Le strade vicinali e di uso pubblico

Ai sensi dell’art. 9 della legge n. 126/1958, le strade vicinali erano una categoria residuale, per cui «tutte le altre strade non iscritte nelle precedenti categorie e soggette a pubblico transito sono vicinali».

Diverso è l’approccio del Codice della Strada, il cui art. 2 afferma che «le strade extraurbane si distinguono in … Comunali, quando congiungono il capoluogo del comune con le sue frazioni o le frazioni fra loro, ovvero congiungono il capoluogo con la stazione ferroviaria, tranviaria o automobilistica, con un aeroporto o porto marittimo, lacuale o fluviale, con interporti o nodi di scambio intermodale o con le località che sono sede di essenziali servizi interessanti la collettività comunale. Ai fini del presente codice, le strade “vicinali” sono assimilate alle strade comunali».

Il successivo art. 3 afferma, al punto 52, che «le denominazioni stradali e di traffico hanno... _OMISSIS_ ...nificati: … Starda vicinale (o poderale o di bonifica): strada privata fuori dai centri abitati ad uso pubblico».

Orbene, fatta questa doverosa premessa normativa, cerchiamo ora di addentrarci su un significato ed una definizione più attuale della strada vicinale.

Secondo le più comuni definizioni, una strada si definisce «vicinale» allorquando sia di proprietà privata ma soggetta, con particolari condizioni, a servitù di uso pubblico. In senso specificante, la giurisprudenza amministrativa ha ritenuto da sempre che «la servitù di uso pubblico su una strada vicinale non è a beneficio dei proprietari degli immobili serviti dalla strada stessa, bensì della collettività indeterminata di soggetti».

Ed ancora, «le strade vicinali si possono distinguere in pubbliche e private. Sono private le vie cosiddette agrarie o vicinali private costituite da passaggi in comunione incidentale ... _OMISSIS_ ...ri dei fondi latistanti serviti da quei medesimi passaggi, fermo restando il principio che tali strade siano suscettibili di servire a tutti i proprietari dei fondi in tutte le direzioni, onde ciascuno ne abbia per tutta la sua lunghezza la proprietà “pro indiviso”. Sono vicinali pubbliche le vie di proprietà privata, soggette a pubblico transito. In concreto, il sedime della vicinale, compresi accessori e pertinenze, è privato, di proprietà dei titolari dei terreni latistanti, mentre l’ente pubblico è titolare di un diritto reale di transito a norma dell’art. 825 c.c.».




STRADE VICINALI PUBBLICHE E PRIVATE

Abbiamo visto come le strade possano essere classificate in vicinali, demaniali e private e come la giurisprudenza abbia definito private le vie cosiddette agrarie o vicinali private, costituite da passaggi in comunione incidentale tra i proprietari dei fondi latistanti serviti da que... _OMISSIS_ ...aggi: «la via agraria, cioè la strada privata che i proprietari dei fondi latistanti aprono e mantengono per transitarvi secondo le esigenze della coltivazione, viene formata mediante conferimento di suolo (c.d. “collatio agrorum privatorum”) o di altro apporto dei vari proprietari, in modo da fondare una comunione (“communio incidens”), per la quale il godimento della strada non è “iure servitutis” ma “iure proprietatis” e, pur avendo di regola, fondi fronteggianti, può essere utilizzata, in relazione alla necessità del tracciato, da più fondi in consecuzione, fermo restando il principio che essa possa servire a tutti i proprietari dei fondi in tutte le direzioni, onde ciascuno ne abbia per tutta la sua lunghezza la proprietà “pro indiviso”».

Le strade agrarie sono pertanto formate ex collatione privatorum agrorum, costituite per l’uso comune, ma esclusivamente di determinati pr... _OMISSIS_ ...renti e si formano per la necessità della comunicazione e delle coltivazioni dei fondi, come comunione incidentale e come accessorio di uso comune dei fondi stessi, per il conferimento di parti di proprietà che si fronteggiano. Sono strade che corrono normalmente sui confini dei fondi latistanti o attraversano fondi in consecuzione per collegarsi ad altri segmenti correnti sui confini, ovvero per collegare fondi in consecuzione a vie pubbliche.

