Accettazione dell'indennità provvisoria e definitiva

Il termine di trenta giorni accordato al proprietario per l’accettazione della indennità offerta, decorrenti dalla notifica della stessa (20.5) non è pertanto, con riferimento alla attività del proprietario espropriando, perentorio; l’inutile decorso dello stesso, infatti, non priva il proprietario della facoltà di esercitare il diritto al medesimo riconosciuto anche in un momento successivo.

Con riferimento all’attività dell’Autorità espropriante il termine avrà semmai natura sollecitatoria e, con riferimento alle possibili conseguenze in caso di ritardato pagamento o deposito, comminatoria.

L’inutile decorso del termine senza che il proprietario abbia comunicato l’accettazione della indennità legittima l’Amministrazione ad effettuare il deposito (20.14), al quale va riconosciuto effetto liberatorio.

Strettamente legata alla circostanza che può essere accettata solo l’indennità... _OMISSIS_ ... comunque può essere stipulato l’atto di cessione volontaria ex art. 45 sulla base del concordamento di un corrispettivo pari all’indennità provvisoria, è la questione di quando scattino le maggiorazioni, o, viceversa, di quando esse debbano ritenersi pregiudicate.

Innanzitutto va osservato che l’indennità pattuita ex art. 45 deve corrispondere al parametro legale; alle parti è infatti preclusa qualsiasi facoltà di autodeterminazione in merito.

Il riferimento va all’art. 32 e ss nonché all’art. 45 il cui comma 2 disciplina in termini analitici le maggiorazioni, distinguendo le aree edificabili (37), le aree non edificabili (40) e quelle edificate (38).

In particolare:
ove si tratti di area edificabile, il corrispettivo è calcolato ai sensi dell’articolo 37 senza la riduzione del quaranta per cento (45.2.a);
ove si tratti di cessione di una costruzione legitti... _OMISSIS_ ...ta, il corrispettivo deve essere commisurato al valore venale del bene, ai sensi dell’art. 38 (45.2.b);
ove si tratti di aree agricole e di aree con classificate come edificabili il corrispettivo è calcolato aumentando del cinquanta per cento l’importo dovuto ai sensi dell’articolo 40.3. Nel caso di fondo coltivato direttamente dal proprietario il corrispettivo della cessione è determinato moltiplicando per tre l’importo dovuto ai sensi dell’articolo 40.3. In tal caso non compete la indennità aggiuntiva di cui all’articolo 40.4 (45.2.c).
Dal dato normativo emerge che, nel caso di area non edificabile, le maggiorazioni si applicheranno solo se ad essere oggetto di accettazione sia l’indennità provvisoria.

Ciò è conseguenza incontrovertibile del richiamo all’articolo 40.3 che impone il VAM (valore agricolo medio) come criterio indennitario in sede di determinazione dell’indenni... _OMISSIS_ ... In buona sostanza il proprietario può convenire la cessione con diritto alle maggiorazioni fino al momento dell’esecuzione del decreto di esproprio, solamente se tale diritto è esercitato con riferimento alla indennità provvisoria; nel caso viceversa in cui sia intervenuta l’indennità definitiva anche se in un momento antecedente alla esecuzione del decreto, deve escludersi l’applicazione delle maggiorazioni.

Il proprietario del bene è chiamato in definitiva ad assumersi il rischio di un VAE (valore agricolo effettivo), corrispondente al criterio indennitario valevole in sede di determinazione dell’indennità definitiva (40.1), inferiore al VAM maggiorato, qualora decida di non accettare quest’ultimo e di andare a “vedere” il VAE.

Va detto che l’interpretazione prospettata urta con un recente orientamento giurisprudenziale, peraltro riferito al previgente sistema, (CASS 5219/2007, 23808/2006,... _OMISSIS_ ...3/2006, 10424/2005, 5975/2005, vedi però, per quello che sembra essere un revirement, CASS 11782/2007) secondo il quale il VAM si applica anche nella fase di determinazione della indennità definitiva nonché in fase giudiziale. In verità, al di là dello specifico tema qui affrontato, tale orientamento appare di difficile comprensione in assoluto.

