42bis, il dispositivo: liquidazione, acquisizione e contenuti ulteriori

Il medesimo comma 4 dell'art. 42-bis che definisce i contorni motivazionali del provvedimento acquisitivo si occupa poi, nella seconda parte, del dispositivo di tale provvedimento, che deve anzitutto liquidare l'indennizzo e disporne il pagamento entro il termine di trenta giorni [676].

In punto di liquidazione, il provvedimento dovrà anzitutto riprendere le risultanze della fase di stima, alla quale riteniamo di poter rinviare [677]. A questo proposito, però, si segnala che la tecnica normativa utilizzata nella redazione dell'art. 42-bis potrebbe far sorgere alcune difficoltà interpretative, delle quali sembra opportuno dare conto.

In primo luogo, il comma 4 dell'art. 42-bis, nel disporre il pagamento delle somme dovute, non prevede lo scomputo delle eventuali somme già erogate al proprietario. In effetti, dal momento che l'occupazione illegittima deriva di norma dalla degenerazione della procedura espropriativa, è ben possibile che il priv... _OMISSIS_ ...ercepito in tutto o in parte l'indennità di esproprio, ad esempio perché quantificata nel decreto di occupazione non seguito da decreto di esproprio. Ci si può chiedere, dunque, se tali somme devono essere computate dall'autorità procedente nel momento in cui adotta il provvedimento acquisitivo ex art. 42-bis.

Il problema sorge perché la detrazione delle somme già erogate è espressamente previsto dal terzo periodo del comma 2 e dal secondo periodo del comma 8, ma non dal comma 4, che si pone in termini di previsione generale rispetto alle altre due. La detrazione, cioè, sarebbe prevista nelle sole ipotesi di annullamento o ritiro di un provvedimento della procedura espropriativa o in caso di fatti anteriori all'entrata in vigore dell'art. 42-bis, mentre negli altri casi si dovrebbe procedere all'erogazione di tutto l'indennizzo-risarcimento ed al separato recupero di quanto versato senza titolo.

La soluzione appare però irragionevole perché ... _OMISSIS_ ...pendiosa: in una logica di efficienza e buona amministrazione, per conseguire un simile risultato il legislatore non avrebbe mai potuto affidarsi ad un semplice confronto tra le norme contenute nell'art. 42-bis, dovendo piuttosto vietare espressamente l'operatività della compensazione. Ed invero, una volta venuto meno il titolo che aveva garantito al privato la percezione delle somme erogate in sede espropriativa, queste diventano indebiti oggettivi e possono essere ripetute dall'amministrazione ai sensi dell'art. 2033 c.c. [678]: trattandosi di debiti liquidi ed esigibili, ai sensi dell'art. 1242 c.c. essi si compensano con l'indennizzo-risarcimento nel giorno in cui questo viene in essere [679], cioè nel momento di adozione del provvedimento acquisitivo. Dalla somma dovuta in forza delle risultanze istruttorie, dunque, le somme già erogate devono essere detratte in virtù dei principi generali, anche a prescindere dal dato testuale della norma che prevede l'insorgenza d... _OMISSIS_ ...ligatorio. In tal senso, del resto, si orientava anche la giurisprudenza dei regimi precedenti [680], laddove la compensazione non era né prevista né vietata, ma semplicemente affidata alle regole codicistiche.

Il confronto interno tra i capoversi dell'art. 42-bis, del resto, potrebbe condurre anche ad altri risultati abnormi, che sono parimenti da evitare. Leggendo con attenzione l'intero art. 42-bis, infatti, si può osservare che il legislatore, ogniqualvolta ha dovuto far riferimento alle somme da erogare al proprietario, ha utilizzato l'espressione “indennizzo”, senza mai accostarvi espressamente il risarcimento: così, in primo luogo, il comma 1 consente all'autorità che utilizza il bene di «disporre [...] che al proprietario sia corrisposto un indennizzo», senza minimamente alludere al risarcimento; allo stesso modo, la seconda parte del comma 4 prescrive che nell'atto di acquisizione sia «liquidato l'indenni... _OMISSIS_ ...disposto il pagamento, senza contemplare espressamente né la liquidazione né il pagamento del risarcimento; come si dirà, poi, la terza parte del medesimo comma 4 condiziona sospensivamente l'acquisizione al «pagamento delle somme dovute ai sensi del comma 1», che menziona appunto il solo indennizzo. Del risarcimento si parla invece nel solo secondo periodo del comma 3, dove peraltro si utilizza un'espressione verbale decisamente ambigua: il risarcimento non è liquidato o pagato, ma semplicemente “computato”. Ma tale risarcimento, oltre che computato, deve essere anche corrisposto al proprietario? E se sì, perché i commi 1 e 4 non ne fanno menzione?

