Occupazioni illegittime: l'azione risarcitoria per equivalente

In alternativa alla forma specifica, l'azione risarcitoria - pura o cumulata all'azione di annullamento - può essere formulata per equivalente, che nell'ottica del codice civile ne costituirebbe il modello generale [886].

In passato, una domanda di questo tipo è stata talvolta ritenuta fondata, recuperando per l'occasione la controversa teorica dell'abdicazione [887], che era stata sviluppata in seno all'espropriazione sostanziale e segnatamente in relazione all'occupazione usurpativa: il giudice amministrativo, dunque, accertava la volontà del privato di dismettere il bene, che confluiva pertanto nel patrimonio della p.a., condannando al contempo quest'ultima a corrispondere, a titolo di risarcimento per equivalente, l'intero valore di cui il privato aveva perso la proprietà.

L'abdicazione, però, appare difficilmente giustificabile da più punti di vista, a cominciare dalla dubbia compatibilità con il principio di tassatività dei modi di acq... _OMISSIS_ ...prietà [888]. Per altro verso, questa teorica potrebbe far confluire nel patrimonio pubblico dei beni ai quali la p.a. non ha più interesse, per il solo fatto che il proprietario non desidera riottenerne la disponibilità, con conseguente inaccettabile subordinazione dell'interesse pubblico alla volontà privata.

La giurisprudenza più matura, dunque, ha finito per respingere la tesi dell'abdicazione, osservando che la domanda risarcitoria proposta in forma specifica e quella proposta per equivalente hanno uno stesso nucleo comune, al quale il giudice amministrativo si può legittimamente arrestare: la fondatezza della domanda risarcitoria comporta dunque una condanna che prescinde dalle conclusioni svolte nel ricorso introduttivo, che fa egualmente leva sul comma 4 dell'art. 34 c.p.a. e che di fatto si risolve nell'ordinare alla p.a. di scegliere una tra le alternative proposte, le quali normalmente consistono nella restituzione del bene o nell'acquisizione c... _OMISSIS_ ...zo dell'art. 42-bis [889].

La domanda di risarcimento per equivalente si appiattisce in buona sostanza su quella di risarcimento in forma specifica, rendendo opportuno un rinvio a quanto già osservato nell'analisi di quest'ultima [890].

A dire il vero, appare innegabile che una simile prassi giurisprudenziale, che giunge a negare anche in astratto la possibilità di pronunciare una condanna puramente risarcitoria [891], finisce per svilire il concreto contenuto della domanda giudiziale e può collidere con il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato [892], al quale la giurisprudenza stessa presta formalmente ossequio [893].

D'altro canto, essa ha il pregio di affidare la gestione degli interessi pubblici al soggetto che è istituzionalmente deputato a farlo, cioè alla pubblica amministrazione: solo la resistente, dunque, può valutare se dare al privato il bene o l'equivalente in denaro, ricorrendo in quest'ultimo c... _OMISSIS_ ...assaggio intermedio» [894] dell'art. 42-bis.

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