in denaro ovvero di permuta, il valore economico è determinato d’ufficio dal soggetto che procede alla prelazione ovvero da un terzo, nominato dalle parti in comune accordo o – in caso di disaccordo – dal Presidente del Tribunale nel cui circondario è stato concluso il contratto.
L’art. 61, ultimo comma cod. b. c. prevede altresì una quarta ipotesi di prelazione artistica, che possiamo definire prelazione parziale: il Ministero (o gli altri enti pubblici territoriali) può infatti esercitare la prelazione solo su parte dei beni alienati e non sulla totalità. In tali casi, la legge prevede la facoltà – per l’originario acquirente – di recedere dal contratto. Peraltro, una siffatta previsione è altresì corroborata dalla giurisp...
_OMISSIS_ ...trativa di merito: «oggetto costante della denuncia e della prelazione è la disposizione del diritto in tutto o in parte, con riguardo cioè alla titolarità piena e con riguardo alla contitolarità del titolo sulla cosa riconosciuta di particolare interesse a fini culturali: per ciò che attiene ai beni immobili, oggetto di denuncia e di relativa prelazione sono indifferentemente l’appartenenza esclusiva del bene e la co-appartenenza rappresentata dal coincidere di situazioni soggettive di contenuto identico e configurata dalla quota del partecipante alla comunione, come definita dall’art. 1101 c.c.». Da ciò deriva che «non è estranea all’ordinamento la sottoposizione del medesimo bene a due diversi regimi giuridici, di cui uno demaniale e l’altro privatistico, che si realizza con la comunione tra Stato e privato: l’elasticità cui è improntato il diritto di proprietà che lo stesso ordinamento sceglie al fine di non lasciare ma...
_OMISSIS_ ... definita di facoltà e di poteri esercitabili sulla cosa sia lasciata vacante non esclude l’esercizio sullo stesso bene di potestà di natura diversa ferma restando la loro compatibilità con la destinazione e la vocazione naturale dello stesso».
Dal canto suo, la dottrina sostiene che diverse possono essere le situazioni suscettibili di determinarsi nel caso di esercizio di una prelazione c.d. parziale:
«- prelazione su una parte del bene vincolato, ma su tutta la parte venduta: in questo caso è improprio parlare di una prelazione parziale dato che oggetto del provvedimento è l’intera parte oggetto dell’alienazione. La sostenibilità della scelta dell’Amministrazione dovrà naturalmente trovare il giusto supporto nella motivazione che accompagnerà il provvedimento e che dovrà evidenziare come anche l’acquisizione di una sola parte del bene vincolato possa consentire l’attuazione di un progetto di valorizz...
_OMISSIS_ ...esso contribuendo con ciò alla sua conservazione e conoscenza;
- prelazione su una parte del bene vincolato a sua volta parte del bene venduto: è questo proprio il caso contemplato dal comma 6 dell’articolo 61 per il quale il codice prevede la facoltà di recesso da parte dell’acquirente. Anche in questo caso, anzi soprattutto in questo caso, l’Amministrazione avrà l’obbligo di motivare la sua scelta dando conto delle ragioni per le quali si procede ad una acquisizione parziale ed in particolare del permanere della validità dell’obiettivo di pubblico interesse che l’Amministrazione stessa intendeva prefiggersi».
Ad ogni buon conto, il passaggio di proprietà del bene culturale dal soggetto originario alienante allo Stato (o ad altro ente pubblico territoriale) che ha esercitato la prelazione avviene una volta eseguite le notifiche del provvedimento formale di prelazione tanto al soggetto alienante tanto al sog...
_OMISSIS_ ...e.
In altre parole, per aversi l’acquisto del bene culturale alla mano pubblica occorre non solo l’emissione del provvedimento formale di prelazione, ma anche la sua notifica ai soggetti interessati: possiamo dunque definire un siffatto provvedimento come recettizio. Secondo la giurisprudenza, «il provvedimento di esercizio del diritto di prelazione sui beni storico-artistici può essere portato a conoscenza degli interessati in qualsiasi forma idonea allo scopo di concretare in capo agli interessati la conoscenza dell’atto» ed è «sufficiente che l’atto sia consegnato entro il termine perentorio prescritto dall’art. 61 D.lgs. n. 42/2004, essendo, invece, irrilevante il momento in cui l’atto perviene al destinatario: non può infatti discendere un effetto di decadenza dal ritardo nel compimento di un’attività riferibile non al notificante, ma a soggetti diversi e perciò del tutto estranea alla sfera ...
_OMISSIS_ ...à del primo». Infine, la medesima – interessante – pronuncia ritiene che «nel procedimento disciplinato dagli artt. 59 e ss. D.lgs. n. 42/2004, la notificazione del decreto ministeriale di esercizio del diritto di prelazione riveste la sola funzione di portare le parti private a conoscenza della volontà dell’Amministrazione di avvalersi della facoltà di acquisire il bene al Demanio statale, senz’altro effetto traslativo della proprietà del medesimo, già intervenuta con l’emanazione del decreto ministeriale stesso. Da ciò consegue che l’efficacia della comunicazione deve ritenersi perfezionata con l’entrata del provvedimento nella sfera di conoscibilità del destinatario, indipendentemente dal mezzo adoperato che degrada a sola fonte di prova dell’intervenuta conoscenza nei termini di legge».
Trattasi infatti di un procedimento complesso, ad effetti traslativi reali (il passaggio di proprietà ...
_OMISSIS_ ...soggetto allo Stato) e ad effetti obbligatori (l’obbligo del pagamento del prezzo nei termini stabiliti dall’art. 60 del codice).
Occorre ancora sottolineare come anche nell’esercizio del diritto di prelazione artistica la Pubblica Amministrazione incorre nell’obbligo di motivazione del provvedimento finale, che può consistere nelle esigenze di conservazione o di tutela del bene culturale oggetto di alienazione. Peraltro, con riferimento alla c.d. prelazione parziale, la giurisprudenza amministrativa di merito ha ritenuto che «non è privo di motivazione l’acquisto di beni culturali, ancorché di sole quote parti, perché trova ampia giustificazione in un più generale intento di restituire alla pubblica fruizione un bene valutato di considerevole rilievo artistico-culturale».
Tirando infine le fila di questo ampio discorso, possiamo dunque affermare come la c.d. prelazione artistica sia una vera e propr...
_OMISSIS_ ...a Pubblica Amministrazione, che viene esercitata anche al fine di controllare il mercato dei beni culturali, salvaguardandone la tutela, la conservazione e la pubblica fruizione. Nulla infatti vieta alla Pubblica Amministrazione, ricorrendone i presupposti, di optare per il mancato esercizio della facoltà legale in commento: in tutti questi casi, a farla da padrone è senz’altro l’esercizio della più ampia discrezionalità, che caratterizza l’attività amministrativa anche nel governo dei beni culturali.