CLASSIFICAZIONI DEL DIRITTO AL SEPOLCRO.
Il c.d. ius sepulchri si considera comunemente una sorta di diritto di superficie all’interno di un cimitero pubblico che sorge con il rilascio di una concessione da parte della pubblica amministrazione.
Tradizionalmente, la dottrina e la giurisprudenza offrono diverse classificazioni del diritto in parola.
In prima battuta, sussiste una distinzione tra il diritto «al» sepolcro e il diritto «sul» sepolcro.
Partendo dal diritto al sepolcro, una prima classificazione distingue tra diritto al sepolcro primario e diritto al sepolcro secondario: il diritto primario consiste nel diritto di essere seppelliti (jus sepulchri) o di seppellire altri in un dato sepolcro (j...
_OMISSIS_ ...i spoglie si trovino in un determinato sepolcro, di accedervi per il compimento degli atti di pietas e di opporsi ad ogni atto che costituisca violazione e comunque forma di oltraggio a quella tomba.
Il diritto sul sepolcro, invece, viene altresì definito come «diritto al sepolcro in senso stretto», e consiste nel diritto sul manufatto che accoglie le salme e sui materiali che lo compongono, avente ad oggetto l’edificio sepolcrale e gli eventuali accessori.
Il diritto primario al sepolcro, a sua volta, si compone delle due fattispecie del sepolcro ereditario e del sepolcro familiare o gentilizio.
In altre parole, possiamo pertanto affermare come il diritto primario al sepolcro (lo ius sepulchri vero e proprio) si compong...
_OMISSIS_ ... di accedere fisicamente al manufatto e di opporsi a qualsivoglia atto di oltraggio (diritto secondario al sepolcro).
Fatte queste doverose premesse, passiamo ora ad approfondire la classificazione più importante.
IL SEPOLCRO FAMILIARE O GENTILIZIO.
Il sepolcro familiare o gentilizio è espressione per eccellenza del diritto al sepolcro. Infatti, in caso di dubbio sulla classificazione del sepolcro, esso si presume sempre gentilizio e mai ereditario.
Ai sensi dell’art. 93 del Regolamento di polizia mortuaria (d.P.R. n. 285/1990), «il diritto di uso delle sepolture private concesse a persone fisiche è riservato alle persone dei concessionari e dei loro familiari».
La giurisprudenza amministra...
_OMISSIS_ ...to riferimento alla cerchia dei familiari destinatari del sepolcro stesso, acquistandosi dal singolo iure proprio sin dalla nascita, per il solo fatto di trovarsi col fondatore nel rapporto previsto dall’atto di fondazione o dalle regole consuetudinarie, iure sanguinis e non iure successionis, e determinando una particolare forma di comunione fra contitolari, caratterizzata da intrasmissibilità del diritto, per atto tra vivi o mortis causa, imprescrittibilità e irrinunciabilità. Tale diritto di sepolcro si trasforma da familiare in ereditario con la morte dell’ultimo superstite della cerchia dei familiari designati dal fondatore, rimanendo soggetto, per l’ulteriore trasferimento, alle ordinarie regole della successione mortis causa».
Orbene, partendo ...
_OMISSIS_ ... determinato sepolcro è fatta sulla base di un atto volontario del concessionario originario, per il sol fatto di appartenere alla cerchia dei suoi familiari. In giurisprudenza si sostiene che «ai fini della determinazione della cerchia dei soggetti che hanno diritto alla sepoltura in una determinata tomba, assume rilevanza preminente la volontà del fondatore – che può essere manifestata in qualunque forma e financo risultare anche da elementi indiziari e presuntivi – e quindi solo in mancanza di una diversa volontà del fondatore assume rilievo la concessione amministrativa, dovendo in tal caso presumersi che la figura del fondatore coincide con quella del titolare della concessione».
La pronuncia del T.A.R. Lazio è particolarmente interessante ai nos...
_OMISSIS_ ...mente e giuridicamente qualificata) di “tomba gentilizia”, ossia del manufatto funerario destinato dal suo fondatore/concessionario (un tempo il capostipite della gens) alla sepoltura propria e dei propri familiari o congiunti. Questi, infatti, vantano un diritto alla sepoltura solo in virtù del fatto della consanguineità o del rapporto di coniuge, mentre occorre un preciso atto di disposizione del fondatore (negoziale o testamentaria) per creare in soggetti estranei eventuali diritti sulla tomba, intesa questa sia quale immobile, sia quale luogo in cui si ha il diritto alla tumulazione». Ne deriva che «nel sepolcro c.d. familiare o gentilizio, destinato dal fondatore “familiaeque suae”, hanno diritto di inumazione soltanto il fondatore, il proprio coniu...
_OMISSIS_ ... iure hereditatis, ovvero iure sanguinis e non iure successionis, per il solo fatto di trovarsi con lo stesso in un rapporto di tipo parentale. Ne discende, in uno con la più ampia giurisprudenza sia amministrativa sia ordinaria, che il sepolcro gentilizio si caratterizza per una forma particolare di comunione tra contitolari, che non può essere trasmessa né per atto inter vivos né per atto mortis causa. Possiamo spingerci ad affermare che un siffatto diritto sia pertanto un diritto personalissimo, intrasmissibile, imprescrittibile ed irrinunciabile.