La questione non è di poco momento. Interpretando letteralmente l'art. 42-bis, infatti, si dovrebbe ritenere legittimo anche il provvedimento acquisitivo che liquidi l'indennizzo ma non il risarcimento [681]. Ciò non farebbe venir meno il diritto del proprietario ad ottenere il ri... _OMISSIS_ ...ui al secondo periodo del comma 3, ma lo costringerebbe a richiederlo espressamente ed eventualmente agire in sede giudiziale in caso di silenzio o di diniego espresso.

Questa interpretazione, benché letteralmente possibile, è però irragionevole. In tal modo, infatti, il provvedimento acquisitivo, lungi dal risolvere la controversia tra privato ed amministrazione, si limiterebbe a segnare un punto a favore di quest'ultima, privando il proprietario di ciò che gli spetta per legge. Contrariamente ai canoni di buon andamento della pubblica amministrazione e di ragionevole durata dei processi, dunque, l'art. 42-bis ammetterebbe provvedimenti di acquisizione non pienamente satisfattivi, costringendo il privato e l'amministrazione ad un contenzioso che si sarebbe potuto agevolmente evitare in sede procedimentale, semplicemente adottando un'interpretazione meno rigida della norma di legge.

Se è così, superando il dettato testuale dell'art. 4... _OMISSIS_ ...rse ritenere che il risarcimento di cui alla seconda parte del comma 3 sia incluso in un concetto ampio - e parzialmente atecnico - di indennizzo. Il risarcimento, infatti, è computato in termini di interesse annuo sul valore del bene utilizzato per scopi di pubblica utilità, e quest'ultimo costituisce l'indennizzo per il pregiudizio patrimoniale. Con una certa approssimazione, quindi, ci si potrebbe limitare ad aumentare l'indennizzo dell'interesse del 5% annuo, dando luogo così un “indennizzo maggiorato”, comprensivo del risarcimento del danno.

Un simile risultato è concettualmente equivoco, perché svaluta quella contrapposizione tra lecito ed illecito che, costituendo una novità dell'art. 42-bis rispetto all'art. 43, dovrebbe essere massimamente sottolineata. D'altra parte, essa appare costituzionalmente obbligatoria, perché sembra l'unica possibilità per evitare che l'amministrazione corrisponda il solo indennizzo in senso stretto e ... _OMISSIS_ ...rcimento del danno a quando il privato deciderà di evocarla in giudizio. La plurima svista legislativa, d'altra parte, si può forse spiegare proprio in virtù di una frettolosa traduzione dell'art. 43 [682], laddove il problema non si poneva perché il risarcimento del danno includeva tutte le voci dell'emolumento e dunque anche l'interesse di cui alla lett. b) del comma 6.

In sintesi, quindi, laddove il comma 1 e la seconda parte del comma 4 richiedono la liquidazione ed il pagamento del solo “indennizzo”, sembra doveroso intendere l'espressione in termini di “indennizzo-risarcimento”, comprensivo di tutte e tre le voci che l'art. 42-bis riconosce al privato. Analogamente, laddove la terza parte del comma 4 condiziona l'acquisizione al pagamento delle somme di cui al comma 1, appare necessario intendere il comma 3 come implicitamente richiamato dal comma 1 e quindi subordinare l'effetto reale anche al risarcimento del danno per l'occ... _OMISSIS_ ...titolo. Il provvedimento che si limiti a seguire pedissequamente l'art. 42-bis e liquidi il solo indennizzo, invece, appare illegittimo per violazione di legge e sembra che il privato lo possa impugnare davanti al giudice amministrativo.

Della somma liquidata deve essere disposto il pagamento entro trenta giorni. Come presto si dirà, il pagamento costituisce uno dei cinque adempimenti successivi all'adozione del provvedimento e funziona da condizione sospensiva del passaggio del diritto di proprietà.

Ciò illumina l'altra componente fondamentale del dispositivo provvedimentale, il quale, oltre al pagamento dell'indennizzo-risarcimento, deve disporre anche l'acquisizione del bene al patrimonio dell'ente: dal comma 1 della disposizione si ricava infatti che tale acquisizione costituisce l'effetto principale del provvedimento di cui all'art. 42-bis, che dunque la deve disporre espressamente. Non sembra invece necessario che la portata temporale ... _OMISSIS_ ...do effetto sia esplicitamente differita all'effettivo pagamento dell'indennizzo-risarcimento - se successivo [683] - perché ciò costituisce condicio iuris imposta dalla legge, che il provvedimento può riportare soltanto per ragioni di chiarezza espositiva: l'eventuale omissione, dunque, non inficerebbe la legittimità dell'atto e non potrebbe comportare un acquisto del diritto antecedente rispetto al momento fissato dal comma 4 dell'art. 42-bis.

In ultimo, il provvedimento acquisitivo può anche ordinare l'esecuzione degli altri quattro adempimenti successivi, cioè la notifica, la trascrizione e la doppia trasmissione del provvedimento stesso. Concernendo la fase successiva all'adozione del provvedimento stesso, però, sembra corretto rinviare la relativa analisi alla sede appropriata [684], anche se è lecito ed opportuno far menzione di tali adempimenti già nel dispositivo dell'atto di acquisizione.