Edilizia religiosa e luoghi di culto

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L'utilizzo per fini di culto (nella specie islamico), da parte di un'associazione culturale, di un capannone ubicato in un perimetro della rete urbana che gli strumenti di pianificazione destinano all’attività produttiva-artigianale, non configura un mutamento di destinazione giuridicamente rilevante, ai fini dell’eventuale adozione della sanzione interdittiva del cambio di destinazione non consentito, se non comporta un maggior peso urbanistico effettivamente incidente sul tessuto urbano.

La destinazione di un locale a luogo di ritrovo e di culto per la religione islamica richiede il preventivo rilascio del permesso di costruire per affrontare in modo congruo le problematiche urbanistiche connesse all’afflusso dei fedeli.

Il criterio discretivo per riconoscere in un dato locale l’esercizio dell’attività di culto... _OMISSIS_ ...ndiscriminato dei fedeli, nel senso che l’accesso al locale deve essere consentito a tutti coloro i quali vogliano pacificamente accostarsi a quella particolare pratica religiosa; il semplice svolgimento, all’interno di un dato locale, di pratiche religiose, viceversa, non basta a qualificarlo luogo di culto, ove però l’accesso sia riservato a un numero determinato e determinabile di soggetti, come i membri di un circolo o associazione.

Nessun soggetto può ordinare ad altro di non pregare a casa propria.

Il fatto che nella sede di un'associazione culturale islamica si tenga la preghiera del venerdì non significa che sia stata destinata a moschea: perché si abbia tale mutamento, infatti, di destinazione d'uso occorre che il locale sia aperto all'indiscriminato accesso dei fedeli, in quanto solo in questo caso si verifica l'aumento del carico urbanistico.

Per ravvisare la presenza di una moschea in senso... _OMISSIS_ ...le norme edilizie e urbanistiche sono necessari due requisiti, l’uno intrinseco, dato dalla presenza di determinati arredi e paramenti sacri, l’altro estrinseco, dato dal dover accogliere tutti coloro che vogliano pacificamente accostarsi alle pratiche cultuali o alle attività in essi svolte e consentire la pratica del culto a tutti i fedeli di religione islamica, uomini e donne, di qualsiasi scuola giuridica, derivazione sunnita o sciita, o nazionalità essi siano.

Una chiesa consacrata nei termini della religione cattolica, e anche di altri culti, può esistere anche all’interno di una proprietà privata - come nel caso delle cappelle gentilizie, di conventi o di istituti, dove è ben possibile dir regolarmente messa - ma non assume rilievo urbanistico edilizio sin quando non permetta il libero accesso dei fedeli.

Anche gli edifici che si ipotizzi adibiti a luogo di culto (e di qualsiasi culto) devono rispettare la disciplina... _OMISSIS_ ...abilita dai Comuni nell’esercizio della propria potestà di conformazione del territorio.

Anche se un'immobile è formalmente qualificato come sede di un’associazione religiosa, deve ritenersi che la destinazione di una superficie pari a circa la metà di quella complessiva a vasta sala multifunzionale con la presenza del mihrab orientato verso la Mecca disveli la reale destinazione dell’immobile a luogo di culto.

L’inserimento di un’area in zona per la quale lo strumento urbanistico prevede la destinazione a «residenza», «attività terziarie e ricettive» ed altre consimili, ma non anche ad attrezzature «pubbliche» o «collettive», non consente che nella zona possa essere realizzato un edificio di culto, in quanto esso rientra tra le attrezzature «pubbliche» o «collettive», per la cui realizzazione devono essere riservate adeguate aree, individua... _OMISSIS_ ...ormazione degli strumenti urbanistici generali.

Non sussiste, nel contesto dell’art. 52, comma 3-bis della L.R. Lombardia 12 del 2005, alcuna discriminazione di carattere politico-culturale e religioso, anche per il fatto che tale disciplina è uniformemente applicata ad ogni luogo di culto, anche cattolico, nonché ad ogni centro sociale, di qualsivoglia tendenza socio-politica, al fine di salvaguardare l’incolumità di tutti coloro che frequentano tali luoghi di riunione.

Se un immobile non risulta sia utilizzato in via esclusiva quale luogo di culto (diritto, questo, il cui esercizio è comunque garantito anche ai non cittadini a’ sensi e nei limiti dell’art. 19 Cost.), in linea di principio non è possibile affermare la sussistenza di un’incompatibilità edilizio-urbanistica della destinazione d’uso dell’immobile medesimo.

Tra gli scopi di carattere generale enunciati dallo Statuto di un... _OMISSIS_ ...l'eventuale specifica attività di organizzare preghiere individuali e collettive assume un carattere del tutto preminente, e ciò inderogabilmente impone l’applicazione della disciplina urbanistico-edilizia dei luoghi di culto.

E' manifestamente inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'art. 52, comma 3-bis della L.R. Lombardia 12 del 2005, in quanto la norma è volta al controllo di mutamenti di destinazione d’uso suscettibili, per l’afflusso di persone o di utenti, di creare centri di aggregazione (chiese, moschee, centri sociali, ecc.) aventi come destinazione principale o esclusiva l’esercizio del culto religioso o altre attività con riflessi di rilevante impatto urbanistico, le quali richiedono la verifica delle dotazioni di attrezzature pubbliche rapportate a dette destinazioni: se non altro agli effetti dell’altrettanto necessario e conseguente rilascio del certificato di agibilità.

I co... _OMISSIS_ ...qualora ricevano richieste di localizzazione di luoghi di culto, possono legittimamente porsi soltanto il problema dell’effettiva esigenza di queste infrastrutture in relazione al numero di soggetti interessati: una volta accertata l’esigenza di un luogo di culto la localizzazione deve essere necessariamente conforme alla proposta presentata, qualora i promotori del progetto abbiano la disponibilità degli immobili, in quanto una diversa soluzione, coinvolgendo diritti di terzi, equivarrebbe di fatto a un diniego arbitrario.

Non è astrattamente impossibile l'evoluzione di un edificio residenziale verso una funzione sociale, anche di tipo religioso.

L’art. 70 comma 2 della LR Lombardia 12/2005, che dispone l'applicazione delle disposizioni seguenti agli enti delle confessioni acattoliche come tali qualificate in base a criteri desumibili dall'ordinamento ed aventi una presenza diffusa, organizzata e stabile nell'ambito del co... _OMISSIS_ ...effettuati gli interventi disciplinati dal presente capo, ed i cui statuti esprimano il carattere religioso delle loro finalità istituzionali e previa stipulazione di convenzione tra il comune e le confessioni interessate, non autorizza i comuni a decidere sulla qualificazione delle confessioni religiose.
Il presente articolo è un'aggregazione di sintesi di pronunce giudiziali estratte da un nostro codice o repertorio, nel quale le sintesi qui visibili sono associate agli estremi e agli estratti originali delle pronunce a cui si riferiscono (vedasi il sampler del prodotto). Possono essere presenti sintesi ripetitive o similari, derivanti da pronunce di contenuto ripetitivo o similare.