DIRITTO PENALE SICUREZZA

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I reati urbanistici: l'art. 44 lett. c) prima parte: chi potrebbe risponde di concorso in reato?

Del reato risponderà innanzitutto il proprietario del terreno abusivamente lottizzato. Potranno essere ritenuti responsabili anche tutti i soggetti che hanno apportato contributo causale alla programmazione e/o all’attuazione del reato. È ipotizzabile anche il concorso nella contravvenzione in parola per il dirigente comunale. È doveroso precisare che, qualora sussista la prova della collusione tra il pubblico amministratore ed il privato, sono configurabili anche più gravi fattispecie di reato

La confisca urbanistica: problematiche e casistica giurisprudenziale

L’indirizzo tradizionale della giurisprudenza di legittimità era dell'avviso di ritenere che la confisca urbanistica fosse una sanzione amministrativa, che doveva obbligatoriamente essere applicata dal giudice penale, anche nei confronti dei terzi estranei al reato e acquirenti in buona fede del bene, una volta che egli avesse accertato la sussistenza di una lottizzazione abusiva, indipendentemente da una pronuncia di condanna, ad eccezione soltanto dell’ipotesi di non sussistenza del fatto

Qualificazione penale della confisca urbanistica

Le ragioni per le quali il giudice rimettente ha optato per la qualificazione in termini di sanzione penale erano duplici: da un lato, la confisca urbanistica non poteva essere collocata tra le misure rispristinatorie dell’interesse leso, preordinate a restaurare un bene; dall’altro, con riguardo alla funzione suppletiva svolta dal giudice penale in favore della pubblica amministrazione, essa aveva necessariamente carattere eccezionale e presupponeva sempre un’espressa disposizione di legge.

La posizione italiana e la normativa comunitaria sulla confisca urbanistica

È doveroso chiedersi quale sia la posizione della giurisprudenza italiana dopo le decisioni della Corte di Strasburgo. Già la decisione sull’ammissibilità del ricorso, affermando la natura di sanzione penale della confisca, si pone come rivoluzionaria, poiché da tale inquadramento consegue l’applicabilità del principio di personalità della responsabilità penale e l’impossibilità di adottare il provvedimento ablativo nei confronti di imputati prosciolti e terzi di buona fede estranei al processo

Art. 1161 Cod. nav.: il reato di occupazione abusiva di area demaniale

Si tratta di una contravvenzione volta a sanzionare la condotta di chi leda l’interesse della collettività a fruire e godere, anche in via potenziale, del bene demaniale marittimo.

Il reato di innovazioni abusive su beni demaniali

La norma dell’art. 1161 cod. nav., come sopra anticipato, sanziona con le medesime pene non solo la condotta di chi abusivamente occupi un bene demaniale, ma anche quella di chi, privo di autorizzazione, realizzi delle innovazioni su di un bene demaniale [123].

Il reato di incendio

L’art. 423 c.p. tutela la vita e la salute della collettività da un pericolo astratto - o concreto, nel caso dell’incendio della cosa propria, di cui al II comma della norma in esame - costituito proprio dall’incendio e dal potenziale rischio da esso derivante per l’incolumità pubblica.

Reato di incendio e rapporti con altre fattispecie di reato, in particolare con il danneggiamento; circostanze aggravanti

Sono molteplici i punti di contatto e di intersezione tra il reato di incendio - semplice e boschivo - e diversi altri reati previsti dal codice penale. Stante il taglio del presente studio, pare opportuno concentrarsi su ipotesi di reato attinenti ai beni pubblici, tralasciando - solo per motivi di sistematicità - importanti fattispecie, quali, ad esempio, la strage, l’omicidio, la devastazione e il saccheggio.

Art. 632 c.p.: i reati di deviazione di acque e di modificazione dello stato dei luoghi

Numerose e importanti sono le fattispecie di reato che possono vedere coinvolti i beni pubblici. Ai fini del presente studio pare opportuno ora dettagliare, anche solo per la loro rilevante casistica, i delitti contro il patrimonio mediante violenza alle cose o alle persone.

Deviazione di acque e modificazione dello stato dei luoghi: rapporti con altre fattispecie di reato; mutamento del regime di procedibilità; circostanza aggravante

integra esclusivamente il reato di cui all’art. 632 c.p. la deviazione di una frazione o quantità di un complesso di acque, la sua mobilizzazione attraverso il distacco dalla massa originaria e la sua sottrazione al possessore, nel caso in cui non vi sia una sostanziale variazione dello stato dell’intero corpo idrico preesistente

Art. 633 c.p.: il reato di invasione di terreni o edifici

L’art. 634 c.p. vuole tutelare il legittimo titolare da quelle turbative del possesso che realizzino un apprezzabile depauperamento delle facoltà di godimento del terreno, o dell’edificio, in danno del titolare del relativo ius excludendi alios, secondo quella che è la destinazione economico sociale del bene o quella specifica ad essa impressa dal dominus

Art. 635 c.p.: il reato di danneggiamento

La norma di cui all’art. 635 c.p. tutela il diritto del proprietario - o di chi eserciti sul bene un diritto di godimento o di uso - all’integrità della cosa nella sua sostanza ed utilizzabilità, ponendosi nel più ampio contesto della tutela approntata dall’ordinamento all’inviolabilità del patrimonio mobiliare o immobiliare.

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