A questo punto sorge una precisa distinzione tra le suddette strade agrarie e le strade vicinali propriamente dette, in quanto – ed in uno con la giurisprudenza sopra citata – gli utenti delle strade agrarie ne godono uti domini e devono dimostrare di aver contribuito alla loro formazione (le strade agrarie, come visto, servono solo ai proprietari che hanno concorso a formarle), mentre gli utenti delle vie vicinali ne godono iure servitutis e non importa che abbiano contribuito con una propria zona di te... _OMISSIS_ ... formazione. Da qui consegue che le strade vicinali propriamente dette sono invece assimilate alle strade pubbliche ed assoggettate al loro regime: la strada vicinale pubblica si ha quando su di essa si svolge il pubblico transito, ovvero non solo dei proprietari frontisti e di quelli in consecuzione, ma anche quello della generalità di cittadini ed è la caratteristica essenziale che la distingue dalle strade agrarie (dette impropriamente vicinali private).

Come già accennato, vengono invero definite «vicinali pubbliche» le vie di proprietà privata, soggette a pubblico transito. In buona sostanza, il sedime della vicinale, compresi accessori e pertinenze, è privato, e pertanto di proprietà dei titolari dei terreni latistanti, mentre l’ente pubblico è titolare di un diritto reale di transito a norma dell’art. 825 c.c., come peraltro ha affermato la giurisprudenza di merito citata supra.

Il diritto reale di transito può... _OMISSIS_ ...ito nei modi più diversi, ossia mediante un titolo negoziale, per usucapione o attraverso gli istituti del c.d. “immemorabile”, cioè dell’uso della strada da parte della collettività da tempo, appunto, immemorabile o della c.d. dicatio ad patriam, che si configura quando i proprietari mettono a disposizione della collettività la strada, assoggettandola all’uso collettivo.

Sono, invece, demaniali le strade che appartengono agli Enti pubblici.

Occorre – prima di addentrarci nei modi costitutivi di una strada vicinale – fare un breve passo indietro.

Abbiamo invero già fatto cenno all’art. 825 c.c., che consente di assoggettare al regime dei beni demaniali anche quei diritti reali costituiti su beni di proprietà privata ma che hanno una finalità particolare, ovvero di «utilità» per i beni demaniali di cui all’art. 823 c.c. o «per il conseguimento di fini di pubblic... _OMISSIS_ ...rispondenti a quelli a cui servono i beni medesimi».

La prima ipotesi si riferisce alle servitù prediali: qualunque servitù fra un fondo appartenente allo Stato, alla provincia o al comune e altro appartenente a un privato ha carattere demaniale, solo quando il fondo dominante sia costituito da un bene demaniale.

La seconda ipotesi riguarda i diritti reali di godimento: questi devono essere rivolti al conseguimento di fini di pubblico interesse, cui normalmente servono i beni demaniali. Il più importante fra questi è il diritto di uso pubblico gravante sulle strade vicinali, ossia le strade costruite dai privati con parti dei loro fondi e per utilità delle comunicazioni fra i fondi medesimi. Anche nei luoghi abitati possono esservi piazze, vicoli ed altri spazi di pro¬prietà privata soggetti all’uso pubblico e titolare di questi diritti di uso è sempre il comune.

La costituzione di un diritto di uso pubblico s... _OMISSIS_ ...oprietà privata – quali proprio le strade vicinali – ammette, pertanto, una determinata collettività alla parziale utilizzazione della res, che, peraltro, permane nella proprietà del soggetto privato, sebbene nel contempo destinata al perseguimento dello stesso pubblico interesse.

L’Ente pubblico, dunque, risulta titolare di un mero diritto reale parziario su un bene privato, sul quale può esercitare unicamente le facoltà rese necessarie per garantirne ed assicurarne l’uso pubblico da parte della collettività e per la cui tutela risulta esperibile, in sede di giurisdizione ordinaria ed in ragione del rinvio operato dall’art. 825 c.c. all’art. 823 c.c., l’intera gamma dei mezzi ordinari contemplati nell’ordinamento giuridico per la difesa del diritto di servitù e del possesso.

