La condizione giuridica dello straniero

Gli sviluppi della normativa sull’immigrazione Il settore dell’ordinamento giuridico sull’immigrazione e, più in generale, sulla condizione giuridica dello straniero, sia comunitario che extracomunitario, è dunque uno dei campi che ha conosciuto negli ultimi anni più interventi normativi: si pensi, per citare solo quelli più significativi, alla legge Martelli, ai decreti Conso, ai vari decreti Dini, al testo unico del 1998, alla legge Bossi – Fini, alla legge n. 271/2004 e ai decreti legislativi n.30 del 2007 e n.32 del 2008, fino al d.l. 23 giugno 2011, n. 89.

Gli interventi normativi hanno ricercato il difficile equilibrio tra esigenze di controllo dei flussi migratori e prospettiva dell’accoglienza, e la tutela della sicurezza e della repressione dei comportamenti penalmente rilevanti, attraverso la previsione di nuove forme di espulsione, nuovi strumenti esecutivi degli allontanamenti, nuove fattispecie di reato, nuove c... _OMISSIS_ ...avanti, nuove ipotesi di arresto [1].

L’introduzione, ad opera dei due successivi “pacchetti sicurezza” del 2008 [2] e del 2009 [3], della contestatissima aggravante di cui all’art. 61 n. 11-bis c.p., poi dichiarata incostituzionale. e dell’altrettanto discussa contravvenzione di “clandestinità” di cui all’art. 10-bis d.lgs. 286/98 ha finito per distogliere l’attenzione dall’importanza svolta all’interno del diritto dell’immigrazione delle incriminazioni relative all’inottemperanza dello straniero extracomunitario all’ordine di allontanamento emanato dal questore. Infatti proprio in ragione dell’approvazione dei suddetti pacchetti è stato elevato a delitto l’ipotesi di reato di cui all’art. 14 co. 5-ter secondo periodo, che in precedenza concretizzava una contravvenzione e che in ragione delle modifiche apportate è adesso punito con una pena edittale dell... _OMISSIS_ ... sei mesi a un anno; è stata introdotta una nuova formulazione anche per il delitto di cui al comma 5 quater, punito con la reclusione da uno a cinque anni, reso applicabile senza incertezze allo straniero che, già condannato per inosservanza di un ordine di allontanamento ai sensi del comma precedente, risulti inottemperante ad un secondo ordine di allontanamento.

È stata così confermata la scelta del legislatore italiano fatta sin dalla legge Bossi-Fini del 2002, di utilizzare il diritto penale non solo allo scopo di combattere il favoreggiamento dell’immigrazione non regolare, secondo quanto previsto originariamente dal t.u. del 1998, ma anche per sanzionare direttamente lo straniero la cui presenza nel territorio nazionale sia irregolare [4]. In sostanza è stato perseguito l’obiettivo di induzione volontaria all’abbandono dell’Italia da parte dello straniero destinatario di un provvedimento di espulsione attraverso la pro... _OMISSIS_ ...una sanzione detentiva particolarmente severa quale quella prevista dall’art. 14 co. 5-ter e quater del t.u. e comunque di trattenere in carcere lo straniero irregolare fino al momento della sussistenza della possibilità di eseguire l’allontanamento forzato [5].

La Direttiva 2008/115/ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2008 recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare Il 18 giugno 2008 il Parlamento europeo ha approvato in prima lettura un testo di compromesso con il Consiglio sulla proposta di direttiva recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi soggiornanti illegalmente. Su tale testo è giunto poi il voto formale da parte del Consiglio.

Con la Direttiva 2008/115/CE l’Unione ha cercato di concretizzare una riconoscibile politica europea in materia di... _OMISSIS_ ...seppure limitando l’oggetto dell’intervento normativo al settore delle condizioni della procedura di rimpatrio degli stranieri irregolari nei loro paesi d’origine ed evitando, allo stato, di definire una organica disciplina delle modalità d’ammissione e d’accoglienza degli stranieri in Europa, che, con qualche eccezione, resta al momento di esclusivo appannaggio degli Stati membri.

