Pet Therapy

quo;azione benefica che la presenza dell’animale esercita sull’uomo da sempre, è stata riconosciuta ufficialmente da parte di medici, psicologi e veterinari solo da qualche decennio.

In Italia, la Pet therapy[15] è stata riconosciuta nel 2003 col D.p.c.m. 28 febbraio 2003[16] “recepimento dell’accordo[17] recante disposizioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet therapy”.

L’accordo in particolare prevede, da parte del Governo e delle Regioni (ciascuno nell’ambito delle proprie competenze) l’adozione di disposizioni finalizzate ad assicurare il benessere degli animali, ad evitarne utilizzi riprovevoli sia diretti che indiretti e ad utilizzare la pet therapy per la cura di anziani e bambini.

Stabilisce inoltre che «chiunque conviva con un animale da compagnia o abbia accettato di occuparsene è responsabile della sua salute e del suo benessere e deve p... _OMISSIS_ ...sua sistemazione e fornirgli adeguate cure ed attenzioni, tenendo conto dei suoi bisogni fisiologici ed etologici secondo l’età, il sesso, la specie e la razza[18]» (art. 2). Le caratteristiche fisiologiche e comportamentali devono essere tenute in considerazione anche per la riproduzione: la salute ed il benessere della progenitura o dell’animale femmina gravida o allattante vanno infatti tutelate (art. 3).

L’accordo vincola poi lo Stato e le Regioni ad impegnarsi a promuovere le iniziative rivolte a favorire una corretta convivenza tra le persone e gli animali da compagnia, nel rispetto delle esigenze sanitarie, ambientali e del benessere animale; invita inoltre le Regioni ad incoraggiare l’introduzione di animali da compagnia nelle strutture residenziali e negli istituti di cura per anziani e bambini[19].

Sarebbe però stato opportuno specificare la necessità di percorsi terapeutici da sviluppare nel rispetto ... _OMISSIS_ ...ll’animale: la LAV contesta infatti quelle forme di pet therapy che prevedono la privazione della libertà degli animali o quelle attività che comportano addestramenti o impongono, come ai cani residenti nei canili, di uscire solo per fare visite di brevissima durata alle varie istituzioni[20].

Questo infatti comporterebbe una vita incompatibile con le caratteristiche etologiche dell’animale, del cane nello specifico, che ha il bisogno di appartenere ad un branco in modo continuativo, il rapporto di pet therapy deve perciò essere caratterizzato dal reciproco scambio di emozioni, da cui deriva un reciproco vantaggio: la salute e il benessere dell’uomo e la salute e il soddisfacimento dei bisogni primari dell’animale[21].