Regime giuridico dei beni del patrimonio indisponibile

Per quanto attiene al regime giuridico applicabile ai beni del patrimonio indisponibile, l’unico riferimento codicistico esplicito è dato dall’art. 828, c. II, c.c.: essi «non possono essere sottratti alla loro destinazione, se non nei modi stabiliti dalle leggi che li riguardano».

A parte questa regola comune, manca una disciplina uniforme.

In linea generale, può affermarsi che i beni indisponibili sono sottoposti a un regime diverso da quello di diritto comune, stabilito dalle singole leggi che li concernono.

Si avrà, in ragione della norma codicistica, un regime giuridico che prevede la non assoluta incommerciabilità, a differenza di quanto previsto per i beni demaniali: i beni del patrimonio potranno circolare, purchè non sia alterata la loro destinazione pubblicistica, o persino sottraendoli alla loro destinazione, purchè ciò sia previsto da norma di legge.

Più in particolare, «... _OMISSIS_ ...i trasferimento di tali beni che non rispetti la disciplina legislativa, di conseguenza, non è nullo perché avente ad oggetto una res fuori commercio, ma - almeno in linea di principio - annullabile per violazione dei modi di legge stabiliti per sottrarli al vincolo di destinazione. Il limite della non sottrazione alla destinazione comporta ancora che i beni possano essere gravati di diritti reali parziari costituiti a favore di terzi, purchè compatibili con la destinazione e nel rispetto dei modi stabiliti dalla legge» [41].

Inoltre, sebbene l’art. 823 c.c. conferisca espressamente all’amministrazione la facoltà di esercitare i poteri di autotutela solo in relazione ai beni del demanio, la giurisprudenza ha esteso tale previsione ed i poteri relativi anche in rapporto ai beni del patrimonio indisponibile [42].

La stessa giurisprudenza ha escluso l’usucapibilità dei beni del patrimonio indisponibile, di fatto equipara... _OMISSIS_ ...lina a quella dei beni demaniali [43].

Negli ultimi decenni, peraltro, i beni del patrimonio indisponibile (e quelli demaniali) sono stati oggetto di diverse - e importanti - vicende circolatorie: si pensi alla liberalizzazione dei servizi di pubblico interesse, con la trasformazione delle ex Amministrazioni autonome di Stato in enti pubblici economici (come ad esempio le Ferrovie dello Stato, l’Azienda di Stato per i servizi telefonici, l’Anas, ecc.) e poi, successivamente, in s.p.a. a capitale pubblico: «questo passaggio dello Stato da ente-proprietario a ente-regolatore dei pubblici servizi ha coinvolto necessariamente anche la titolarità dei beni pubblici passata ai nuovi soggetti. (v. ad es. l’art. 15, L. 210/1985, istitutiva dell’Ente Ferrovie dello Stato)» [44].

Il quadro sin qui delineato subirà delle importanti modificazioni alla luce del D. Lgs. n. 85 del 28 maggio 2010, entrato in vigore in data... _OMISSIS_ ..., primo decreto di attuazione della Legge 5 maggio 2009, n. 42, recante “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”. Come noto, tale norma che prevede: «I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla legge dello Stato».

Il D. Lgs. 85/2010 vuole dare attuazione al precetto costituzionale, e a tal fine individua i principi e i parametri per l’attribuzione, a titolo non oneroso, alle Autonomie Locali dei beni statali. Con il trasferimento - a titolo gratuito - dei beni statali che insistono sul territorio di competenza, gli Enti Locali dovranno decidere come valorizzarli anche ai fini dell’eventuale successiva alienazione.

Tale attribuzione avverrà - oltre che in base ai principi previsti all’art. 2 del decreto in esame - in base al princi... _OMISSIS_ ...rietà, per cui i beni saranno attribuiti prioritariamente ai Comuni salvo che, per entità o tipologia del bene o per esigenze di carattere unitario, sia più opportuno trasferirli ad altri enti [45].

L’art. 4 del D. Lgs. 85/2010 stabilisce che i beni, trasferiti con tutte le pertinenze, accessori, oneri e pesi, entrano a far parte del patrimonio disponibile dei Comuni, delle Province, delle Città metropolitane e delle Regioni, salvo quelli appartenenti al demanio marittimo, idrico e aeroportuale, che restano assoggettati al regime stabilito dal codice civile. Ove ne ricorrano i presupposti, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che disponga l’attribuzione dei beni demaniali diversi da quelli appartenenti al demanio marittimo, idrico e aeroportuale, indica motivatamente l’inclusione dei beni nel demanio o nel patrimonio indisponibile [46].