La direttiva, la cui approvazione era stata richiesta dal Consiglio d’Europa nella seduta di Bruxelles del 4 e 5 novembre 2004 (si veda sul punto il “considerando” n. 2 della direttiva) ha come obiettivo l’armonizzazione dei sistemi nazionali, attraverso il tentativo di bilanciamento delle esigenze dell’effettiva assicurazione dei meccanismi di rimpatrio degli immigrati irregolari e della tutela della libertà personale e dei diritti dell’immigrato.

La direttiva [6] ha stabilito dunque le norme e pr... _OMISSIS_ ...da applicare negli Stati membri riguardo al rimpatrio di cittadini di paesi terzi in posizione irregolare (art.1).

Gli Stati membri possono decidere di non applicare la direttiva ai cittadini di paesi terzi nel caso si tratti di individui «sottoposti a respingimento alla frontiera, ovvero fermati o scoperti dalla competenti autorità in relazione all’attraversamento irregolare via terra, mare o aria della frontiera esterna di uno Stato membro, e che non hanno successivamente ottenuto un’autorizzazione o un diritto di soggiorno in tale Stato; sottoposti a rimpatrio come sanzione penale o come conseguenza di una sanzione penale, in conformità con la legislazione nazionale, o sottoposti a procedure di estradizione».

La direttiva non si applica «alle persone beneficiarie del diritto comunitario alla libera circolazione» definito dal codice frontiere di Schengen (art. 2). Sono state lasciate impregiudicate le ... _OMISSIS_ ...ù favorevoli vigenti in forza di «accordi bilaterali o multilaterali tra la Comunità, o la Comunità e i suoi Stati membri, e uno o più paesi terzi», nonché «di accordi bilaterali o multilaterali tra uno o più Stati membri e uno o più paesi terzi» (art. 4).

La direttiva dunque non incide, inoltre, sulle disposizioni più favorevoli ai cittadini di paesi terzi previste dall’acquis comunitario in materia di immigrazione e di asilo, né sulla facoltà degli Stati membri di introdurre o mantenere disposizioni nazionali più favorevoli, purché compatibili con le norme stabilite dalla direttiva.

In merito alle disposizioni generali della direttiva sui rimpatri, deve essere sottolineato poi che nell’applicazione di quest’ultima gli Stati membri debbono tenere nella dovuta considerazione i criteri generali dell’interesse superiore del bambino, della vita familiare, delle condizioni di salute del cittadino ... _OMISSIS_ ...zo interessato, attenendosi altresì al rispetto del principio di “non-refoulement” (art. 5) [7].

Su questo quadro complesso la legittimità della normativa in materia di immigrazione è stata affrontata sia dalla Corte costituzionale che dalle Corte Europee.

Dopo le sentenze della Corte Costituzionale, che hanno dichiarato costituzionalmente illegittime l’aggravante della clandestinità (Corte costituzionale sent. n. 249/2010 (art.61 n.11bis cp) e la norma che subordinava alla titolarità della carta di soggiorno la concessione agli stranieri dell’assegno mensile di invalidità civile (sent. n. 187/2010 –art.13 L.118/1971), la Corte di Giustizia con sentenza del 22.11.2010, ha ribadito la necessità di motivi imperativi di pubblica sicurezza interna ed esterna perché possa essere espulso da uno Stato membro un cittadino dell’Unione, mentre la sentenza della CEDU del 22.2.2008 , Saadi c.Italia, ha condann... _OMISSIS_ ...lia per violazione dell’art.3 della Convenzione, in relazione all’espulsione “a rischio” di un cittadino tunisino.

Da ultimo l’UE ha imposto all’Italia di riallineare la normativa sull’immigrazione ai vincoli imposti dall’ordinamento sovranazionale, secondo un principio di leale collaborazione dello Stato italiano con le istituzioni europee a seguito della scadenza il 24 dicembre 2010 del termine per l’attuazione della direttiva 2008/115/CE del Parlamento e del Consiglio dell’Unione europea, recante “norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare”.