La tutela giurisdizionale del denunciante

Prima di analizzare la problematica della tutela dei controinteressati, intendendo questo termine non nel senso tradizionale proprio del processo amministrativo ma riferito a coloro che hanno interesse ad opporsi allo svolgimento dell’attività oggetto di d.i.a., è opportuno soffermarsi brevemente sulle modalità di tutela del denunciante di fronte agli atti della P.A. che hanno l’effetto di interferire con l’attività che intende intraprendere.

Ovviamente il dibattito di cui si darà conto nel presente capitolo si è sviluppato intorno alla d.i.a., ma, salvi gli adattamenti che si diranno, le considerazioni varranno anche per la s.c.i.a., per cui quando si parlerà del denunciante, ci si riferirà anche al soggetto che ha presentato la s.c.i.a..

Secondo un primo orientamento, il denunciante dovrebbe trovare tutela di fronte al G.O., poiché gli atti con cui la P.A. esercita il proprio potere inibitorio, data la natura vincolata d... _OMISSIS_ ...non sono dotati di autoritatività, ma si risolvono in una mera contestazione del diritto soggettivo del privato allo svolgimento dell’attività.

Le azioni concretamente esperibili varieranno a seconda che l’ordine di non iniziare o di non proseguire l’attività sia o meno accompagnato da misure di attuazione o coercizione: nel primo caso il denunciante/segnalante potrà esperire un’azione inibitoria (innanzitutto quella cautelare ex art. 700 c.p.c.), nel secondo potrà limitarsi invece ad agire in via di accertamento. Infine, se la P.A., in mancanza di un’astratta attribuzione normativa del potere oppure sulla base di una verifica negativa infondata, ha agito in via di autotutela esecutiva il denunciante potrà agire per ottenere il risarcimento del danno causato dall’illegittimo esercizio del potere.

Tale ricostruzione non ha avuto seguito, poiché si è osservato che il carattere vincolato del potere inibitori... _OMISSIS_ ... decisivo ai fini dell’attribuzione delle controversie alla giurisdizione del G.O. e che l’atto con cui è esercitato tale potere si configura non come una semplice «negazione» del diritto soggettivo, ma come un atto amministrativo dotato dei caratteri dell’autoritatività e dell’unilateralità, in quanto idoneo ad incidere in senso ablatorio sull’attività intrapresa dal denunciante.

Ecco perché, condivisibilmente, l’orientamento dominante ritiene che questi sia titolare di un interesse legittimo oppositivo, che si affianca al suo diritto soggettivo allo svolgimento dell’attività e di conseguenza gli riconosce la possibilità di impugnare i relativi provvedimenti di fronte al G.A. entro il consueto termine decadenziale.

Peraltro, il denunciante potrà anche chiedere il risarcimento del danno derivante dall’illegittima inibizione della d.i.a., ma questa domanda non potrà essere accolta q... _OMISSIS_ ... a seguito della sentenza di annullamento del provvedimento inibitorio, dovrà compiere una nuova valutazione sulla d.i.a.; la domanda, per converso, potrà essere favorevolmente scrutinata soltanto all’esito del rinnovato esame della d.i.a. da parte della P.A. e a condizione che, in caso di consolidamento della denuncia per effetto del mancato esercizio del potere inibitorio, residuino dei danni da ritardo risarcibili.

È da aggiungere che nel giudizio instaurato dal denunciante potrà trovare altresì piena tutela la posizione del terzo controinteressato, che potrà intervenire ad opponendum indicando le ragioni per cui l’intervento edilizio è da considerarsi intrapreso contra legem.

Una precisazione, inoltre, è necessaria in ordine agli effetti della pronuncia del G.A. che ha annullato il provvedimento inibitorio dell’attività oggetto di d.i.a..

In questo caso, salva nell’ipotesi in cui l’annu... _OMISSIS_ ... dall’esercizio del potere inibitorio oltre il termine perentorio, la P.A. dovrà riesercitare il proprio potere di controllo entro un nuovo termine, che decorrerà dalla comunicazione in via amministrativa della sentenza e potrà, peraltro, tenere conto anche della disciplina urbanistica sopravvenuta nelle more del giudizio.

