DEMANIO PATRIMONIO BENI PUBBLICI

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L'autorizzazione per le infrastrutture per gli impianti radioelettrici ex art. 87 del codice delle comunicazioni elettroniche

L’art. 87 del codice delle comunicazioni elettroniche disciplina una particolare autorizzazione prevista per le infrastrutture necessarie per gli impianti radioelettrici. In particolare si tratta dei provvedimenti autorizzatori necessari per «l’installazione di torri, di tralicci, di impianti radio-trasmittenti, di ripetitori di servizi di comunicazione elettronica, di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche mobili GSM/UMTS, per dedicate alla televisione digitale terrestre.

La c.d. autorizzazione generale per i servizi di comunicazione elettronica

La fornitura di reti di comunicazione elettronica avviene attraverso un procedimento che si conclude non con una concessione bensì con un provvedimento che prende il nome di "autorizzazione generale" e che permane immutato anche dopo le innovazioni apportate al Codice delle comunicazioni elettroniche dal D.lgs. n. 207/2021.

Il demanio idrico e il procedimento di rilascio di concessioni

Le acque pubbliche fanno parte del demanio necessario dello Stato e ne seguono la disciplina; inoltre, la competenza in materia è ripartita tra Stato e Regioni (art. 117 Cost.): alle Regioni spettano la tutela, la disciplina e l’utilizzazione delle risorse idriche; allo Stato è attribuita la funzione di programmazione generale della destinazione delle risorse idriche, la dichiarazione di pubblica utilità delle acque, l’imposizione di eventuali vincoli e il limite di durata delle concessioni.

Il servizio idrico integrato ed Il rapporto tra il gestore e gli utenti

Per «servizio idrico integrato» si intende l’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue, compresi i servizi di captazione adduzione a usi multipli e i servizi di depurazione ad usi misti civili e industriali e deve essere gestito secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie.

Le concessioni delle acque minerali e termali

Le acque minerali e termali sono considerate una «merce», come tale destinata al consumo (a seguito di imbottigliamento e sfruttamento commerciale, nel caso delle acque minerali) o all’utilizzo di massa (tramite la creazione di apposite strutture per la fruizione, come nel caso delle acque termali). In entrambi i casi tali attività sono comunque sottoposte a uno specifico regime autorizzatorio e concessorio.

La nuova disciplina delle concessioni idroelettriche

Il D.L. n. 135/2018 ha disposto il trasferimento alle Regioni della proprietà delle opere che caratterizzano le concessioni idroelettriche. In particolare, si dispone il trasferimento a titolo gratuito delle c.d. opere bagnate (dighe e condotte) e la corresponsione di un prezzo da quantificare al netto dei beni ammortizzati per le c.d. opere asciutte (i beni materiali).

Gli obblighi cui è sottoposto il concessionario di una grande derivazione d’acqua

I concessionari di grandi derivazioni di acque devono corrispondere il canone alla P.A. concedente ogni sei mesi. Il canone deve essere determinato dalla legge regionale, sentita l’A.R.E.R.A. e viene articolato in una componente fissa, legata alla potenza nominale media di concessione, e in una componente variabile, calcolata come percentuale dei ricavi normalizzati, sulla base del rapporto fra la produzione dell’impianto, al netto dell’energia fornita alla regione, ed il prezzo zonale.

Le sentenze dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato nn. 17 e 18/2021

Le norme legislative nazionali che hanno disposto (e che in futuro dovessero ancora disporre) la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative – compresa la moratoria introdotta in correlazione con l’emergenza epidemiologica da Covid-19 - sono in contrasto con il diritto eurounitario, segnatamente con l’art. 49 T.F.U.E. e con l’art. 12 della direttiva 2006/123/CE. Tali norme, pertanto, non devono essere applicate né dai giudici né dalla p.a.

Definizioni e natura del canone concessorio

Il canone demaniale rappresenta il corrispettivo del godimento del bene pubblico, poiché l’attribuzione a privati dell’utilizzazione di beni del demanio o del patrimonio indisponibile della Stato o dei Comuni, quale sia la terminologia adottata dalla convenzione ed ancorché essa presenti elementi privatistici, è sempre riconducibile, ove non risulti diversamente, alla figura della concessione-contratto.

La determinazione del canone per le concessioni demaniali marittime

Il codice della navigazione, all’art. 39, afferma che «la misura del canone è determinata dall’atto di concessione», e, successivamente, che «nelle concessioni a enti pubblici o privati, per fini di beneficenza o per altri fini di pubblico interesse, sono fissati canoni di mero riconoscimento del carattere demaniale dei beni».

Il canone dovuto per la concessione di occupazione del suolo pubblico

Il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche è stato istituito dall’art. 63 del d.lgs. n. 446/1997, che ha previsto come sia le province sia i comuni abbiano potestà regolamentare in materia di canone per l’occupazione del suolo pubblico.

I canoni concessori nelle ipotesi di servitù di elettrodotto e per gli impianti di telecomunicazioni

Il canone concessorio per le servitù di elettrodotto o per le condutture elettriche non può che essere quello stabilito dal legislatore statale, anche in considerazione del fatto che l’art. 1 sexies del D.L. 239/2003 afferma testualmente che «la costruzione e l’esercizio degli elettrodotti facenti parte della rete nazionale di trasporto dell’energia elettrica sono attività di preminente interesse statale», con ciò evitando ogni possibile margine di discrezionalità in capo alle varie P.A.

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