TRASFERIMENTO DEL DIRITTO

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Retrocessione totale: la tutela giurisdizionale

Si tratta di un diritto che sorge automaticamente una volta che, passati dieci anni, decade la dichiarazione di pubblica utilità, di fronte al quale l’amministrazione espropriante si trova in una situazione di mera soggezione all’iniziativa del titolare del diritto medesimo. Identica situazione giuridica soggettiva è riconosciuta, in ipotesi di retrocessione parziale, in capo all’espropriato il quale abbia richiesto e ottenuto dal beneficiario dell’espropriazione l’indicazione dei beni relitti.

La retrocessione parziale

A differenza dell’ipotesi della retrocessione totale, la retrocessione parziale si ha quando l’opera è stata realizzata, ma non sono stati utilizzati tutti i beni espropriati, nel senso che alcuni di essi non hanno ricevuto la destinazione prevista. In questo caso, si è dunque di fronte non a una mancata tempestiva realizzazione, come nel caso della retrocessione totale, ma di un’opera realizzata in termini quantitativamente ridotti rispetto a quelli in origine previsti.

Gli adempimenti procedurali nella retrocessione parziale

Con la legge generale sulle espropriazioni per pubblica utilità, ai fini dell’esercizio del diritto di retrocessione parziale, non era previsto che l’espropriato si attivasse presso l’ente espropriante. Spettava infatti a quest'ultimo pubblicare l’elenco dei beni che, non servendo più all’eseguimento dell’opera pubblica, erano in condizione di essere rivenduti. Oggi, il procedimento di retrocessione ha inizio ad istanza della parte interessata, individuata espressamente nell'espropriato.

La dichiarazione di inservibilità nella retrocessione parziale

La dichiarazione di inservibilità subordina il diritto alla restituzione del bene espropriato. Si tratta di valutare non se il bene espropriato sia utilizzabile per soddisfare qualsivoglia interesse pubblico, ma se possa essere ancora utilizzato per realizzare quella determinata e specifica opera pubblica che era stata prevista quando fu avviato il processo di espropriazione. La dichiarazione di inservibilità è sottoposta ad una limitazione temporale: la previsione di termine della realizzazione

Tutela giurisdizionale in materia di retrocessione parziale

Oggi, nella vigenza del t.u. espropri, a distanza di quasi centocinquant’anni, la natura della situazione giuridica soggettiva dell’espropriato nell’ipotesi della retrocessione parziale è rimasta immutata. Ci si trova, infatti, in presenza di una situazione giuridica soggettiva di interesse legittimo, riconosciuta in capo all’ex proprietario, a che il soggetto beneficiario dell’espropriazione o, in mancanza, l’ente espropriante, si pronuci circa l’inservibilità dei beni ablati.

Il corrispettivo della retrocessione

Nella valutazione del corrispettivo bisogna applicare lo stesso criterio di quantificazione utilizzato in sede di liquidazione dell’indennità di esproprio: se il bene fu considerato edificabile ai fini espropriativi, con l’applicazione del relativo criterio indennitario, similmente occorrerà fare in sede di quantificazione della retrocessione. Nulla impedisce dunque che il prezzo della retrocessione, pur nell’identità dei criteri di determinazione, sia più alto dell’indennità a suo tempo fissata

Retrocessione: il diritto di prelazione del Comune

A seguito dell’entrata in vigore del t.u. espropri, il diritto di prelazione del Comune è oggi contemplato per entrambe le ipotesi di retrocessione. Si tratta di un diritto di prelazione riconosciuto nei confronti delle aree, comprese nel territorio del Comune, che non sono state utilizzate ai fini della realizzazione delle opere oggetto della dichiarazione di pubblica utilità, e che, qualora esercitato, consente di far confluire le aree medesime nel patrimonio indisponibile dell’ente locale

Nozione e ratio della retrocessione nell’espropriazione per pubblica utilità

Secondo un significato più propriamente giuridico la retrocessione può essere identificata con l’atto del ritrasferire la titolarità di un bene o di un altro diritto al suo precedente titolare, sia che ciò avvenga in base ad un atto consensuale, sia che avvenga in forza di una norma di legge. In questo articolo, però, restringeremo ulteriormente il campo definitorio, concentrando l’attenzione relativa alla nozione della retrocessione nell’ambito dell’espropriazione per pubblica utilità.

Il contenuto del decreto di esproprio

Il contenuto del decreto di esproprio di cui all’art. 22 va individuato sulla base delle disposizioni di cui allo stesso articolo nonché del successivo art. 23, negli elementi di seguito indicati ...

Decreto di esproprio: modalità di notifica e destinatari

Nulla è prescritto dall’art. 22 in ordine alle modalità di notifica. Elementi possono essere tratti dalle disposizioni relative alla notifica del decreto d’esproprio (23) nonché dell’indennità provvisoria d’espropriazione (23.4), partecipando il provvedimento di cui all’art. 22 di entrambi i contenuti.

Esecuzione del decreto di esproprio

Il duplice contenuto del provvedimento di cui all’art. 22, come già rilevato, consente, da una parte, di addivenire alla determinazione dell’indennità definitiva e dall’altra di eseguire la disposta espropriazione, attraverso l’immissione nel possesso.

Gli immobili ex d.l. 351/2001 devono essere venduti al prelazionario solo se oggetto di programma di dismissione

In tema di dismissione del patrimonio immobiliare, il d.lgs. 104/1996 non si applica ai beni che non siano stati inseriti in programmi di cessione predisposti ai sensi dell’art. 2 né in programmi di alienazione ai sensi dell’art. 6.

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