Il contraddittorio nelle varianti urbanistiche

PROCEDURA --> CONTRADDITTORIO, GIUSTO PROCEDIMENTO --> PIANI URBANISTICI E VARIANTI URBANISTICHE --> PIANI GENERALI --> MODIFICHE TRA ADOZIONE ED APPROVAZIONE

L’Amministrazione regionale non è tenuta a confezionare una specifica e puntuale motivazione a fronte del mancato inserimento, nel piano approvato, delle osservazioni presentate da privati ed accettate dal Comune, ciò costituendo una mera facoltà di intervento autoritativo officioso dell’Amministrazione regionale il cui mancato utilizzo non è evidentemente soggetto ad onere motivazionale.

A norma dell’art. 10 della L. n. n. 1150/1942 ( e nel caso di specie del punto 3 e 4 dell’allegato II alla L.R. Campania n. 14/1982), al P.R.G., in sede di approvazione, possono essere apportate “modifiche che non mutino le caratteristiche essenziali, quantitative e strutturali del Piano ed i suoi criteri d’impostazione”, oltre quelle necessarie p... _OMISSIS_ ...delle disposizioni del Piano territoriale e concernenti la tutela del paesaggio; in suddette ipotesi non deve essere rinnovata la fase di partecipazione del privato al procedimento di formazione.

Nella fase di approvazione provinciale dello strumento urbanistico comunale, la L.P. Trento 22/1991 non prevede una fase partecipativa, neppure in caso di introduzione di modifiche d'ufficio: di conseguenza in capo gli interessati non vi è alcun diritto di controdeduzione (che peraltro non può derivare nemmeno dalla legge 241/1990).

PROCEDURA --> CONTRADDITTORIO, GIUSTO PROCEDIMENTO --> PIANI URBANISTICI E VARIANTI URBANISTICHE --> REGOLAMENTO URBANISTICO

Per espressa previsione dell’art. 13 della legge n. 241 del 1990, le norme che assicurano la partecipazione al procedimento degli interessati non trovano applicazione con riferimento, tra l’altro, all’emanazione di atti di pianificazione (tra i quali pacif... _OMISSIS_ ...a il regolamento urbanistico), in quanto autonomamente disciplinati dalle norme che ne regolano la formazione.

PROCEDURA --> CONTRADDITTORIO, GIUSTO PROCEDIMENTO --> PIANI URBANISTICI E VARIANTI URBANISTICHE --> VARIANTI

Non sussiste alcun obbligo di carattere generale dell’Amministrazione comunale a pronunciarsi su ogni richiesta privata di avvio di specifiche procedure di variante al PRG, proposta a fini edificatori né, pertanto, sussiste alcuna legittima aspettativa per il privato istante ad ottenere la richiesta variazione urbanistica.

Le modalità partecipative previste dall’art. 11 del d.P.R. 327/2001 per il procedimento di apposizione del vincolo espropriativo sono diverse da (e non surrogabili con) quelle previste nel caso di adozione e approvazione del piano regolatore generale e degli strumenti attuativi.

In presenza di una modifica dell’assetto urbanistico determinato da... _OMISSIS_ ... varianti agli strumenti vigenti, il privato vanta una mera aspettativa di fatto inidonea a radicare un interesse differenziato e qualificato che non può tramutarsi in un interesse giuridicamente tutelabile per il solo fatto di aver formalmente partecipato al procedimento.

La giurisprudenza ritiene la notifica individuale necessaria per le sole varianti “puntuali”, che incidono direttamente e in modo singolare su di un determinato e specifico suolo, imprimendovi un vincolo espropriativo, ma non anche qualora il vincolo discenda dallo strumento urbanistico generale, laddove si presume che l’apporto degli interessati si sia esplicato a monte, nella fase di formazione del piano, attraverso gli strumenti partecipativi predisposti in via generale (osservazioni, opposizioni etc.).

A fronte di un atto di pianificazione territoriale, quale è la variante al Prg, le garanzie di partecipazione al procedimento, per i proprietari delle ... _OMISSIS_ ...e, non sono quelle previste in generale dalla legge n. 241 del 1990, ma quelle contemplate dalle speciali norme sul procedimento amministrativo di formazione della variante urbanistica.

