L'ARTICOLO 42-BIS D.P.R. 327/2001

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La nuova acquisizione coattiva sanante

Antoniol, Marco

17 novembre 2011

pdf  / 360 Pagine in formato A4 (21X29,7 cm)

L’opera analizza l’art. 42-bis del d.P.R. 327/2001, che reintroduce nell’ordinamento italiano la c.d. «acquisizione coattiva sanante». Dopo aver brevemente ricordato la successione storica che ha portato all’attuale soluzione normativa, si esaminano nell’ordine i cinque presupposti dell’acquisizione, i profili procedurali (con particolare attenzione alla quantificazione dell’innovativo indennizzo-risarcimento) ed i risvolti processuali dell’art. 42-bis.

60,00

  • editore: Exeo
  • collana: esproprionline
  • numero in collana: 5
  • isbn: 978-88-95578-88-0
  • sigla: PL08
  • categoria: MONOGRAFIE
  • tipologia: giuridica
  • genere: studio applicato
  • altezza: cm 29,7
  • larghezza: cm 21
  • dimensione: A4
  • funzioni permesse: Stampa: SI - Modifica: SI - Copia/Incolla: SI
  • protezione: digital watermarking
  • disponibità: illimitata
  • destinatari: professionale accademico
  • soggetto: diritto

