GIUDIZIO PROCESSO

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Giurisdizione sull'intervenuta usucapione nel procedimento espropriativo

L’eccezione di intervenuta usucapione in un giudizio presso il TAR avente ad oggetto l'accertamento dell'illegittima occupazione del bene privato per scopi di pubblica utilità è attratta nella sfera di cognizione del giudice della domanda principale ed è, quindi, devoluta alla cognizione del TAR stesso ex art. 8 c.p.a.

La domanda giudiziale per il riconoscimento e il risarcimento danni

Chi propone una domanda di condanna al risarcimento dei danni da accertare e liquidare nel medesimo giudizio, ha l'onere di fornire la prova certa e concreta del danno, così da consentirne la liquidazione, oltre che la prova del nesso causale tra il danno e i comportamenti addebitati alla controparte; la liquidazione in via equitativa ai sensi dell'art. 1226 c.c. è consentita solo se il danno sia comunque dimostrato mediante elementi che forniscano parametri plausibili di quantificazione.

La domanda risarcitoria di riparazione per equivalente o in forma specifica

Anche quando il proprietario di un bene illegittimamente occupato dalla pubblica amministrazione, a tutela del suo diritto, chieda il risarcimento del danno (con la domanda di restituzione e di riduzione in pristino ovvero per equivalente), il giudice amministrativo deve qualificare la domanda tenendo conto della disciplina sostanziale e processuale posta dal legislatore e deve rilevare quali siano le alternative poste dal legislatore e a cui l’Amministrazione conformare il proprio operato.

Atti impugnabili nel processo amministrativo

In tema di atto amministrativo e loro impugnazione, gli atti prodromici ed endoprocedimentali non sono impugnabili perché non dotati di autonoma lesività in assenza dell'atto finale dell'Autorità, unico avente natura provvedimentale e carattere autoritativo.

La qualità di controinteressato e cointeressato nel contradditorio amministrativo

La qualità di controinteressato all’annullamento di un atto amministrativo si desume con riguardo al soggetto, individuato nell’atto – ovvero facilmente individuabile in ragione delle indicazioni contenute nell'atto medesimo, secondo semplice e ordinaria diligenza – che risulta titolare di un interesse eguale e contrario a quello del ricorrente, ma pur sempre diretto ed immediato.

Impugnabilità di atti e decisioni giudiziali presso la Corte di Cassazione

A norma dell'art. 384 c.p.c., comma 1, l'enunciazione del principio di diritto vincola il giudice di rinvio che ad esso deve uniformarsi, anche se nel frattempo sono intervenuti mutamenti in seno alla giurisprudenza di legittimità. D'altra parte, anche la Corte di cassazione, nuovamente investita del ricorso avverso la sentenza pronunziata dal giudice di merito, deve giudicare muovendo dal principio di diritto precedentemente enunciato e applicato dal giudice di rinvio.

Condizioni e conseguenze dell'impugnazione del decreto di esproprio, di occupazione e della dichiarazione di p.u.

Il decreto di esproprio non produce una sorta di effetto "novativo" dell'intera procedura, con la conseguenza di rimettere l'interessato in termini per l'impugnazione di atti anteriori, già immediatamente lesivi e incontestatamente a lui noti o comunque conoscibili, e tuttavia non censurati a suo tempo nel termine di legge.

La dichiarazione d'improcedibilità dei ricorsi amministrativi per sopravvenuta carenza di interesse

Per la dichiarazione d'improcedibilità di un ricorso per sopravvenuta carenza di interesse la sopravvenienza deve essere tale da rendere certa e definitiva l'inutilità della sentenza per aver fatto venir meno, per il ricorrente, qualsiasi residua utilità, anche soltanto strumentale o morale, della pronuncia del giudice, la cui relativa indagine deve essere da lui condotta con il massimo rigore onde evitare che la l'improcedibilità si risolva in una sostanziale elusione dell'obbligo di pronuncia.

L'impugnazione di strumenti urbanistici generali ed attuativi

L'impugnazione di uno strumento urbanistico deve pur sempre ancorarsi a specifici vizi ravvisati con riferimento alle determinazioni adottate dall'Amministrazione in ordine al regime dei suoli in proprietà del ricorrente, e non può fondarsi sul generico interesse a una migliore pianificazione del proprio suolo, che in quanto tale non si differenzia dall'eguale interesse che quisque de populo potrebbe nutrire.

Il ricorso avverso il diniego di sanatorie e le sanzioni edilizie

La verifica della legittimità dell'impugnazione del diniego di sanatoria passa per l’accertamento della sussistenza di un adeguata motivazione svolta dalla p.a. chiamata a decidere.

Decorrenza del termine di impugnazione di un titolo edilizio rilasciato a terzi

In tema di decorrenza del termine di impugnazione del permesso di costruire, questo inizia a decorrere, laddove si contesti il quomodo dell’edificazione, sia dal completamento dei lavori sia, altrimenti, dal momento in cui, dal grado di sviluppo degli stessi, si renda palese l’esatta dimensione, consistenza, finalità, dell’erigendo manufatto.

Il dies a quo per l’impugnazione del titolo edilizio: inizio o fine lavori?

Qualora si contesti il quomodo dell'intervento edilizio realizzato, il dies a quo per l’impugnazione del titolo edilizio decorre dall’ultimazione dei lavori o dal raggiungimento di un grado di sviluppo dei lavori sufficiente a rendere apprezzabili i caratteri e la portata dell’intervento.

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