Acquisizione coattiva di opere private di pubblica utilità: competenza ed indennizzo

Nelle due ipotesi appena descritte - cioè nel caso del terreno utilizzato per finalità di edilizia residenziale pubblica, agevolata o convenzionata ed in quello del terreno destinato a essere attribuito per finalità di interesse pubblico in uso speciale a soggetti privati - l'art. 42-bis può trovare applicazione.

La legge reca però due deroghe rispetto alla procedura ordinaria, riguardanti l'una la competenza procedimentale, che è attribuita alla «autorità che ha occupato il terreno», e l'altra l'indennizzo dovuto per il pregiudizio non patrimoniale, che va liquidato nella misura del 20% del valore venale [766].

Il profilo della competenza supera la lacuna dell'art. 43, che la dottrina aveva risolto nel senso dell'attribuzione del potere all'autorità espropriante [767]. Il chiarimento legislativo è certamente apprezzabile, ma merita alcune chiose, con riguardo ad entrambe le ipotesi applicative della fattispecie di cui al comma ... _OMISSIS_ ...| Per quanto riguarda anzitutto gli immobili residenziali, si è detto che essi possono essere espropriati anche dal privato, che dunque si immette nel possesso del bene per attuare i programmi di edilizia residenziale. Sennonché, si è anche detto che tale espropriazione è realizzata «in nome e per conto dei comuni, d'intesa con questi ultimi» [768].

Di conseguenza, anche se la disponibilità materiale del terreno è acquisita dal privato, l'occupazione è realizzata nel nome di un'autorità ed è questa autorità che, avendo acquistato il bene, sarà competente a sanare l'eventuale illegittimità con un provvedimento ex art. 42-bis.

Più approssimativa è la scelta di attribuire la competenza all'autorità che ha occupato il bene anche nell'ipotesi del terreno attribuito in uso speciale a soggetti privati. In questo caso, infatti, il privato utilizzatore può aver partecipato alla procedura espropriativa in qualità di beneficiario e in qua... _OMISSIS_ ...er effettuato personalmente l'occupazione del bene in forza dell'art. 23 del testo unico [769]: secondo il testo unico, infatti, il decreto di esproprio «è eseguito mediante l'immissione in possesso del beneficiario dell'esproprio» ed in tal caso l'autorità espropriante è soltanto tenuta alla redazione del verbale di immissione nel possesso [770].

La menzione dell'autorità che ha «occupato» il bene, quindi, dovrebbe essere riferita in questo caso all'autorità che, più che aver occupato il terreno, ne ha verbalizzato l'immissione in possesso.

Comunque sia, l'autorità è competente in primo luogo all'iniziativa del procedimento acquisitivo. In questa sede, per vero, è quanto mai probabile che la formale iniziativa pubblica sia preceduta da una sollecitazione privata, che può provenire dal proprietario - come di regola - ma anche dall'ente che ha realizzato l'intervento edilizio o dall'assegnatario dell'alloggio residenz... _OMISSIS_ ...l privato che utilizza il bene per finalità di interesse pubblico. Ciò nondimeno, si ritiene comunque che l'esercizio del potere sia rimesso ad un atto ufficioso e discrezionale, conformemente a quanto rilevato nell'ipotesi acquisitiva ordinaria [771].

L'avvio del procedimento, ad ogni modo, deve essere comunicato a tutti i soggetti interessati, che possono avvalersi delle facoltà riconosciute dall'art. 10 della l. 241/1990. Se del caso si deve poi procedere al frazionamento, al quale segue la fase di quantificazione dell'indennizzo-risarcimento, laddove si incontra la seconda deroga dettata dal comma 5 all'ordinario regime dell'art. 42-bis: l'indennizzo dovuto per il pregiudizio non patrimoniale è infatti quantificato nella misura del 20% del valore venale, raddoppiandosi il 10% previsto dall'ultima parte del comma 1.

I primi commentatori dell'art. 42-bis hanno peraltro dubitato della ragionevolezza e perfino della legittimità di una simil... _OMISSIS_ ...72]: il fatto che la voce aumentata sia quella commisurata al pregiudizio non patrimoniale, infatti, sembra muovere dal discutibile presupposto che la sofferenza arrecata dalla realizzazione di un immobile residenziale sia superiore a quella provocata dalle altre procedure espropriative [773].

Nella sede propria [774], tuttavia, si è già sottolineato che il legame tra la voce in parola ed il danno non patrimoniale non deve essere sopravvalutato: il legislatore voleva inserire una maggiorazione rispetto al valore venale e l'ha qualificato in termini di indennizzo per il pregiudizio non patrimoniale perché la Corte EDU ha criticato l'omessa considerazione di queste voci di danno.