L’articolo 5, comma I, individua le tipologie dei beni mobili e im... _OMISSIS_ ...potenzialmente trasferibili a richiesta di Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni ai sensi del precedente art. 3 [47].

Ai sensi del medesimo art. 5, comma II, non possono essere oggetto di trasferimento (fatto salvo quanto ivi previsto al comma IV per i beni in uso al Ministero della difesa) gli immobili in uso per comprovate ed effettive finalità istituzionali alle amministrazioni dello Stato, (ivi comprese quelle ad ordinamento autonomo), agli enti pubblici destinatari di immobili statali in uso governativo e alle Agenzie di cui al D.Lgs. n. 300 del 1999, i porti e aeroporti di rilevanza economica nazionale e internazionale, secondo la normativa di settore, i beni appartenenti al patrimonio culturale, salvo quanto previsto dalla normativa vigente e dal comma 7, i beni oggetto di accordi o intese con gli Enti territoriali per la razionalizzazione o la valorizzazione dei rispettivi patrimoni immobiliari sottoscritti alla data di entrata in vigore ... _OMISSIS_ ...ovvedimenti, le reti di interesse statale, ivi comprese quelle stradali e energetiche, le strade ferrate in uso di proprietà dello Stato, i Parchi nazionali e le riserve naturali statali.

I beni per i quali non verrà presentata domanda confluiranno in un patrimonio vincolato, affidato all’Agenzia del demanio, che provvederà a valorizzarli, ed eventualmente ad alienarli [48].

Si delinea quindi un quadro, già oggetto di numerose modifiche, nel quale lo Stato procede alla dismissione del proprio patrimonio demaniale e indisponibile, conferendo lo stesso nel patrimonio disponibile degli enti locali destinatari.

Risulta evidente come tale meccanismo sia rivolto al fine di consentire poi l’alienazione di tali beni, rappresentando il D. Lgs. 85/2010 - che dispone la successiva emanazione di decreti ministeriali all’uopo previsti - la fonte legittimante sia per l’atto ministeriale di sdemanializzazione, sia per... _OMISSIS_ ...rizzazione all’alienazione, rispettivamente previsti dagli articoli 829 e 828 c.c.

Non può sottacersi nel presente studio che, però, si tratta della riprova della inadeguatezza dell’attuale normativa in materia di beni pubblici. In una fase storica e politica di continua evoluzione, la rigidità della schematizzazione beni demaniali - inalienabili, beni del patrimonio indisponibile - non assolutamente inalienabili, beni del patrimonio disponibile - alienabili, appare inadeguata a soddisfare le esigenze circolatorie e le urgenti esigenze “di cassa” dello Stato.

La schematizzazione appena riportata ha da tempo perso la propria inderogabilità, a fronte dei fenomeni già citati di trasformazione di enti pubblici in società per azioni, di privatizzazione dei pubblici servizi e di dismissione dei beni pubblici per fini di risanamento del debito pubblico.

In questa direzione si colloca il D. Lgs. 85/2010, misura... _OMISSIS_ ...emanializzazione e dismissione del patrimonio dello Stato, che rappresenta l’implicito riconoscimento dell’impossibilità, in costanza dell’attuale normativa codicistica, di valorizzare e monetizzare tali beni.

L’art. 4, comma II, della norma in esame dispone che, tra gli altri, principio ispiratore delle procedure di attribuzione dei beni gli Enti sia quello di massima valorizzazione funzionale del bene attribuito a vantaggio diretto o indiretto della medesima comunità (collettività) territoriale rappresentata. A tal fine ciascun ente appronta dei sistemi di informazione e partecipazione dei cittadini, anche in forma telematica.

Deve quindi intendersi, a meno di non ritenere tale previsione svuotata di ogni contenuto, che il dovere di informazione gravante in capo agli Enti debba essere diretto a consentire la partecipazione dei cittadini, titolari di un potere di proposta di soluzioni per la valorizzazione dei beni a... _OMISSIS_ ... Stato agli Enti.

Solo ove ciò non avvenga, si potrà procedere all’alienazione dei beni in questione [49].