Secondo l'art. 13 comma 1, l. n. 241 del 1990, le disposizioni del Capo III della stessa legge non si applicano nei confronti degli atti di pianificazione e di programmazione, ivi compresi quelli di variante, per le quali restano ferme le particolari norme che ne regolano la formazione secondo la legislazione regionale di riferimento, di talché l’adozione della variante non deve essere preceduta dalla comunicazione di avvio del procedimento nei confronti dei soggetti interessati, tranne che nell’ipotesi in cui le varianti abbiano natura localizzativa e puntuale.

Non trova applicazione l’art.11, comma 1, del d.P.R. n. 327/2001 (comunicazione individuale), qualora la variante generale al piano regolatore non si riferisca alla realizzazione d... _OMISSIS_ ... opera pubblica, contenendo variazioni urbanistiche relative a diverse zone del Comune; in tale ipotesi debbono pertanto ritenersi sufficienti le garanzie partecipative proprie degli atti di approvazione e di modifica degli strumenti urbanistici ed i connessi adempimenti.

La consultazione della popolazione successivamente all’adozione di una variante e lo strumento delle osservazioni non sono idonei ad assolvere l’onere di partecipazione procedimentale.

Secondo l’art. 13, comma 1, della legge n. 241/1990, le disposizioni del capo III della stessa legge (articoli da 7 a 12), non si applicano nei confronti degli atti di pianificazione e di programmazione, per i quali restano ferme le particolari norme che ne regolano la formazione .

A fronte di un atto di pianificazione territoriale qual è la variante al p.r.g., le garanzie di partecipazione al procedimento, per i proprietari delle aree interessate, non sono qu... _OMISSIS_ ...n via generale dalla legge 241/1990, ma quelle contemplate dalle speciali norme sul procedimento amministrativo di formazione della variante urbanistica.

L'adozione di una variante al piano regolatore generale, in quanto provvedimento di pianificazione, non deve essere necessariamente preceduta dalla comunicazione di avvio del procedimento nei confronti dei soggetti interessati.

Alla luce del disposto di cui all'art. 13 della L. n. 241/1990, a fronte di un atto di pianificazione territoriale, le garanzie di partecipazione al procedimento, per i proprietari delle aree interessate, non sono quelle previste in via generale dalla legge 241/1990, ma quelle contemplate dalle speciali norme sul procedimento di formazione della variante.

In ipotesi di variante urbanistica non si può ritenere, adducendo la circostanza che l’oggetto concerna specificamente l’area di proprietà degli istanti, che per ciò solo sarebbe gius... _OMISSIS_ ...roga alla disciplina di cui all’art. 13, comma 1 L. n. 241/1990 con conseguente applicazione del procedimento scandito dagli artt. 7 e ss. della medesima legge; le esigenze sottese all’istituto della partecipazione procedimentale risultano infatti comunque soddisfatte attraverso l’istituto delle osservazioni, così come previsto e disciplinato nell’ambito del procedimento di adozione della variante.

La posizione qualificata del titolare del bene (nel caso di specie determinata dall'affidamento generato da sanatorie di manufatti abusivi), impone che la variante che conferisce una nuova destinazione ai beni stessi sia precedute dalla comunicazione di avvio del procedimento ex art. 7 L. n. 241/1990

Alla luce del disposto dell’art. 13 della L. n. 241 del 1990, l’adozione di una variante al piano regolatore generale non deve essere preceduta dall’avviso di cui al precedente art. 7, a meno che la var... _OMISSIS_ ...uo;esecuzione di una singola opera pubblica localizzata su di un’area ben individuata; ne consegue che, in ipotesi di atti di pianificazione di una parte del territorio comunale, legittimamente può essere omessa la comunicazione di avvio del procedimento.

Il provvedimento con cui l'Amministrazione si sia limitata a definire, preliminarmente, la localizzazione dell’area (nel caso di specie) cimiteriale, senza determinare, ancora, alcuna variante di carattere urbanistico, non deve essere preceduta dalla comunicazione di avvio del procedimento ex art. 11 DPR 327/2001.

La variante, seppur parziale, preordinata non all’esecuzione di una singola, specifica opera pubblica, ma al riassetto urbanistico di una porzione del territorio comunale, è soggetta alle modalità di pubblicazione proprie degli strumenti urbanistici, e non alla comunicazione individuale, ex art. 11 DPR 327/2001, ai singoli proprietari, interessati da previ... _OMISSIS_ ...ere espropriativo.

PROCEDURA --> CONTRADDITTORIO, GIUSTO PROCEDIMENTO --> PIANI URBANISTICI E VARIANTI URBANISTICHE --> VARIANTI --> OSSERVAZIONI

Il concetto di “attinenza” della osservazione non può certo escludersi qualora la stessa riguardi spazi unitari ed omogenei rispetto alle aree della cui variante parziale si tratta.

