La cittadinanza per nascita o per naturalizzazione nei Paesi Bassi e in Belgio

Paesi Bassi

Lineamenti generali e fonti normative

La legislazione dei Paesi Bassi in materia di cittadinanza ha modificato la propria fisionomia a partire dal 2000, in quanto da quel momento la attribuzione della cittadinanza agli stranieri non è stata più concepita come un mezzo per agevolare la partecipazione degli immigrati alla vita dello Stato (secondo l’originaria impostazione degli anni cinquanta), ma è stata configurata come un traguardo posto a coronamento di un percorso di integrazione.

Le principali fonti normative, in materia di cittadinanza, sono: a) la legge sulla cittadinanza olandese (Rijkswet op het Nederlanderschap) del 19 dicembre 1984, successivamente più volte modificata e, da ultimo, in particolare, riveduta dalla legge del 21 dicembre 2000, in vigore dal 1° aprile 2003, la quale ha introdotto per la prima volta il test di naturalizzazione; b) la legge di integrazione civica (Wet Inburgering) del 30 novembre 2006, in vigore dal 1° aprile 2007.


La cittadinanza per nascita

Attualmente i Paesi Bassi hanno un sistema misto di ius sanguinis e ius soli. Alla seconda generazione di immigrati è concessa la cittadinanza olandese per diritto di nascita. La prima generazione nata nei Paesi Bassi da genitori stranieri conserva, invece, la cittadinanza dei genitori, ma per coloro che hanno trascorso la maggior parte della loro vita nei Paesi Bassi, una volta raggiunta la maggiore età è piuttosto facile ottenere la cittadinanza olandese. Per questi ultimi si aprono due possibilità: utilizzare la procedura della opzione (optieprocedure) oppure la procedura di naturalizzazione (naturalisatie).


La procedura della opzione

La procedura della opzione è stata introdotta dalla legge sulla cittadinanza del 19 dicembre 1984...


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La procedura di naturalizzazione

Diversamente da quanto accaduto in altri Paesi l’approccio olandese alla naturalizzazione è stato di tipo strumentale, finalizzato principalmente a garantire uguali diritti sia ai cittadini olandesi sia agli immigrati, senza per questo obbligare questi ultimi a possedere il passaporto olandese. Una tale imposizione, infatti, non sarebbe stata conforme alle idee originariamente dominanti di multiculturalismo e di rispetto dell’identità culturale. Conseguentemente, molte parti della legislazione furono modificate per permettere ai residenti stranieri di partecipare più attivamente nella società olandese.

Nel corso degli anni, tuttavia, tale impostazione è stata in parte modificata e dal 2000 in poi si sono manifestate opinioni sempre più contrarie al multiculturalismo, che si sono radicalizzate specialmente dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 e l’omicidio, nel maggio 2002, del leader populista Pim Fortuyn (sebbene avvenuto per mano di un suo connazionale), noto per i suoi scritti che attaccavano le minoranze etniche e la politica del Governo nei confronti degli immigrati da lui giudicata assolutamente permissiva.

Negli anni successivi il Governo ha apportato numerosi cambiamenti alla normativa, con i quali, fra l’altro, si è stabilito che le competenze in materia d’integrazione passassero dal Ministero degli Interni al Ministero della Giustizia e si sono modificati i percorsi di integrazione che gli immigrati devono seguire.

Il 1° aprile 2003 è entrato in vigore un provvedimento di modifica della legge del 1984, approvato nel dicembre 2000.

La nuova disciplina ha reintrodotto la possibilità di mantenere, in diversi casi, la doppia cittadinanza, ma al contempo ha reso meno agevole l’acquisizione della cittadinanza olandese, prevedendo per la prima volta che la sua concessione sia subordinata al superamento di un test sulla conoscenza della lingua e della società dei Paesi Bassi.

Il 1° aprile 2007 è entrata in vigore la legge di integrazione civica, approvata il 30 novembre 2006, che ha introdotto il nuovo esame di integrazione civica (sostitutivo del test precedente), rendendolo obbligatorio sia per poter ottenere il permesso di soggiorno permanente, sia per acquisire la cittadinanza olandese.

Il requisito generale per potersi avvalere della procedura di naturalizzazione è...


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Sotto l’aspetto statistico la procedura di naturalizzazione, benché più lunga dell’altra (in genere un anno di tempo rispetto ai tre mesi della optieprocedure), è stata finora quella più seguita dagli immigrati per ottenere la cittadinanza olandese; il numero delle procedure d’opzione è tuttavia in aumento e probabilmente vedrà un ulteriore incremento nel prossimo futuro dal momento che il test d’integrazione è divenuto negli anni sempre più severo e difficile da superare.