Se è così, non è detto che l'aumento della maggiorazione dipenda da un reale aggravamento del pregiudizio non patrimoniale ed anzi sembra proprio che la ragione sia un'altra e segnatamente una finalità squisitamente economica. In altre parole, il legislatore ... _OMISSIS_ ...addoppiato la maggiorazione sulla base del presupposto che qui l'indennizzo è dovuto da un soggetto privato e quindi non incide sulla finanza pubblica.

Ma è proprio vero che nelle ipotesi di cui al comma 5 l'indennizzo-risarcimento è corrisposto dal privato? Il comma in parola non lo dice e nessuna indicazione in questo senso si può ricavare dagli altri capoversi dell'art. 42-bis, laddove il soggetto tenuto all'erogazione dell'indennizzo-risarcimento rimane celato da un abbondante uso di forme verbali passive [775]: l'unico passaggio in cui la disposizione chiarisce su chi gravano gli oneri dell'acquisizione è quello dedicato all'imposizione coattiva di servitù [776], ma proprio il fatto che il legislatore detti una simile previsione in una delle acquisizioni speciali impedisce di estenderla de plano anche all'altra, laddove il silenzio normativo non può essere casuale.

Sul punto appare opportuno distinguere tra le due ipotesi applicative de... _OMISSIS_ ... acquisitiva di cui al comma 5 dell'art. 42-bis. In caso di immobile adibito all'uso particolare di un privato, infatti, si ritiene che sia questo privato a dover corrispondere l'indennizzo-risarcimento al proprietario.

Trattandosi di una lacuna in senso tecnico, infatti, si deve ricorrere all'analogia legis prescritta dall'art. 12 delle preleggi [777] ed individuare una norma con identità di ratio. Ora, la ratio di consentire al privato l'acquisizione di un diritto per scopi di interesse pubblico si può astrattamente rinvenire sia nell'espropriazione di opere private di pubblica utilità che nell'acquisizione coattiva di servitù al patrimonio privato, ma il risultato non cambia, perché in entrambi i casi gli oneri dell'operazione sono sopportati dal privato, da un lato in qualità di promotore [778], dall'altro in quanto beneficiario [779].

Per analogia con l'una o con l'altra norma, dunque, si ritiene che il privato a cui è attribuito il t... _OMISSIS_ ... per finalità di interesse pubblico sia tenuto al pagamento dell'indennizzo-risarcimento, che viene stimato dall'autorità che ha occupato l'immobile e successivamente liquidato nel provvedimento acquisitivo.

La fattispecie dell'edilizia residenziale pubblica, agevolata o convenzionata, invece, era già nota ai regimi antecedenti all'art. 42-bis per cui si potrebbe pensare di importare le conclusioni raggiunte in precedenza dalla giurisprudenza, se solo si trattasse di risultati consolidati.

Al termine della vigenza dell'art. 43, infatti, l'indirizzo maggioritario sembrava incline ad ammettere in linea di massima la corresponsabilità solidale del Comune delegante e dell'ente delegato alla realizzazione dell'intervento [780], ma durante l'interregno tra art. 43 ed art. 42-bis si era riaperto il conflitto tra una Corte di Cassazione orientata nel senso della responsabilità esclusiva del Comune [781] ed un Consiglio di Stato incline ad affermare... _OMISSIS_ ...ità dell'autore materiale dell'illecito [782], come peraltro più coerente con la regola generale riscontrata nell'art. 43 da entrambe le supreme magistrature [783].

Se è così, il legislatore dell'art. 42-bis avrebbe fatto bene a chiarire su chi deve gravare l'indennizzo-risarcimento di cui al comma 5, anche alla luce del fatto che è superiore a quello quantificato in via ordinaria dai commi 1 e 3. Nel silenzio della legge ed in mancanza di perfetta identità di ratio con altre norme dell'ordinamento, è possibile che torni in auge l'orientamento che ritiene corresponsabili i due soggetti, ripartendo gli oneri economici in base alle regole dettate dall'art. 2055 c.c. [784] od alle pattuizioni intercorse tra i due enti [785].

Da ciò discende forse l'opportunità di giungere ad un accordo di riparto prima dell'adozione del provvedimento acquisitivo: in mancanza, il Comune potrebbe valutare discrezionalmente se corrispondere l'intero indenn... _OMISSIS_ ...to od ordinare al delegato di versarne una quota, eventualmente commisurandola al grado di responsabilità dei due soggetti, ma per conoscere la legittimità di simili opzioni si dovrà attendere la giurisprudenza, il cui compito non appare semplice in mancanza dei necessari parametri normativi.