Nel caso in cui il privato chieda, in sede di osservazioni alla variante dello strumento urbanistico adottato, la realizzazione di una stradina pedonale, il rigetto di tale istanza non è adeguatamente motivato se il Comune si limita a far riferimento al contrasto con le caratteristiche della zona e con la valenza paesaggistica dell'area.

PROCEDURA --> CONTRADDITTORIO, GIUSTO PROCEDIMENTO --> PIANI URBANISTICI E VARIANTI URBANISTICHE --> VARIANTI --> REVOCA

La comunicazione di avvio del procedimento è obbligatoria nel caso di revoca di una v... _OMISSIS_ ...o regolatore generale adottata anche nell'interesse di un soggetto privato.

PROCEDURA --> CONTRADDITTORIO, GIUSTO PROCEDIMENTO --> PIANI URBANISTICI E VARIANTI URBANISTICHE --> VARIANTI --> VARIANTI ACCELERATE --> ART. 19 DPR 327/2001

L’art. 11, comma 1, lettera b), del d.P.R. 8 giugno 2001, nr. 327, per l’ipotesi di variante contestuale all’approvazione del progetto, obbliga l’amministrazione procedente a dare avviso agli interessati anteriormente all’approvazione del progetto medesimo, ma non ne contempla un ulteriore coinvolgimento prima della successiva fase di approvazione regionale.

In ipotesi di ricorso alla procedura disciplinata dall’art.19 del DPR n.327/2001, approvando il progetto definitivo ed esecutivo dell’opera in variante al vigente strumento urbanistico, va comunicata alla parte l’avviso di avvio del procedimento finalizzato all’approvazione ... _OMISSIS_ ...finitivo dell’opera. Alla luce dei principi desumibili dalla L. n. 241/1990 infatti, ai fini della dichiarazione di pubblica utilità, deve essere assicurato il contraddittorio con i soggetti interessati, adempiendo alle formalità all’uopo previste dalle specifiche disposizioni regolanti l’iter espropriativo a tutela appunto delle garanzie del giusto procedimento.

Della delibera con cui il Comune, a seguito del mancato dissenso della Regione, dichiara l'efficacia della delibera di approvazione del progetto definitivo, non deve essere data notizia ai proprietari interessati, a norma dell’art. 17, comma 2, d.p.r. n. 327/01, disposizione questa diretta a garantire la partecipazione dell’interessato al procedimento di determinazione dell’indennità di esproprio, e non al procedimento di approvazione della variante, che si è già esaurito nella fase precedente.

Ai sensi degli artt. 9 e 19 D.P.R. n. 327/2001, ne... _OMISSIS_ ...i in cui l’approvazione del progetto comporta l’adozione di variante (nelle forme di cui all’art. 10, comma 1, o di quella semplificata di cui agli artt. 19, commi 3 e ss.), necessita il rispetto della disciplina relativa all’adozione/approvazione degli strumenti urbanistici, ad iniziare dall’osservanza delle regole sulla partecipazione del proprietario dell’area e degli altri soggetti interessati al procedimento di adozione della variante allo strumento urbanistico comunale.

La comunicazione di avvio del procedimento va effettuata prima dell’approvazione del progetto preliminare, ai sensi dell’art. 11 comma 3 DPR 327/2001, qualora la P.A. ritenga di provvedere in detta sede all’imposizione del vincolo preordinato all’esproprio.

Illegittimo è il provvedimento di approvazione del progetto comportante dichiarazione di PU ed approvazione della variante ex art 19 DPR 327/2001, non prece... _OMISSIS_ ...nicazione di avvio del procedimento.

PROCEDURA --> CONTRADDITTORIO, GIUSTO PROCEDIMENTO --> PIANI URBANISTICI E VARIANTI URBANISTICHE --> VARIANTI --> VARIANTI PUNTUALI

La giurisprudenza ha chiarito che l’art. 13 della legge 241/90 (il quale esclude l’applicazione delle norme sulla partecipazione per gli atti di pianificazione), non si applica alle varianti localizzative, che sono in realtà provvedimenti puntuali. A tale principio generale, costituente ormai diritto vivente, non può opporsi, un diverso principio asseritamente ricavabile dalla legislazione locale, poiché l’obbligo di comunicazione d’avvio discendente dalla legge 241/90 attiene ai livelli essenziali delle prestazioni di cui all'articolo 117, secondo...


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