Ci si deve chiedere, infine, se il denunciante o il segnalante possa agire nei confronti della P.A. che non abbia tempestivamente esercitato i propri poteri inibitori qualora sia stato accertato in sede giurisdizionale che non sussistevano i presupposti per intraprendere l’attività oggetto della d.i.a./s.c.i.a.; analoga problematica si pone nell’ipotesi in cui detto accertamento sia stato compiuto dalla P.A. in seno ad un procedimento di autotutela avviato successivamente alla scadenza del termine per l’esercizio del potere inibitorio.

Si tratta, in particolare, di comprendere se il denunciante o i... _OMISSIS_ ...ssa sostenere che il mancato tempestivo esercizio del potere inibitorio ha ingenerato in lui un affidamento in ordine alla legittimità dell’attività avviata sulla base della d.i.a./s.c.i.a. e che quindi la P.A. è tenuta a risarcire il danno che egli ha patito per effetto di tale erroneo convincimento.

L’interrogativo ha ragione di porsi perché la Corte di Cassazione ha riconosciuto l'astratta configurabilità del c.d. «danno da provvedimento favorevole illegittimo», affermando che il soggetto a cui è stato rilasciato un provvedimento favorevole poi annullato in autotutela o in sede giurisdizionale potrebbe proporre una domanda risarcitoria nei confronti della P.A.; secondo questo orientamento, l’azione andrebbe proposta non già di fronte al G.A., ma di fronte al G.O. e si fonderebbe sulla lesione del diritto soggettivo a fare affidamento nella legittimità dell’atto amministrativo e quindi sulla correttezza dell’azio... _OMISSIS_ ...va.

La giurisprudenza amministrativa successiva a tali pronunce, a parte sollevare dubbi sull'effettiva sussistenza della giurisdizione del G.O. su tali domande, sembra essere orientata in senso abbastanza restrittivo, ritenendo che l’unica responsabilità che può configurarsi in capo alla P.A. è quella derivante dall'adozione di un provvedimento amministrativo illegittimo e che il soggetto a cui è stato rilasciato un provvedimento favorevole poi legittimamente annullato in autotutela non può avanzare alcuna richiesta risarcitoria, non esistendo una responsabilità da atto lecito.

Di recente la giurisprudenza è tornata sul problema, con riferimento ad una fattispecie in cui il soggetto a cui era stato rilasciato un titolo edilizio annullato in sede giurisdizionale aveva proposto domanda risarcitoria nei confronti della P.A., affermando che il danno da lesione dell’affidamento ingenerato dal rilascio di un provvedimento favorevole p... _OMISSIS_ ...llegittimo è risarcibile soltanto qualora l’affidamento non sia a sua volta inficiato da colpa.

Nell’ordinamento giuridico, infatti, esiste un principio generale secondo cui non può fondatamente chiedere il risarcimento del danno chi abbia contribuito con la sua colpa a cagionarne la verificazione, per cui non può dolersi del danno chi – per una qualsiasi evenienza e con un provvedimento espresso, ovvero a seguito di un silenzio assenso o una s.c.i.a. – abbia ottenuto un titolo abilitativo presentando un progetto oggettivamente non assentibile.

In tal caso, infatti, il richiedente sotto il profilo soggettivo ha manifestato quanto meno una propria colpa (nel presentare il progetto assentibile solo contra legem) e sotto il profilo oggettivo ha attivato con efficacia determinante il meccanismo causale idoneo alla verificazione del pregiudizio, ed appare contraddittorio che un medesimo fatto possa costituire al contempo ... _OMISSIS_ ...te di responsabilità civile e di pregiudizi tutelabili allo stesso titolo per il suo autore.

In conclusione, il fatto che la d.i.a. e s.c.i.a. siano modelli in cui è particolarmente enfatizzato il principio di autoresponsabilità del denunciante e del segnalante, rende particolarmente difficoltoso immaginare che questi ultimi possano proporre una domanda di risarcimento del danno lamentando che la mancata tempestiva inibizione dell’attività abbia ingenerato in capo a loro un affidamento in ordine alla conformità dell’attività stessa al paradigma normativo.

Nondimeno, tale particolare ipotesi di responsabilità della P.A. non sembra possa astrattamente escludersi e ciò, ad avviso chi scrive, anche alla luce del secondo periodo dell’art. 21-nonies, co. 1, della legge n. 241 del 1990 – aggiunto dall’art. 25, co. 1, lett. b-quater), del d.l. n. 133/2014 – in cui si legge che, nonostante l’annullamento... _OMISSIS_ ...aquo;rimangono ferme le responsabilità connesse all’adozione e al mancato annullamento del provvedimento illegittimo».