Andremo ad approfondire i modi di costituzione di questo diritto di uso pubblico nei prossimi paragrafi.

... _OMISSIS_ ...

La dicatio ad patriam e il diritto di uso pubblico.


Come abbiamo accennato poco sopra, la dicatio ad patriam è un modo di costituzione di una servitù di uso pubblico su un bene di proprietà privata.

Secondo la giurisprudenza ordinaria di legittimità, «la cosiddetta dicatio ad patriam, quale modo di costituzione di una servitù di uso pubblico su di una strada, consiste nel comportamento del proprietario che, seppure non intenzionalmente diretto a dar vita al diritto di uso pubblico, metta volontariamente, con carattere di continuità (non di precarietà e tolleranza), il bene a disposizione della collettività, assoggettandolo al correlativo uso, al fine di soddisfare un’esigenza comune ai membri di tale collettività uti cives, indipendentemente dai motivi per i quali detto comportamento venga tenuto, dalla sua spontaneità e dallo spirito che lo anima».

Il Consiglio di Stato, dal canto su... _OMISSIS_ ... che «la c.d. dicatio ad patriam consiste nell’adibizione ad uso pubblico di una strada desumibile quando il tratto viario, per le sue caratteristiche, assuma una esplicita finalità di collegamento, essendo destinato al transito di un numero indifferenziato di persone oppure quando vi sia stato l’asservimento del bene da parte del proprietario all’uso pubblico di una comunità, di talché il bene stesso viene ad assumere le caratteristiche analoghe a quelle di un bene demaniale».

Presupposto dell’istituto in commento, pertanto, è l’asservimento del bene di proprietà privata ad un uso pubblico, al fine di soddisfare un’esigenza della collettività medesima.

La servitù di uso pubblico su di una strada vicinale, peraltro, viene in esistenza per dicatio ad patriam ogniqualvolta si sia in presenza di «un’area stradale, che risulta di fatto e da sempre interessata dal pubblico passaggio, in ... _OMISSIS_ ...sivoglia ostacolo o chiusura volta a denotare una eventuale volontà del proprietario contraria all’utilizzo indifferenziato del bene ai fini della circolazione pedonale», ciò in quanto destinata senza soluzione di continuità alla libera circolazione pedonale da parte della comunità indifferenziata dei cittadini (uti cives).

In altre parole, per aversi una c.d. dicatio ad patriam occorre un comportamento positivo da parte del proprietario (o dei comproprietari) della strada, che sia volto a mettere a disposizione della collettività l’uso della strada medesima in modo continuativo.

Direttamente collegato all’istituto in commento è il correlativo diritto di uso pubblico che viene a crearsi sulla strada vicinale. In altre parole e come peraltro abbiamo già accennato supra, la strada vicinale viene interessata «da un transito generalizzato, tale per cui, a fronte della proprietà privata del sedime stradale e dei rela... _OMISSIS_ ...e pertinenze (spettante ai proprietari dei fondi latistanti), l’ente pubblico comunale possa vantare su di essa, ai sensi dell’art. 825 c.c., un diritto reale di transito, con correlativo dovere di concorrere alle spese di manutenzione della stessa; di conseguenza non è sufficiente che l’utilizzo della strada avvenga in favore di proprietari di fondi vicini».

A contrariis, non è configurabile «l’assoggettamento di una via vicinale a servitù di passaggio ad uso pubblico in relazione ad un transito sporadico ed occasionale e neppure per il fatto che essa sia adibita al transito di persone diverse dai proprietari o potrebbe servire da collegamento con una via pubblica». In altre parole, come correttamente e condivisibilmente affermato in giurisprudenza, «ciò che caratterizza le strade vicinali pubbliche è il loro concreto utilizzo da parte della collettività. Pertanto, la qualificazione di una strada come di uso... _OMISSIS_ ...nde non tanto dal fatto che su di essa possono transitare persone diverse dal proprietario o dal fatto che essa si colleghi ad una pubblica via, quanto, piuttosto, presuppone che essa sia posta a servizio di una collettività di utenti (uti cives)».

Ne discende che «nei casi in cui il passaggio su una strada sia...

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