A parte il contrasto con il dato letterale, non si intravede, se così fosse, l’utilità della previsione legislativa di diverse fasi di determinazione della indennità, né la sensatezza del ricorso ad esse da parte del proprietario, che a seguito del rifiuto dell’indennità provvisoria si ritroverebbe a percepire matematicamente una somma inferiore (VAM non maggiorato).

Ovvie ragioni di coerenza, razionalità e parità di trattamento inducono a giungere alla medesima conclusione – e cioè che il corrispettivo dell’atto di cessione di cui all’articolo 45.2 non può corri... _OMISSIS_ ...rminazione dell’indennità successiva alla provvisoria – anche per le aree edificabili ed edificate, conclusione confortata, per le prime, dal fatto che il “premio” per la stipula ex art. 45 e per l’accettazione dell’indennità provvisoria è il medesimo: la mancata falcidia del 40%.

In particolare, nel caso di aree edificabili, ferma restando la mancata decurtazione nell’ipotesi di indennità provvisoria incongrua (37.2), se la stima definitiva interviene dopo l’esecuzione del decreto, nessun dubbio sussiste in ordine alla decurtazione del 40%.

Se viceversa l’esecuzione del decreto di esproprio non si sia ancora avverata al momento della stima definitiva, si può – come già detto – ritenere che, una volta intervenuta quest’ultima (rectius, una volta avviata la procedura per l’emanazione di quest’ultima), il proprietario perda la facoltà di accettare la provvisori... _OMISSIS_ ...orità sia in ogni caso tenuta ad operare la decurtazione sulla stima definitiva, consistendo la ratio, sottesa alla mancata decurtazione, nell’incentivare una conclusione rapida del procedimento, ciò che non avviene nel caso di rifiuto della indennità provvisoria e successiva procedura di determinazione della definitiva.

Il proprietario rifiutando l’indennità e perciò determinando il sopravvenire di una stima definitiva, non si rende meritevole del meccanismo premiale.

A tale conclusione si ritiene di dover pervenire anche argomentando dall’art. 37.2 ultimo cpv, che esclude la decurtazione nel caso in cui l’indennità provvisoria sia inferiore agli otto decimi della definitiva. Se ne deduce a contrariis che – al di fuori di questa ipotesi – dovrà necessariamente operarsi la decurtazione, in presenza di una stima definitiva.

Anche ragioni di equità e di rispetto dell’esigenza di pari tra... _OMISSIS_ ...espropriati inducono alla conclusione prospettata.

Escludere la decurtazione qualora la stima definitiva (accettata) intervenga prima della esecuzione del decreto, significa infatti introdurre una disparità di trattamento conseguente ad una scelta operativa della P.A., consistente nell’eseguire o meno il decreto di esproprio, ovvero nell’attendere di eseguire il decreto di esproprio.

Più precisamente.

Nel caso in cui l’indennità provvisoria sia stata rifiutata e depositata, si prospettano due eventualità.

L’Amministrazione può procedere all’attivazione della procedura diretta alla determinazione della indennità definitiva ed attendere ad emanare o anche solo ad eseguire il decreto di esproprio, a ciò legittimata dall’art. 24.1 e dall’articolo 27.3, che consente di emanare il decreto di esproprio dopo aver depositato l’indennità definitiva.

La stess... _OMISSIS_ ...ne, una volta effettuato il deposito della provvisoria, ha anche la facoltà di emanare ed eseguire immediatamente il decreto di esproprio, a ciò legittimata dall’art. 20.14 e dall’articolo 26.11, che consente di emanare il decreto di esproprio dopo aver depositato l’indennità provvisoria.

Da questa scelta procedurale dell’Amministrazione si determinerebbero, sulla base della soluzione qui avversata, effetti diversi per il proprietario in ordine all’ammontare dell’indennità.