DELITTO E PERDONO - PREFAZIONE DI PAOLO LORO
CAPITOLO I - ORIGINE DEL PROBLEMA - DELLE OCCUPAZIONI ILLEGITTIME
1. Premessa
2. Occupazioni illegittime nel diritto comune
3. Occupazioni illegittime nel diritto amministrativo
CAPITOLO II - LE QUATTRO SOLUZIONI AL PROBLEMA DELLE OCCUPAZIONI ILLEGITTIME
1. Le occupazioni illegittime nel regime anteriore al testo unico
2. Le occupazioni illegittime nel regime dell’art. 43 d.P.R. 327/2001
2.1 Il nuovo riparto di giurisdizione
2.2 L’avvento del testo unico in materia di espropriazione per pubblica utilità
2.3 Le occupazioni illegittime davanti a Corte EDU e Corte costituzionale
3. Le occupazioni illegittime nel regime dell’interregno tra art. 43 e art. 42-bis
3.1 Rapporti giuridici esauriti in data 8 ottobre 2010
3.2 Rapporti giuridici non esauriti in data 8 ottobre 2010
3.3 Regime dei rapporti giuridici non esauriti
4. Le occupazioni illegittime nel regime dell’art. 42-bis d.P.R. 327/2001
4.1 Prima lettura del nuovo art. 42-bis
4.2 Approccio ermeneutico all’art. 42-bis: l’eredità dei regimi precedenti
CAPITOLO III - LE CONDIZIONI DI ACQUISIZIONE
1. Generalità sulle condizioni di acquisizione
2. L’utilizzazione di un bene immobile per scopi di interesse pubblico
2.1 Profilo oggettivo: il bene immobile
2.2 Profilo comportamentale: l’utilizzo del bene
2.3 Profilo soggettivo: chi utilizza il bene?
3. La patologia dell’attività amministrativa
3.1 Classificazione delle illegittimità derivanti da patologie espropriative
3.2 Particolarità delle illegittimità conseguenti ad un provvedimento giurisdizionale
3.3 L’illegittimità nel tempo: la retroattività dell’art. 42-bis
4. L’avvenuta modifica del bene
5. La valutazione degli interessi in conflitto
5.1 Le attuali ed eccezionali ragioni di interesse pubblico
5.2 Il contrapposto interesse privato
5.3 L’operazione di bilanciamento
6. Le ragionevoli alternative all’acquisizione coattiva sanante
CAPITOLO IV - IL PROCEDIMENTO DI ACQUISIZIONE
1. Generalità sul procedimento di acquisizione
2. Competenza esterna: l’autorità che utilizza il bene
3. La fase di iniziativa
3.1 Iniziativa spontanea e giusto procedimento
3.2 L’eventuale sollecitazione da parte del privato
4. L’accertamento delle condizioni di sanabilità: rinvio
5. Il frazionamento
6. Indennizzo e risarcimento del danno
6.1 Natura giuridica
6.2 L’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale
6.3 L’indennizzo per il pregiudizio non patrimoniale
6.4 Il risarcimento del danno da illegittima occupazione
6.5 La prescrizione del diritto all’indennizzo-risarcimento
7. La competenza all’adozione del provvedimento acquisitivo
8. Il contenuto del provvedimento acquisitivo
8.1 La motivazione: ragioni di fatto e di diritto dell’acquisizione coattiva sanante
8.2 Il dispositivo: liquidazione, acquisizione e contenuti ulteriori
9. Effetti del provvedimento ex art. 42-bis
10. I cinque adempimenti successivi all’adozione del provvedimento
10.1 La notifica al proprietario
10.2 Il pagamento delle somme dovute
10.3 Ulteriori adempimenti: trascrizione, trasmissione e comunicazione
CAPITOLO V - LE ACQUISIZIONI SPECIALI
1. Premessa
2. Acquisizione coattiva di opere private di pubblica utilità
2.1 Acquisizione coattiva di terreni destinati all’edilizia residenziale pubblica, agevolata o convenzionata
2.2 Acquisizione coattiva di terreni destinati all’uso speciale di soggetti privati
2.3 Profili comuni: competenza ed indennizzo
3. L’acquisizione coattiva di diritti di servitù
3.1 Evoluzione storica ed ambito applicativo
3.2 Peculiarità procedimentali dell’asservimento coattivo
CAPITOLO VI - PROFILI PROCESSUALI E CONCLUSIONI
1. Il riparto di giurisdizione sulle occupazioni illegittime
2. L’art. 42-bis davanti al giudice amministrativo
2.1 Domande astrattamente proponibili al giudice amministrativo
2.2 L’azione di puro annullamento
2.3 L’azione risarcitoria in forma specifica
2.4 L’azione risarcitoria per equivalente
3. L’art. 42-bis davanti al giudice ordinario
4. L’art. 42-bis davanti alla Corte dei conti
5. L’art. 42-bis davanti alla Corte costituzionale
6. L’art. 42-bis davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
6.1 Analisi della giurisprudenza della Corte EDU sulle occupazioni illegittime
6.2 Riflessi sulla costituzionalità dell’art. 42-bis. Conclusioni
ALLEGATO 1 - TAVOLA SINOTTICA: ART. 43 ED ART. 42-BIS A CONFRONTO
ALLEGATO 2 - ESEMPIO PRATICO DI PROVVEDIMENTO ACQUISITIVO AI SENSI DELL’ART. 42-BIS
ALLEGATO 3 - PRIME PRONUNCE GIURISPRUDENZIALI SULL’ART. 42-BIS
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA

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Il d.l. 98/2011 ha introdotto nel testo unico delle espropriazioni per pubblica utilità un nuovo art. 42-bis, dedicato alla «utilizzazione senza titolo di un bene per scopi di interesse pubblico». La nuova disposizione recupera in parte i contenuti del previgente art. 43, che era stato espunto per eccesso di delega ad opera della sentenza 293/2010 della Corte costituzionale. L’introduzione dell’art. 42-bis nel d.P.R. 327/2001 segna dunque la fine del caos che per nove mesi ha agitato il sistema delle occupazioni illegittime nel nostro Paese e segna al contempo il ritorno ad un regime di diritto positivo. Il rapporto tra la nuova e la vecchia acquisizione coattiva sanante, tuttavia, è molto meno immediato di quanto possa sembrare a prima vista: sicuramente l’art. 42-bis eredita molti tratti somatici dal defunto art. 43, ma al contempo vi apporta sensibili innovazioni, anche di tipo strutturale e concettuale. L’opera accompagna dunque l’interprete nell’esame della nuova disposizione, traendo giovamento dalle esperienze giuridiche pregresse, ma senza trascurare di affrontare e risolvere le questioni che l’art. 42-bis pone per la prima volta. Per agevolare questa complessa operazione ermeneutica si individuano anzitutto le cinque condizioni di acquisizione previste dalla legge, passando poi ad un’analisi della procedura acquisitiva, con speciale attenzione per i delicatissimi profili economici dell’innovativo indennizzo-risarcimento. Dell’istituto non vengono tralasciati neppure gli articolati risvolti processuali: l’ultimo capitolo dell’opera è infatti dedicato al ruolo dell’art. 42-bis davanti al giudice civile ed a quello amministrativo, davanti alla Corte dei conti, davanti alla Corte costituzionale e davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Per l’utilità dell’operatore si offrono infine una tavola sinottica finalizzata al confronto tra la nuova e la vecchia norma, un esempio concreto di provvedimento acquisitivo realmente adottato ai sensi dell’art. 42-bis ed una rassegna delle venti pronunce più importanti tra quelle che si sono occupate fino ad ora della nuova acquisizione coattiva sanante.

