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Sviluppi della giurisprudenza di legittimità e CEDU: l'indennità d'esproprio

Per le espropriazioni di aree edificatorie in corso da diversi decenni si profilava una situazione paradossale: avevano conseguito il diritto al controvalore dell’immobile stimato quale area edificabile; per poi veder drasticamente ridotto il relativo importo per il sopravvenire dell’art.5 bis, ad una frazione compresa tra il 33% ed il 50% di detto valore, quindi ottenerne la riespansione al prezzo di mercato e appena due mesi dopo ne veniva operata la riduzione al 75% dalla finanziaria 2007

Cassazione e Consiglio di Stato: la retroattività dell'art.43

La giurisprudenza amministrativa ha, più volte, affermato che l’art.43 trova applicazione a tutti i casi di occupazione sine titulo, anche antecedenti alla data di entrata in vigore del TU, utilizzando diversi argomenti di carattere sostanziale. L’affermazione dell’applicabilità retroattiva troverebbe infatti giustificazione nell’esigenza, rimarcata dalla giurisprudenza amministrativa, di radiare dall’ordinamento l’occupazione appropriativa, occasione di reiterate condanne da parte della CEDU

L'indice fondiario virtuale negli ambiti di trasformazione

Prima ancora che sul piano applicativo, la perequazione soffre gravissime incertezze sul piano terminologico. La dottrina che si è occupata dell’argomento ha sempre avuto cura di precisare che non esiste un unico modello perequativo, dovendosi piuttosto parlare, al plurale, di modelli perequativi. Tali modelli sono accomunati tutti dalla medesima origine, trovando storicamente i propri natali nella volontà di superare l'istituto per sua stessa natura diseguagliante dello zoning razionalista

Il valore delle aree ad attrezzature ed infrastrutture

Il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità, riordinando la materia, chiarisce le fasi che compongono le procedure di acquisizione delle aree destinate ad opere di pubblica utilità. In particolare il TU dispone in modo sistematico i criteri di calcolo dell’indennità di esproprio per le diverse tipologie di beni espropriabili, che classifica in tre categorie: aree edificabili, aree non edificabili e aree legittimamente edificate.

Procedura espropriativa: la non annullabilità del provvedimento ex art.21 octies legge 241/1990

Uno dei tratti qualificanti della riforma del 2005 è stato infatti l'inserimento nella legge 241/1990 del Capo IV-bis, rubricato «Efficacia e invalidità del provvedimento amministrativo. Revoca e recesso», all'interno del quale il legislatore, per la prima, volta ha codificato la categoria della nullità del provvedimento amministrativo, disciplinando anche in chiave sostanziale le tradizionali 3 categorie di illegittimità dello stesso, ovvero: incompetenza, violazione di legge, eccesso di potere

Art.21octies e giusto procedimento nella procedura espropriativa

L'impatto voluto dal legislatore sulla procedura espropriativa è stato quello di garantire l'effettiva partecipazione dialettica dei privati nella formazione, in contraddittorio, della volontà definitiva della PA, in modo da garantire il loro diritto di proprietà. Espressione di tali garanzie partecipative è innanzitutto l'art.11 TU che prevede l'obbligo di avvisare dell'avvio del procedimento di imposizione del vincolo espropriativo il proprietario del bene sul quale detto vincolo viene posto

Considerazioni sull'art.21 octies legge 241/1990: il primo e secondo periodo

I poli attorno a cui ruota l'art. 21 octies sono tre: il provvedimento deve essere stato adottato in violazione di norme sul procedimento o sulla forma degli atti; il provvedimento deve avere natura vincolata; deve essere palese che il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato. Se ne desume, dunque, che l’assenza di uno solo degli elementi tipizzanti impedisce l’operatività della norma, lasciando persistere il potere giudiziale di annullamento

L'usucapione quale (im)possibile strumento di acquisizione delle aree occupate e mai espropriate

Da un recente nuovo orientamento assunto, per così dire in combinato disposto, da due pronunce del Tar Lazio si ricava da un lato, che una amministrazione espropriante può divenire proprietaria del bene solo nei modi classico-formali oppure, quale “legale via d’uscita” nei casi di espropriazione illegittima per mancanza degli atti predetti, mediante l’atto di acquisizione ex art. 43 TUE, O in un modo o nell’altro, in quanto tertium non datur, senza, dunque, possibilità di esperire l'usucapione

Il risarcimento del danno nell'art.43 D.P.R.327/200

Il provvedimento acquisitivo dispone che il bene immobile vada acquisito al patrimonio indisponibile dell'Autorità e che al proprietario vadano risarciti i danni. L’atto d’acquisizione determina la misura del risarcimento e ne dispone il pagamento entro trenta giorni senza pregiudizio dell’eventuale azione già proposta. Dalle disposizioni richiamate emerge che la determinazione del danno è elemento necessario del provvedimento acquisitivo. Se privo di detta quantificazione, l'atto è illegittimo

Il risarcimento del danno nell'art.43 D.P.R.327/2001: termini di prescrizione

Mentre l’indennità d'espropriazione non rappresenta integrale riparazione della perdita subita dal proprietario, bensì il massimo garantito all’interesse privato, tenuto conto dell’interesse pubblico che l’espropriazione mira a realizzare, il risarcimento del danno dovuto al proprietario del fondo arbitrariamente occupato non potrà mai essere inferiore al suo valore venale e potrà superare tale misura in ragione dei frutti perduti. L’ammontare del risarcimento non è poi soggetto a decurtazione

La rivincita della Cassazione sull'occupazione illegittima

L’esame delle decisioni che si sono succedute nella vicenda dell’occupazione illegittima innanzi a Strasburgo è dimostrativo delle alterne stagioni che l’istituto dell’occupazione illegittima ha avuto transitando presso le aule della CEDU e del giudice nazionale. Un andamento che ricorda molto da vicino le alterne vicende subite dall’agire illecito della PA innanzi alla Cassazione, e che perviene a conclusioni che recuperano alcuni capisaldi della “coststruzione” dell’occupazione acquisitiva

La rivincita della Cassazione sull'occupazione illegittima: i confini della sentenza Guiso-Gallisay

L’obbligo di conformazione dei giudici nazionali deve circoscriversi all'occupazione acquisitiva non riguardando, per converso, quelli relativi all'occupazione usurpativa. La Corte è giunta alle conclusioni rassegnate valorizzando l’esistenza di una dichiarazione di pubblica utilità resa all’interno di un procedimento di occupazione d’urgenza e la circostanza che il giudice nazionale aveva ritenuto l’esistenza di una perdita della proprietà agganciata all’epoca della trasformazione irreversibile

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