Belgio

Cittadinanza per nascita

In Belgio gli stranieri acquistano automaticamente la cittadinanza se sono nati sul territorio nazionale, ma dopo il compimento dei 18 anni ovvero dei 12 anni, se i genitori sono residenti nel Paese da almeno dieci anni.



Naturalizzazione: introduzione

Fino al 1985, anno di entrata in vigore del nuovo codice della cittadinanza belga (Legge Gol), le naturalizzazioni degli stranieri in Belgio sono state molto poche specialmente a causa della prevista distinzione fra naturalisation ordinaire e grande naturalisation.


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Dopo la denuncia parziale della Convenzione di Strasburgo, da parte del Belgio, al pari di altri Paesi, sono aumentate le possibilità per gli immigrati di mantenere una doppia cittadinanza [3].


I requisiti per la naturalizzazione

In Belgio uno straniero acquista la cittadinanza per naturalizzazione se ha almeno 18 anni di età e può dimostrare di risiedere nel territorio nazionale da almeno 3 anni.

Dopo la concessione della cittadinanza...


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Il Consiglio di Stato ha anche espresso perplessità in ordine al previsto requisito della conoscenza di una delle lingue nazionali, fortemente legato a quello dell’integrazione sociale, richiamando l’attenzione del legislatore sulla possibile violazione del principio costituzionale di uguaglianza e sulla (potenzialmente) problematica applicabilità pratica della normativa proposta sul punto.

Con riguardo al requisito della partecipazione economica del richiedente in modo tale da poter sostenere economicamente se stesso e i familiari a carico, i Giudici del supremo organo della giustizia amministrativa hanno evidenziato che dall’applicazione letterale di tale condizione sarebbe potuta derivare l’esclusione dal processo di ottenimento della cittadinanza belga delle persone non più economicamente attive per ragioni anagrafiche o di salute.

Né va omesso di considerare...


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La riforma del 2012

Con la legge approvata il 4 dicembre 2012 (entrata in vigore nel 2013), sono stati introdotti i requisiti linguistici, per l’acquisto della cittadinanza, modificando il codice della cittadinanza del 28 giugno 1984, limitandosi a stabilire che per prova di conoscenza della lingua debba intendersi la prova di conoscenza di una delle tre lingue nazionali (art. 2 della legge del 2012, che modifica l’art. 1 del codice della cittadinanza) e introducendosi il requisito come condizione per l’ottenimento della cittadinanza belga sia per declaration (art. 9 della legge che modifica l’art. 12-bis del codice) sia per naturalisation (art 17 della legge che modifica l’art. 21 del codice).

Per come è stata concepita la suddetta normativa, in primo luogo...


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Con la riforma del 2000 è stata abolita la necessità della suddetta dimostrazione e con essa anche l’obbligo per il richiedente di conoscere una delle tre lingue nazionali belghe.

La riforma del 2000 era stata accolta favorevolmente sia in Belgio sia a livello internazionale, in quanto, in controtendenza con quanto stava avvenendo in Europa, in Belgio l’obiettivo dell’integrazione tornava ad essere un fine e non una condizione per diventare cittadini.

L’ultima riforma...


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b) diversa la situazione della declaration (già option), ove si è passati dalla verifica della volontà di integrazione, che si traduceva nella capacità di parlare in una delle tre lingue nazionali, al possesso della conoscenza linguistica di livello A2 (art. 2 della legge del 2012) che, come specificato dal successivo decreto attuativo (decreto reale del 14 gennaio 2013), può essere provato attraverso una serie di certificati rilasciati da enti competenti oppure mediante attestazioni di frequenza di scuole secondarie, corsi professionali, corsi di integrazione ovvero dimostrando di aver lavorato ininterrottamente in Belgio nei cinque anni che hanno preceduto la domanda.

 
Al netto dei dubbi sulla scelta della conoscenza linguistica come mezzo di prova della volontà di integrazione – in un Paese nel quale la lingua costituisce un fattore fortemente e certamente disgregativo – tuttavia, la chiara definizione degli elementi che sono alla base delle scelte degli organi competenti in materia di acquisizione di cittadinanza belga non può essere giudicata in maniera del tutto negativa. Molto dipenderà, però, dalle politiche che saranno affiancate a questa nuova disciplina.

In effetti, la modifica al codice...


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