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Marco Antoniol - L'art. 42-bis d.P.R. 327/2001. La nuova acquisizione coattiva sanante
L’art. 42-bis rappresenta il quarto tentativo di risolvere il problema delle occupazioni illegittime di diritto pubblico. Prescindendo dalla soluzione di diritto comune (in realtà più teorica che reale), il primo tentativo di soluzione fu la c.d. «espropriazione sostanziale». Tale tormentato istituto di origine pretoria fu dapprima affiancato e poi sostituito dall’art. 43 d.P.R. 327/2001, che nacque però da un eccesso di delega e per questo fu espunto dalla Consulta nel 2010. Seguirono allora nove mesi di caos, ai quali pone finalmente termine, nel 2011, il vigente art. 42-bis.
Le tre questioni di legittimità costituzionale sollevate dal TAR Napoli nei confronti del discusso art. 43 d.P.R. 327/2001 furono affrontate dalla Consulta alla fine del 2010. La Corte accolse la questione dell’eccesso di delega, dichiarò assorbita la questione della violazione del giudicato e dichiarò assorbita anche la questione della violazione della Convenzione EDU, manifestando al contempo, tuttavia, il proprio «legittimo dubbio» sulla compatibilità di una soluzione di questo tipo con le fonti di rango sovranazionale.
Nei nove mesi di interregno che vanno dalla sentenza 293/2010 della Corte costituzionale all’entrata in vigore dell’art. 42-bis la giurisprudenza mostra oscillazioni senza precedenti, sia laddove il proprietario chieda il risarcimento per equivalente del danno cagionato dal soggetto pubblico, sia dove ne chieda il risarcimento in forma specifica.
Nonostante l’apparente similitudine tra art. 43 ed art. 42-bis, le due norme mostrano differenze tutt’altro che trascurabili. Nel vigore dell’art. 43, ad esempio, si era molto discusso in merito alla sua retroattività, mentre l’art. 42-bis si dichiara espressamente retroattivo. L’art. 43, poi, contemplava un risarcimento pari al valore venale, che l’art. 42-bis sostituisce con un indennizzo pari al valore venale aumentato del 10%. L’art. 43, invece, era testualmente applicabile in giudizio, mentre nell’art. 42-bis questo risultato può essere raggiunto soltanto in via interpretativa. Al contrario, l’art. 43 non faceva menzione del giudizio di responsabilità erariale, mentre l’art. 42-bis richiede la trasmissione alla Corte dei conti di ogni provvedimento acquisitivo.
La nuova acquisizione coattiva sanante presuppone la sussistenza di cinque condizioni: L’utilizzazione per scopi di interesse pubblico, l’occupazione illegittima, l’avvenuta modifica del bene, la valutazione degli interessi in conflitto e l’assenza di ragionevoli alternative. In presenza di questi presupposti si può dar luogo alla procedura. L’istituto, inoltre, mostra rilevanti risvolti processuali, potendo venire in rilievo davanti al giudice amministrativo, al giudice ordinario, alla Corte dei Conti, alla Corte Costituzionale ed alla Corte EDU.

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