Retrocessione: il ritrasferimento del diritto di proprietà sul bene espropriato

quo;effetto tipico della retrocessione consiste nel ritrasferimento del diritto di proprietà sul bene espropriato da parte dell’espropriante nei confronti del proprietario a cui tale bene fu coattivamente sottratto, nell’ambito di un procedimento espropriativo, per la realizzazione di un opera pubblica o di pubblica utilità.

Si vedrà meglio in seguito come, a fronte di tale ritrasferimento, il privato sia tenuto a corrispondere un prezzo che prende il nome di corrispettivo della retrocessione, il quale, se non è concordato tra le parti, è determinato con le stesse modalità previste per l’indennità di esproprio [1].

Nel silenzio della legge circa le modalità con cui deve avvenire il ritrasferimento del diritto di proprietà in capo all’ex proprietario, si ritiene che, a norma dell’art. 922 c.c., occorra necessariamente procedere tramite compravendita, non potendo avvenire a mezzo di un provvedimento amministr... _OMISSIS_ ...uo;ufficio dall’amministrazione [2].

La dottrina afferma, ponendosi in linea con la giurisprudenza, che l’amministrazione «non può utilizzare diversamente il bene, né può costringere i proprietari a riprenderselo, né è tenuto a restituirlo d’ufficio: non può far altro che attendere la richiesta di retrocessione degli ex-proprietari» [3].

La giurisprudenza, infatti, è contraria all’ammissibilità di uno ius poenitendi dell’espropriante: «Il procedimento per la retrocessione dei beni espropriati è necessariamente ad “istanza di parte”, non essendo ammesso dal legislatore che si possa procedere alla restituzione del bene espropriato d’ufficio» [4].

Secondo i giudici del TAR Campania, e sussiste concordia sul punto, «con l’esercizio del diritto di retrocessione si realizza a favore dell’espropriato […] un acquisto ex novo a titolo... _OMISSIS_ ...la proprietà dei beni espropriati tramite una vera e propria alienazione, senza risolversi la precedente espropriazione, ossia non caducandosi il precedente provvedimento coattivo» [5].

Questo perché, continuano i giudici partenopei, «l’atto di retrocessione, lungi dal porre nel nulla il decreto di espropriazione, ne presuppone la perdurante operatività, non eliminandone gli effetti ma producendone di nuovi parzialmente contrari, eventualmente tramite una sentenza costitutiva di ritrasferimento che modifichi la situazione giuridica posta in essere dal provvedimento espropriativo» [6].

Il ritrasferimento, ovviamente, «differisce dalla restituzione in senso stretto quale mera operazione (del tutto formale per i beni immobili) di riconsegna (o datio) dei beni ai proprietari (ex espropriati)» [7].

L’effetto ex nunc del ritrasferimento del diritto di proprietà del bene espropriato si verifi... _OMISSIS_ ...nto della «sentenza parziale che accerti il diritto alla retrocessione, la quale ha semplice natura dichiarativa, ma alla sentenza definitiva che, nel difetto di accordo delle parti, determini il prezzo della retrocessione, poiché solo con questa pronuncia, di natura costitutiva, vien meno il titolo legittimante la proprietà e il possesso dell’espropriante» [8].

Circa gli eventuali precedenti diritti reali parziari gravanti sul bene espropriato, la Corte di Cassazione afferma che, avendone il provvedimento di espropriazione determinato l’automatica estinzione, «nessuna reviviscenza di tali diritti è possibile per effetto dell’avvenuta retrocessione dell’immobile al precedente proprietario», il quale, quindi, riacquisterà la proprietà dei beni libera dai diritti di natura personale o reale che prima gravavano sul bene espropriato [9].

Il ritrasferimento con efficacia ex nunc si verifica anche ne... _OMISSIS_ ...i in cui si addivenga, tra l’amministrazione e il privato, ad un «contratto spontaneo di retrocessione» [10].

È vero che nulla il legislatore ha previsto in materia, ma, come è stato osservato, «un forse inconsapevole cenno al riguardo, con un po’ di buona volontà, può forse ricavarsi dalla circostanza che la legge omette di specificare il destinatario della richiesta di “restituzione”, che dovrebbe essere il giudice (ordinario), come espressamente statuiva l’art. 63, ma potrebbe anche essere la stessa amministrazione espropriante» [11].

Nel caso, però, che l’amministrazione non si determini in tal senso in modo spontaneo, l’ex proprietario dovrà ricorrere al giudice per ottenere una sentenza di tipo costitutivo che disponga il trasferimento del diritto di proprietà sui beni espropriati.

Nell’attesa di una richiesta di retrocessione proveniente dagli ex pr... _OMISSIS_ ...a sul soggetto divenuto proprietario a seguito di espropriazione l’obbligo di «conservare la disponibilità di un bene del patrimonio pubblico, la cui manutenzione rientra nella doverosa diligenza della pubblica amministrazione: se il bene viene retrocesso occupato da abusivi, i destinatari della retrocessione potrebbero chiedere i danni derivanti da tale situazione» [12].

Inoltre, «il soggetto espropriante, scaduto il termine per l’esecuzione dell’opera, non può legittimamente porre in essere atti – come il compimento dell’opera pubblica – che rendono inattuabile il diritto alla retrocessione ed è responsabile per i danni provocati da tali comportamenti» [13].

Un’ulteriore ipotesi da considerare è quella del terreno espropriato che al momento della retrocessione presenta dei miglioramenti apportati dall’espropriante, come ad esempio un impianto di irrigazione (non, quind... _OMISSIS_ ...eversibile trasformazione).

È possibile ipotizzare al riguardo, come è stato osservato, che il beneficiario dell’espropriazione possa, in alternativa al pagamento dei miglioramenti apportati, chiedere che il bene gli sia restituito nel pristino stato [14].