Nel primo caso l’avente titolo verrebbe infatti ad usufruire della maggiorazione o mancata decurtazione della indennità di esproprio, mentre nel secondo caso le quote premiali sarebbero irrimediabilmente perse, causa l’intervenuta esecuzione del decreto di esproprio.

E ciò, si ribadisce, quale conseguenza unicamente di una scelta procedurale, altamente discrezionale, della P.A.

Anche evident... _OMISSIS_ ...uità, pertanto, in aggiunta alle altre altre ragioni precedentemente illustrate, impongono di preferire la soluzione prospettata.

L’esecuzione del decreto di esproprio o se antecedente l’avvio del procedimento di determinazione dell’indennità definitiva costituiscono pertanto i reali termini perentori per il proprietario, ai fini della condivisione dell’indennità e conseguenti effetti premiali (maggiorazione o mancata decurtazione).

Va puntualizzato che il termine è costituito dall’esecuzione e non dalla emanazione del decreto.

Da ciò consegue che il diritto di convenire la cessione del bene può essere esercitato anche nel periodo intercorrente tra i due momenti, arco temporale che può raggiungere anche i due anni (24.1).

Ciò tuttavia non comporta che l’Autorità procedente debba provvedere a revocare il provvedimento con cui è stato disposta l’espropriazione e sostitui... _OMISSIS_ ...squo;atto di cessione.

Infatti, non conseguendo immediatamente all’emanazione del decreto di esproprio il trasferimento della proprietà, viceversa rimandato alla sua esecuzione (23.2.f), tra l’emanazione e l’esecuzione del decreto di esproprio il proprietario del bene continua ad essere tale, e pertanto può ancora cederlo con l’atto di cessione.

Inoltre, l’intervenuta accettazione dell’indennità provvisoria, ancorché accompagnata da istanza di cessione volontaria ai sensi dell’articolo 45.1, dopo l’emanazione del decreto di esproprio, non costringe a stipulare l’atto di cessione, dal momento che, ai sensi dell’art. 20.11, l’Autorità, emanato il decreto, intervenuta la condivisione dell’indennità, effettuato il pagamento della stessa nell’importo maggiorato di cui all’art. 45.2, disponendo per la quota già depositata lo svincolo, potrà dare senz’a... _OMISSIS_ ...la esecuzione del decreto in alternativa alla stipula dell’atto di cessione volontaria.

Del resto sul punto già la giurisprudenza – ancorché con riguardo al regime previgente – ha avuto modo di rimarcare la carenza di interesse del proprietario, una volta riscossa l’indennità concordata con le maggiorazioni, alla forma con la quale si attua il trasferimento del bene a favore dell’espropriante (CASS 19673/2006).

In altri termini l’accordo sull’indennità non costringe l’amministrazione a chiudere la vicenda ablatoria con un formale atto di cessione volontaria piuttosto che con un decreto di esproprio, ma costringe l’amministrazione, in caso di successivo decreto di esproprio, a riconoscere ugualmente le maggiorazioni dell’indennità che spetterebbero al proprietario se avesse stipulato l’atto di cessione volontaria (TAR CT 90/2005, NA 14186/2004).

In ultima analis... _OMISSIS_ ...arsi che lo strumento della cessione volontaria è perfettamente inutile, anzi, sconsigliabile, gravato com’è dagli oneri del rogito. In ogni caso la cessione consente di avvalersi della competenza dei notai e degli ufficiali roganti per una appropriata individuazione in termini soggettivi ed oggettivi della vicenda traslativa, e soprattutto può tornare utile per ospitare consensualmente contenuti che non potrebbero trovare spazio in un atto di esproprio unilaterale, come ad esempio l’inclusione nel trasferimento di una particella non inclusa nel piano particellare di esproprio e di cui non era stata tempestivamente richiesta l’inclusione nell’esproprio ai sensi dell’articolo 16.11.