Pertanto, lo ius sepulchri, cioè il diritto alla tumulazione (autonomo e distinto rispetto al diritto reale sul manufatto funerario o sui materiali che lo compongono), deve presumersi di carattere non ereditario, ma familiare, i...
_OMISSIS_ ...ttura irrilevante la eventuale cedibilità prevista nel regolamento o nell’atto di concessione comunale.
La comunione così delineata non deve essere confusa con la comunione ordinaria su un diritto reale (quale potrebbe essere la proprietà): infatti, il fondatore imprime un vincolo di destinazione sul sepolcro, costituendo con i familiari aventi diritto ad essere tumulati nel sepolcro una comunione pro indiviso e indivisibile, con la conseguenza che resta escluso ogni potere di disposizione del diritto da parte di taluni soltanto di essi e la cui durata si protrae fino al venir meno dell’ultimo degli aventi diritto, quando il sepolcro gentilizio si trasforma in ereditario.
Conseguenza fondamentale di quanto abbiamo affermato fino ad ora, per...
_OMISSIS_ ...i discendenti hanno un mero diritto alla sepoltura che è indisponibile verso gli estranei, salvi i diritti di natura puramente dominicale gravanti sul manufatto funerario in forza di specifiche ed espresse diposizioni testamentarie del fondatore.
Occorre pertanto fare un breve cenno sulla nozione di «famiglia» contenuta nell’art. 93 del Regolamento di polizia mortuaria.
L’art. 93 comma 2 afferma infatti testualmente che «può altresì essere consentita, su richiesta di concessionari, la tumulazione di salme di persone che risultino essere state con loro conviventi, nonché di salme di persone che abbiano acquisito particolari benemerenze nei confronti dei concessionari, secondo i criteri stabiliti nei regolamenti comunal...
_OMISSIS_ ...1990 sia stato del tutto lungimirante e precursore dei tempi, riconoscendo la possibilità di essere sepolti in un sepolcro gentilizio anche ai conviventi del concessionario/fondatore. Nello stesso senso anche la giurisprudenza, da sempre precursore dei tempi del legislatore, laddove sin dagli anni Ottanta – e quindi prima rispetto all’entrata in vigore del d.P.R. n. 285/1990 – affermava che «in mancanza di una disposizione del defunto quando era in vita, lo ius eligendi sepulcrum spetta alla convivente more uxorio, sempreché particolari circostanze familiari ed ambientali non facciano prevalere la contraria volontà del nucleo familiare legittimo del defunto».
Pertanto, non abbiamo una definizione statica del concetto di famiglia, ma il legislato...
_OMISSIS_ ...ò emerge la centralità del regolamento comunale, che – per quanto a noi ora interessa – costituisce la fonte sostanziale e centrale per ogni definizione di famiglia del concessionario, vale a dire per l’individuazione delle persone le quali, prima o poi, in base alla cronologia degli eventi luttuosi (se non diversamente stabilito tra gli aventi titolo) hanno il diritto a venire sepolti nella concessione della specifica sepoltura privata.
Specificato ciò, e tornando al fatto che lo ius sepulchri è diritto intrasmissibile da parte dei contitolari, occorre però ancora soffermarci brevemente sulla persona del concessionario originario. Questi, infatti, essendo il solo titolare del diritto al sepolcro gentilizio, può trasmettere il titolo inerente al diritto di ...
_OMISSIS_ ...llogico consentire la trasmissione testamentaria dei diritti di natura puramente dominicale gravanti sul manufatto funerario e non quello alla sepoltura, atteso che sarebbe arduo comprendere, anche solo fenomenologicamente, in cosa si sostanzierebbe il vantaggio discendente dalla titolarità del diritto dominicale (se non nel mero diritto a mantenere e a modificare il manufatto) disgiunto dallo ius sepulchri, che costituisce l’unico concreto utilizzo della res costituita dal sepolcro». In altre parole, affermare che il fondatore non possa trasmettere (eventualmente) ad estranei il diritto alla sepoltura, equivarrebbe a provare e a svuotare di ogni significato lo ius sepulchri di cui stiamo ampiamente parlando, legandolo al solo manufatto tombale e svincolandolo da qualsivoglia d...
_OMISSIS_ ...ale destinato ad area cimiteriale al fine di edificazione di una tomba deriva in capo al concessionario un diritto di natura reale sul bene (cosiddetto diritto di sepolcro), la cui manifestazione è costituita prima dall’edificazione e poi dalla sepoltura;
b) quindi, se è vero che tale diritto afferisce alla sfera strettamente personale del titolare, esso è dal punto di vista privatistico disponibile da parte del titolare stesso, il quale può quindi trasferirlo a terzi, ovvero associare terzi nella fondazione della tomba, senza che ciò rilevi nei rapporti con l’ente pubblico concedente, il quale può revocare la concessione soltanto per interesse pubblico, ma non mettere in discussione le modalità di esercizio del diritto, le quali restano libere e riservate all’auto...
