VINCOLI URBANISTICI

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I vincoli preordinati all’espropriazione per p.u. nella nozione elaborata dalla giurisprudenza amministrativa

La giurisprudenza amministrativa ha delineato la nozione dei vincoli preordinati all’esproprio nel senso che debbano localizzare un intervento edilizio di funzione collettiva, la cui realizzazione deve risultare incompatibile con la proprietà privata e che comportino lo svuotamento del diritto di proprietà rendendo il bene inutilizzabile rispetto alla sua destinazione naturale, ovvero diminuendone in modo significativo il valore di scambio.

La protrazione di fatto del vincolo urbanistico di indedificabilità

Ove l’amministrazione non si avvalga dei poteri che le competono alla decadenza dei vincoli urbanistici di indedificabilità, il suo ritardo nell’adozione di una nuova disciplina urbanistica attribuisce al proprietario l’interesse a conseguire non la destinazione edificatoria del fondo (che tuttavia resta una sua aspettativa), ma la sua riqualificazione urbanistica. Non è pertanto ammissibile una sorta di protrazione di fatto del vincolo o una sua perdurante incidenza sull’area che ne era gravata

Vincoli legali ed urbanistici ed indennità di esproprio per p.u.

In linea generale va esclusa la commistione e trasposizione nelle controversie riguardanti le espropriazioni per p.u. anche solo in via analogica, di principi e soluzioni peculiari della disciplina dei vincoli urbanistici, di cui mancano entrambi i presupposti richiesti dall’art.12 delle preleggi, della assenza di norme specifiche sulla fattispecie concreta e della presenza di elementi di identità tra di essa e quella legislativamente regolata fin dall'art. 1 della legge fondamentale del 1865.

Ammissibilità di poteri legislativi regionali in materia di espropriazione per pubblica utilità

La disciplina espropriativa non è una materia autonoma, bensì un istituto “servente”, strumentale ad ogni interesse pubblico a cui risulti funzionale l’acquisizione di un bene; costituendo quindi un istituto “trasversale” che si concreta in una funzione strumentale, essa non può che costituire oggetto di disciplina rispettivamente dello Stato e delle Regioni nelle materie in cui tali enti hanno potestà legislativa esclusiva e di disciplina concorrente nelle materie di competenza ripartita.

Natura conformativa o espropriativa dei vincoli sulle aree destinate a ospitare gli interventi di edilizia residenziale pubblica

La variante che si limiti ad indicare un ambito nel quale possono realizzarsi interventi di edilizia economico-popolare e residenziale, con le rispettive quantità volumetriche, senza però individuare i terreni che sono interessati dall’uno o dall’altro tipo di intervento (peep ed edilizia privata), rinviando sotto questo profilo ad apposito strumento urbanistico attuativo, appone un vincolo di natura conformativa.

Obbligo di motivazione dei provvedimenti di reiterazione dei vincoli espropriativi scaduti

Il tema continua a suscitare equivoci, problematiche e discussioni tanto tra gli operatori di settore quanto nella giurisprudenza amministrativa. I primi alle prese con le ire dei proprietari che si trovano a fronteggiare nuove previsioni vincolistiche della PA, spesso causa di danni e mancato utilizzo di immobili. La seconda desiderosa di porre fine a contenziosi molte volte ancorati a dati meramente formali piuttosto che sostanziali e impegnata a dettare indicazioni sul modus operandi della PA

Vincolo preordinato all'esproprio e conformità urbanistica dell'opera

Nelle fasi iniziali della realizzazione dell’opera pubblica, coincidenti con le fasi iniziali della procedura espropriativa, occorre verificare la presenza del vincolo preordinato all’esproprio. In passato le amministrazioni si accontentavano di appurare la conformità urbanistica dell’opera, procedendo in sua mancanza alla variante urbanistica. Ma dopo il TU e dopo le nuove leggi urbanistiche regionali è divenuto necessario ripensare al rapporto tra conformità e vincolo preordinato all’esproprio

Vincoli cimiteriali e poteri di pianificazione comunale dopo la legge 166 del 2002

La giurisprudenza ha sempre ritenuto che la fascia di rispetto cimiteriale costituisca una limitazione legale della proprietà che opera ex sé, indipendentemente dalla sua recezione nel PRG o in altro strumento urbanistico. Il vincolo è istituito direttamente dalla legge per la tutela di superiori interessi pubblici e non può essere in alcun modo derogato dal piano regolatore comunale. Pertanto, un’eventuale difforme previsione del PRG non sarebbe in alcun modo idonea ad affievolirne l’efficacia

I vincoli ad attuazione privata nella giurisprudenza della Corte Costituzionale

Tali previsioni urbanistiche secondo la Corte Costituzionale, sono il risultato di una scelta di politica programmatoria nella quale l’obiettivo di interesse generale, di dotare il territorio di attrezzature e servizi, anzichè essere affidato solo all’intervento pubblico, viene realizzato anche attraverso l’iniziativa economica privata, pur se accompagnata da strumenti di convenzionamento. Ciò può verificarsi quando si tratta di servizi suscettibili di essere forniti in regime di libero mercato

Incostituzionale la reiterazione dei vincoli espropriativi con legge-provvedimento

Va segnalato un problema di legittimità costituzionale: i decreti di occupazione successivi alla scadenza della proroga triennale e, dunque, illegittimi, poiché emessi in assenza di dichiarazione di PU, e non suscettibili di essere incisi dalla dichiarazione di incostituzionalità delle norme che prorogano il piano a.s.i. La Corte ha però ritenuto prevalente l’interesse a frenare l'uso di atti amministrativi con provvedimenti legislativi sottraendosi così al rispetto delle garanzie procedimentali

dichiarazione di pubblica utilità e profili urbanistici

Anche la fase preordinata alla dichiarazione di pubblica utilità si presenta intimamente connessa alla materia urbanistica perché la sua disciplina è legata alla validità del vincolo preordinato all’esproprio.

Dichiarazione di pubblica utilità e varianti urbanistiche

Le varianti derivanti dalle prescrizioni della conferenza di servizi, dell’accordo di programma o di altro atto di cui all’articolo 10, nonché le successive varianti in corso d’opera, qualora queste ultime non comportino variazioni di tracciato al di fuori delle zone di rispetto previste ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 753, nonché ai sensi del decreto ministeriale 1° aprile 1968, sono approvate dall’autorità espropriante ai fini della dichiarazione di p.u.

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