REVOCAZIONE

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La tutela degli animali

Negli ultimi anni il pensiero che riguarda gli animali è radicalmente cambiato: non sono più visti come cose, ma come esseri senzienti in grado di provare dolore e lo Stato italiano, come anche altri Stati europei ed extra-europei, si è adeguato a tale pensiero con la legge 189 del 2004, nella quale viene riconosciuto un diritto agli animali di non provare sofferenze.

Pet Therapy

In Italia, la Pet therapy[15] è stata riconosciuta nel 2003 col D.p.c.m. 28 febbraio 2003[16] “recepimento dell’accordo[17] recante disposizioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet therapy”.

Abbandono o incuria di animali

Di recente si è iniziato a parlare del cosiddetto “diritto all’affetto” per gli animali, con il quale si intende il diritto a ricevere le cure del padrone e a non essere abbandonato, e l’ambito non va ristretto al solo caso in cui l’animale venga lasciato per strada, ma anche a quell’abbandono più subdolo che priva il medesimo delle dovute attenzioni e dell’affetto del proprio compagno umano.

Tutela degli animali durante il loro trasporto

Successiva all’allevamento è la fase di trasporto degli animali regolata dal decreto legislativo n. 532 del 30 dicembre 1992, in attuazione della direttiva europea n. 628 del 1991, modificato dal decreto legislativo n. 388 del 20 ottobre 1998, in attuazione della direttiva europea n. 29 del 1995.

Il sistema delle strade pubbliche prima dell’Unità d’Italia

Una prima distinzione circa il sistema delle strade pubbliche è già rinvenibile in epoca romana, in base a quanto affermato da Gaio, il quale oltre a evidenziare la distinzione tra ‹‹res divinii iuris›› e ‹‹res humanii iuris››, distingueva in quest’ultima categoria le ‹‹res publicae›› e ‹‹res privatae››.

Il sistema stradale instaurato con la legge sui lavori pubblici del 1865

I vari provvedimenti che furono intrapresi cercarono di ridurre i gravi squilibri esistenti nella penisola italiana, in primis attraverso il riordinamento della viabilità comunale, con l’obbligo per i singoli Comuni di provvedere alla costruzione e sistemazione delle strade comunali necessarie per l’allacciamento con il capoluogo o con il maggior centro di popolazione dei Comuni vicini .

Strade: la riforma del 1923 e successive modifiche

La classificazione delle strade pubbliche effettuata con la legge del 1865, venne sostituita dal R.D. del 15 novembre 1923 n. 2506, attraverso una ripartizione in cinque classi, avente come criterio di distinzione l’onere finanziario per la manutenzione delle medesime .

Nozione di strada pubblica

Sotto il profilo giuridico, con il termine strada, si intende ‹‹l’area ad uso aperta alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali››. Tale definizione è contenuta nell’art. 2 del codice della strada, approvato con d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285 e successive modifiche

Natura giuridica demaniale delle strade

Le attuali disposizioni del codice civile inerenti ai beni appartenenti allo Stato e alle altre pubbliche amministrazioni (art. 822c.c. e seg.) furono introdotte allo scopo di assoggettare alcune tipologie di beni ad un regime speciale, affinché fossero in grado di garantire una pluralità di interessi pubblici.

Accessori e pertinenze delle strade pubbliche

Il termine accessorio indica ogni cosa che ha un rapporto di subordinazione rispetto ad un’altra ma è un concetto indeterminato dal punto di vista giuridico e quindi è possibile distinguere, in senso stretto, due specie di cose accessorie: quelle che sono parte integrante di una cosa e quelle che ne costituiscono semplici pertinenze[2]. La cosa che per la sua naturale connessione con un’altra forma un tutto, tale da non avere un’esistenza materiale separata è la c.d. parte integrante.

Distinzione delle strade secondo l’uso e l’appartenenza

I criteri giuridici circa la distinzione tra strade pubbliche e strade private sono basati sull’appartenenza del suolo o sull’uso al quale le stesse sono destinate. Accanto a questi, è da considerare una terza categoria, intermedia, costituita dalle strade appartenenti agli enti pubblici territoriali non destinate all’uso pubblico.

Il concetto di classificazione delle strade pubbliche

Una delle più frequenti classificazioni dei beni pubblici proposta in dottrina è quella relativa alla distinzione tra i beni d’uso collettivo e i beni d’uso amministrativo, a seconda che siano utilizzati dalla collettività (come le strade) oppure siano al servizio diretto della p.a. (ad esempio, gli arredi degli uffici pubblici).

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