_OMISSIS_ ...lontà del fondatore e quindi solo in mancanza di una diversa volontà del fondatore assume rilievo la concessione amministrativa, dovendo in tal caso presumersi che la figura del fondatore coincide con quella del titolare della concessione;
d) ma ciò che conta è che la volontà del fondatore può essere manifestata in qualunque forma, potendo risultare anche da elementi indiziari e presuntivi, la cui valutazione è rimessa al giudice di merito.
Non si ignora che la questione sia, non solo da un punto di vista giuridico, ma anche sociologico, particolarmente dedicata, dovendosi escludere in ogni caso il rischio che un discendente dell’originario concessionario possa essere escluso per testamento dall’esercizio dello ius sepulchri a lui pervenuto iure sanguinis,...
_OMISSIS_ ... ius sepulchri possa essere trasmesso anche a terzi per il tramite di testamento».
Tirando pertanto le fila di questo ampio discorso sul sepolcro c.d. gentilizio, abbiamo visto come lo stesso derivi ai contitolari iure sanguinis, come si crei una comunione tra i contitolari e come sia sempre da considerarsi preminente la volontà del fondatore, che altri non è che il concessionario originario: a lui spetta la titolarità vera e propria del c.d. ius sepulchri e, pertanto, a lui spetteranno anche eventuali trasmissioni extrafamiliari del diritto in parola.
IL SEPOLCRO EREDITARIO.
Abbiamo accennato nel paragrafo che precede al fatto che il sepolcro gentilizio diventi ereditario con la morte dell’ultimo superstite della cerchia dei...
_OMISSIS_ ...tando lo «ius sepulchri si trasmette nei modi ordinari, per atto inter vivos o mortis causa, come qualsiasi altro diritto, dall’originario titolare anche a persone non facenti parte della famiglia».
Un’ulteriore specificazione del diritto in argomento si ravvisa in una pronuncia del T.A.R. Abruzzo, che ha affermato come «il diritto ad essere sepolti in una cappella (c.d. diritto di sepolcro primario), ha carattere reale (seppure ad esercizio postumo, per mezzo di familiari o della pubblica Autorità), e si può trasmettere per atto mortis causa o inter vivos oppure solo iure sanguinis, a seconda, rispettivamente, che si tratti di un sepolcro ereditario oppure familiare. Ciò che decide se il sepolcro è familiare (o gentilizio) oppure ereditario, è ...
_OMISSIS_ ...el sepolcro gentilizio – il sepolcro ereditario si caratterizzi per la trasmissibilità del diritto in esso contenuto e per la libertà dello stesso, intesa come possibilità – per il concessionario/fondatore – di consentire a persone estranee alla sua famiglia di essere ivi tumulate.
Appare pertanto alla stregua di un normale diritto, a differenza del sepolcro gentilizio che (si ricorda) è definibile quale diritto personalissimo, come tale imprescrittibile, intrasmissibile ed irrinunciabile. Nel caso del sepolcro ereditario, invece, il diritto è trasmissibile nei modi ordinari, sia per atto tra vivi (si pensi ad una donazione del diritto ovvero ad una compravendita) sia per atto a causa di morte (e quindi per espressa previsione testamentaria) da parte ...
_OMISSIS_ ...el Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, che bene sintetizza le caratteristiche del sepolcro ereditario: «mentre nel sepolcro cosiddetto “familiare” (destinato dal fondatore sibi familiaeque suae) l’appartenenza alla famiglia è presupposto indispensabile per l’acquisto del diritto alla sepoltura, sempre che il fondatore non abbia diversamente disposto, nel sepolcro ereditario quest’ultimo si limita a compiere una mera destinazione del diritto di sepoltura ai propri eredi (sibi haeredibusque suis) in considerazione di tale loro qualità, con la conseguenza che ciascuno di essi (subentrandogli iure haereditatis) è legittimato alla tumulazione di salme estranee alla famiglia di origine, entro i limiti della propria quota eredit...
_OMISSIS_ ... fondatore stesso».
Come sempre, pertanto, è grazie alla giurisprudenza che riusciamo a delineare meglio un concetto astratto.
Il sepolcro ereditario, infatti, è oggetto di una specifica destinazione da parte del titolare, che consente la sepoltura dei propri eredi in quanto tali: è principio noto quello per cui non sempre un erede fa parte della famiglia del decuius, ma ben può essere una persona estranea. Ed è proprio sulla base di questo assunto quasi ultroneo che scaturiscono le caratteristiche del diritto al sepolcro ereditario, che può essere trasmesso alla stregua di qualsivoglia altro bene e/o diritto sia per atto tra vivi (parimenti a titolo oneroso o a titolo gratuito) sia per atto a causa di morte, essendo entrato nella sfera del soggetto tito...
_OMISSIS_ ...» (e non si trasmette) solo iure sanguinis.
Ne discende pertanto che l’identificazione dei soggetti titolari di un siffatto diritto va fatta in base alle norme che regolano la successione mortis causa o i trasferimenti in genere dall’originario titolare; inoltre, le salme che ivi siano già tumulate non possono esserne rimosse, di guisa che i congiunti più prossim...