Le forme di tutela dei beni pubblici: competenza e giurisdizione.

Il quadro espresso nella distinzione dei beni pubblici in due macrocategorie, demaniali e patrimoniali, conduce all’analisi progressiva delle forme di tutela previste nel panorama legislativo.

Sotto questa “lente di ingrandimento” la distinzione suddetta delineata con impegno subisce un’ulteriore modifica che scinde i beni patrimoniali in altre due sottocategorie, indisponibili e disponibili, e vede la prima abbandonare l’alveo principale per essere accomunata con quella demaniale da una stessa identità di regime.

Per tale motivo sia la tutela esecutiva, come forma di difesa amministrativa, sia quella giurisdizionale, che afferma la competenza del giudice amministrativo, sono applicate conformemente sia ai beni demaniali, che a qu... _OMISSIS_ ...aquo;Spetta all’autorità amministrativa la tutela dei beni che fanno parte del demanio pubblico. Essa ha facoltà sia di procedere in via amministrativa, sia di valersi dei mezzi ordinari a difesa della proprietà e del possesso regolati dal presente codice».

Il corretto significato da dare alla locuzione suddetta è stato oggetto di critiche dottrinarie di incerta posizione ed ancora oggi non si può dare un senso interpretativo di carattere univoco, quello che però può essere affermato con sicurezza è che per i tipi di beni citati la P.A. può decidere di avvalersi di mezzi ordinari tramite le azioni a difesa della proprietà o del possesso disciplinate per la proprietà dal codice civile oppure avvalendosi dell’autotutela esecutiva, ossia di quella garanzia tip... _OMISSIS_ ...alersi della facoltà specifica in ogni contesto amministrativo.

Difatti, considerato che l’autotutela esecutiva viene anche definita come quel potere della P.A. di portare a compimento coattivamente i propri atti affinché possa essere perseguito lo scopo per cui sono stati emessi, l’esercizio di tale potere è limitato ai soli casi in cui il legislatore ha previsto che si possa usare , di talché se non v’è previsione di legge non si può ricorrere allo strumento interessato, diversamente specificando un abuso dell’istituto ed un arbitrario metodo automatico di sostituzione dell’autorità giudiziaria.

La giurisprudenza interrogatasi sulla ratio e sugli effetti dell’autotutela di cui all’art. 823, comma 2 c.c. ha rilevato... _OMISSIS_ ...ritorio, l’autotutela possessoria riveste delle origini che non solo trovano posto negli articoli del Codice civile, ma addirittura regredisce la propria fonte primaria nella legge “Pisanelli” o “legge madre”, nello specifico la legge n. 2248 del 1865, allegato F, che all’art. 378, comma 2, citava già l’autotutela come espressione di un potere generale pubblico da potere esercitare quando si verificavano turbative sulla proprietà pubblica, che ostacolavano il libero godimento da parte della collettività realizzato tramite la movimentazione del passaggio pubblico.

Univoco l’indirizzo di applicazione secondo la matrice giurisprudenziale, l’autotutela possessoria mira all’immediato ripristino della destinazione pubbli... _OMISSIS_ ... un manufatto non può che concretizzare sempre una situazione di abusivismo, ciò nonostante il soggetto trasgressore vanti una buona fede.

L’occupazione sine titulo di un qualsiasi bene demaniale, pur se costantemente oggetto del pagamento di una somma di danaro quale canone di godimento, non può essere considerata in alcun caso una regolare concessione instauratasi tacitamente mediante un comportamento de facto e, pertanto, in regime di autotutela, può essere richiesto il rilascio immediato.

D’altronde qualsia forma di occupazione abusiva è considerata nel panorama ordinamentale come un illecito amministrativo di natura permanente, la quale non può far sorgere alcun diritto o aspettativa nella sfera patrimoniale di un privato soprattutto se ad e... _OMISSIS_ ...a prospettiva puramente dottrinaria, che sotto quella più esemplare della giurisprudenza, è necessario definire ora il tipo di giurisdizione invocabile nel caso la situazione giuridica “pubblica” nel rapporto con il privato dovesse finire davanti all’Autorità giudiziaria.

Uno dei temi più controversi e difficili dell’analisi giurisprudenziale è stato proprio quello relativo al riparto della giurisdizione nel confronto tra A.G.O. e A.G.A.

Per affrontare la problematica si è fatto ricorso a diverse scuole di pensiero, ma una tra tutte ha finito con il primeggiare ed oggi è comunemente accettata in ogni contesto.

Per tale motivazione, prima di affrontare l’argomento fondamentale sulla dismissione e valorizzazione del p... _OMISSIS_ ... la norma pubblica ed il soggetto chiamato ad esercitare il potere ivi determinato, quale unica forma di espressione in grado di spiegare il riparto tra giurisdizioni.

La tematica, poco “amletica”, quanto piuttosto teorica, in realtà riveste una chiara evidenza nella comprensione dell’argomento: la cognizione del G.A. ricorre quando la P.A. ha agito secondo un potere tipico ad effetto vincolante previsto nella norma a carattere pubblico.

Il criterio principale che vede attribuire la giurisdizione al Giudice amministrativo è dunque rappresentato dal contesto in cui agisce la P.A. e ricorre ogni qual volta questa agisce in veste autoritaria, ma non è stato così da sempre.

Esso, infatti, è il frutto dell’evoluzione de... _OMISSIS_ ...eria di governo del territorio.

Il caso concreto permetteva al Giudice di turno di riflettere sulla restrizione che tale tesi comportava di volta in volta, ma soprattutto sull’incombenza dettata dal risparmio processuale che al contrario vedeva nella realtà fenomenica il “povero istante” chiedere giustizia banco iudicis alle diverse giurisdizioni nell’ambito della medesima fattispecie annullamento/risarcimento.

A ciò si aggiungeva che i poteri del giudice amministrativo erano più limitati di quello ordinario e la tutela posta in essere maggiormente incompleta.

In al senso si è sviluppato il nuovo “corpus” di norme che regolamenta il processo amministrativo sulla scorta di quelle che sono le ceneri del vecch... _OMISSIS_ ...art. 7, comma 1, prima parte, le controversie attinenti alla gestione del Giudice amministrativo e, più segnatamente: «Sono devolute alla giurisdizione amministrativa le controversie, nelle quali si faccia questione di interessi legittimi e, nelle particolari materie indicate dalla legge, di diritti soggettivi, concernenti l'esercizio o il mancato esercizio del potere amministrativo, riguardanti provvedimenti, atti, accordi o comportamenti riconducibili anche mediatamente all'esercizio di tale potere, posti in essere da pubbliche amministrazioni».

Insiste sul punto, il richiamo all’art. 133, comma 1, riportato nelle norme finali, che cristallizza appunto il nesso eziologico tra l’atto ed il potere pubblico di previsione normativa e nel cui testo al pu... _OMISSIS_ ...uzione al giudice ordinario per tutte le controversie in cui non rileva un vizio amministrativo, ma si controversie su una posizione di diritto soggettivo: ad esempio, pur rimanendo in tema di demanialità si discute in riferimento alla titolarità della proprietà.

Riconducendo il dibattito nei margini del rapporto concessorio, quale unico strumento di godimento di terzi sui beni demaniali in termini di esclusività, la possibilità di affermare che l’Amministrazione agisce per il perseguimento di un interesse pubblico stante il vincolo di destinazione del bene non può che configurare la legittimità della giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo.

A contrario, rilevando un bene di natura disponibile oggetto di un rapporto di natura locatizia con il... _OMISSIS_ ...ro d’insieme della competenza in materia.