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Obbligo di motivazione dei provvedimenti di reiterazione dei vincoli espropriativi scaduti

Il tema continua a suscitare equivoci, problematiche e discussioni tanto tra gli operatori di settore quanto nella giurisprudenza amministrativa. I primi alle prese con le ire dei proprietari che si trovano a fronteggiare nuove previsioni vincolistiche della PA, spesso causa di danni e mancato utilizzo di immobili. La seconda desiderosa di porre fine a contenziosi molte volte ancorati a dati meramente formali piuttosto che sostanziali e impegnata a dettare indicazioni sul modus operandi della PA

Il risarcimento del danno da occupazione senza titolo di un bene privato dopo il Testo Unico

La regolamentazione introdotta dall’art.43 TUE ha disciplinato in modo davvero innovativo la fattispecie dell’utilizzazione senza titolo di un bene per scopi di interesse pubblico, definendo il passaggio dall’occupazione appropriativa al nuovo istituito dell’acquisizione sanante. L’atto di acquisizione sanante può essere adottato, con risarcimento dei danni al proprietario, anche quando non sia stato emanato o sia stato annullato in sede giurisdizionale l’atto dichiarativo della pubblica utilità

Risarcimento per l'abusiva occupazione di aree bianche: la sentenza CDS 5523/2009

Il vuoto di pianificazione che si determina alla decadenza dei vincoli espropriativi crea incertezze sul regime edilizio applicabile alle aree bianche allorché si debba determinare l’indennizzo o il risarcimento del danno per la loro abusiva occupazione. La sentenza in esame ritiene che la quantificazione del risarcimento debba essere operata sulla scorta dell’art.9 del T.U. per l’edilizia per i comuni privi di piano regolatore che riduce entro ristretti limiti la capacità edificatoria dei suoli

Espropri ed uso pubblico: le opzioni possibili per la Pubblica Amministrazione

Tradizionale modo di acquisizione di immobili e/o diritti relativi agli immobili, occorrenti per la realizzazione di opere di pubblica utilità, è l’espropriazione, totalmente disciplinata, a livello statale, dal DPR 327/2001. non già materia a sé stante, ma servente rispetto al governo del territorio, rientra nella competenza legislativa concorrente stato-regioni. In realtà oggi sono ancora poche le regioni che hanno legiferato sugli espropri, senza nemmeno eccellere quanto ad originalità

Vincolo preordinato all'esproprio e conformità urbanistica dell'opera

Nelle fasi iniziali della realizzazione dell’opera pubblica, coincidenti con le fasi iniziali della procedura espropriativa, occorre verificare la presenza del vincolo preordinato all’esproprio. In passato le amministrazioni si accontentavano di appurare la conformità urbanistica dell’opera, procedendo in sua mancanza alla variante urbanistica. Ma dopo il TU e dopo le nuove leggi urbanistiche regionali è divenuto necessario ripensare al rapporto tra conformità e vincolo preordinato all’esproprio

La notifica agli assenti e irreperibili nelle espropriazioni per pubblica utilità

Nelle espropriazioni per pubblica utilità occorre fare i conti con le notifiche, in quanto il TUE talora impone e altre volte consente che gli atti vengano notificati a mezzo di ufficiale giudiziario o nelle forme degli atti processuali civili, o secondo le norme del codice di procedura civile. Le Autorità esproprianti rivestono con grande frequenza il ruolo di soggetti richiedenti le notifiche. Le problematiche sono varie, specie con riguardo ai destinatari irreperibili, deceduti o sconosciuti

La notifica agli assenti e irreperibili nelle espropriazioni per pubblica utilità: ricerche secondo l'ordinaria diligenza

Ai fini della validità della notifica, occorre che il recapito del destinatario sia stato individuato per mezzo di ricerche condotte secondo la ordinaria diligenza (art.140 c.p.c.) ovvero che sia rimasto sconosciuto nonostante l’esperimento delle indagini suggerite nel caso concreto dalla comune diligenza. La diligenza “ordinaria” o “comune” deve riferirsi all'individuabilità del destinatario in relazione ai mezzi a disposizione del richiedente e dell’ufficiale giudiziario nel caso di specie

Considerazioni in tema di strade vicinali

Le strade fanno parte del c.d. demanio eventuale, ossia di quei beni che, pur non dovendo necessariamente appartenere allo Stato come i beni del c.d. demanio necessario, se vi appartengono sono assoggettati al regime dei beni demaniali. Tuttavia, perché una strada possa essere qualificata come demaniale, non è sufficiente il mero dato dell'appartenenza allo Stato, ma è necessario anche il dato “funzionale”, ossia la sua specifica destinazione all'uso pubblico del transito e della circolazione

La strada vicinale: manutenzione e autotutela

Una problematica fondamentale per la quale è necessario distinguere tra vie vicinali pubbliche e private è quella della manutenzione e della sistemazione della strada, che è rimessa ad un Consorzio facoltativo per le vie vicinali private e obbligatorio per quelle pubbliche. Ove gli utenti o i Comuni non vi provvedano, è previsto un intervento in via sostitutiva del prefetto senza che ciò escluda la possibilità per gli interessati di esperire contro il Comune il rimedio avverso il silenzio

Compatibilità tra strumenti urbanistici perequativi e principio di legalità

Da oltre un decennio, cioè fin da quando la perequazione ha iniziato a costituire la più avanzata frontiera dell'urbanistica italiana, l'amministrazione comunale di Roma si è posta in prima linea nella sua difesa. Emblematica, a questo proposito, fu l'adozione, nel 1997, della variante urbanistica nota come Piano delle certezze, con la quale l'intero territorio comunale veniva suddiviso in tre grandi ambiti di riferimento. La tappa successiva fu l'adozione del Nuovo Piano Regolatore Generale

Compatibilità tra strumenti urbanistici perequativi e principio di legalità: la sentenza n.1523 del T.A.R. Roma

Il ricorrente propone cinque motivi di annullamento di varie disposizioni - non soltanto perequative - delle Norme Tecniche. Sul punto non è fuori luogo sottolineare che il motivo più strettamente inerente alla perequazione urbanistica - il quarto - è espressamente subordinato ai primi tre, che hanno tutt'altro oggetto. Alla base di questa strategia risiede probabilmente la complessità della censura in parola: essa sottende infatti una questione che lo stesso Collegio ritiene "assai delicata"

Il giudice amministrativo: pro e contro alla pregiudiziale del rito del silenzio

La prevalente giurisprudenza amministrativa di primo grado ha optato per la soluzione favorevole all’applicazione della regola della pregiudizialità anche ai casi di danno cagionato da comportamento inerte dell’amministrazione dal momento che occorre la previa declaratoria dell’illegittimità del contegno omissivo tenuto dall’amministrazione. L’azione risarcitoria, in altri termini, non può essere ammissibilmente esperita in difetto del previo svolgimento del giudizio impugnatorio (del silenzio)

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