La valenza integrativa delle norme del codice civile delle regolamentazioni locali sulle distanze tra costruzioni

VINCOLI ED EDIFICABILITÀ --> VINCOLI URBANISTICI E LEGALI --> DISTANZE --> PRESCRIZIONI LOCALI --> NATURA

Può riconoscersi valenza integrativa della norme codicistica solo alle disposizioni degli strumenti urbanistici che disciplinino la distanze come spazio che deve intercorrere tra le costruzioni, come distacco dal confine o in rapporto con l'altezza dei manufatti, perché solo queste ultime tendono a disciplinare i rapporti di vicinato e ad assicurare in modo equo l'utilizzazione edilizia dei suoli privati, consentendo al privato di ottenere, in caso di loro violazione, la riduzione in pristino.

Le disposizioni dei regolamenti edilizi locali relative alla determinazione della distanza tra i fabbricati in rapporto all'altezza e che regolino con qualsiasi criterio o modalità la misura dello spazio che deve essere osservato tra le costruzioni sono da ritenere integrative delle norme del codice civile, mentre non lo sono l... _OMISSIS_ ...endo come scopo principale la tutela d'interessi generali urbanistici, disciplinano solo l'altezza degli edifici, senza nessun rapporto con le distanze intercorrenti tra gli stessi, ne consegue che nel primo caso sussiste, in favore del danneggiato, il diritto alla riduzione in pristino, mentre nel secondo è ammessa la sola tutela risarcitoria.

Sono considerate norme “integratici” della disciplina civilistica sulle distanze quelle volte a rafforzare, coordinare ed armonizzare la disciplina dell’agglomerato urbano e del rapporto di vicinato rispetto al pubblico interesse ad un ordinato assetto urbanistico: i) l’art. 9 del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, il quale prevede le distanze minime tra fabbricati «per le diverse zone territoriali omogenee», che sebbene contenuto in una fonte non legislativa, assume, secondo la giurisprudenza, il rango di norma primaria, in virtù del rinvio materiale operato dall’... _OMISSIS_ ...es della legge n. 1150 del 1942; ii) gli specifici regolamenti comunali edilizi che contemplano distanze superiori rispetto a quelle poste dal codice civile; iii) le prescrizioni contenute negli strumenti urbanistici in attuazione della suddetta normativa.

Le norme dei regolamenti edilizi che stabiliscono le distanze tra le costruzioni, e di esse dal confine, sono volte non solo ad evitare la formazione di intercapedini nocive tra edifici frontistanti, ma anche a tutelare l'assetto urbanistico di una data zona e la densità edificatoria in relazione all'ambiente, sicché, ai fini del rispetto di tali norme, rileva la distanza in sé, a prescindere dal fatto che le costruzioni si fronteggino e dall'esistenza di un dislivello tra i fondi su cui esse insistono.

In tema di distanze legali, le norme degli strumenti urbanistici integrano la disciplina dettata dal codice civile nelle materie regolate dagli artt. 873 c.c. e segg., in quanto tendano ad ... _OMISSIS_ ...nteresse pubblico ad un ordinato assetto urbanistico del territorio con l'interesse privato relativo ai rapporti intersoggettivi di vicinato sicché vanno incluse in tale novero le disposizioni del piano regolatore generale dell'ente territoriale che stabiliscano la distanza minima delle costruzioni dal confine del fondo (e non tra contrapposti edifici).

Le norme del piano regolatore sulle distanze tra costruzioni sono integrative delle disposizioni di cui agli artt. 872 e 873 c.c. e, in quanto fonte di diritti soggettivi perfetti, la loro violazione è soggetta alle medesime forme di tutela previste per le distanze previste dal codice civile.

Qualora il regolamento locale prescriva che nelle zone territoriali A) di interesse storico, artistico, culturale siano consentite esclusivamente opere di consolidamento o restauro con divieto di alterazione dei volumi preesistenti, la norma, nel recepire le disposizioni di cui al Decreto n. 1444 del 196... _OMISSIS_ ...n vincolo di inedificabilità assoluta, dettando in sostanza la disciplina in materia di distanze legali da osservare, che sono determinate con riferimento a quelle intercorrenti fra gli edifici preesistenti nella relativa zona; quindi, non possono trovare applicazione i criteri stabiliti dall’art. 873 c.c., né quelli di cui alla L. n. 765 del 1967, art. 17, comma 1

Nell'ambito delle norme dei regolamenti locali edilizi quanto alla distanza fra i fabbricati, hanno carattere integrativo delle disposizioni dettate nelle materie disciplinate dagli artt. 873 c.c. e segg. quelle dirette a completare, rafforzare, armonizzare con il pubblico interesse di un ordinato assetto urbanistico la disciplina dei rapporti intersoggettivi di vicinato.

In materia di distanze legali tra edifici, non rivestono carattere integrativo delle disposizioni dettate dagli artt. 873 c.c. e segg. le norme dei regolamenti locali edilizi che hanno come scopo principal... _OMISSIS_ ...interessi generali urbanistici, quali la limitazione del volume, dell'altezza e della densità degli edifici, le esigenze dell'igiene, della viabilità, la conservazione dell'ambiente ed altro.

In tema di rispetto delle distanze tra fabbricati, la rigorosa distizione tra interventi di "ricostruzione" rispetto a quelli di "nuova costruzione" deriva direttamente dalla qualificazione degli interventi edilizi operata dalla normativa primaria, e non può essere derogata dalla normativa regolamentare locale, e anche da un provvedimento di concessione emesso dal Comune, che deve in ogni caso fare salvi i diritti dei terzi.

Hanno carattere integrativo dell'art. 873 c.c., ed attribuiscono, pertanto, il diritto soggettivo all'abbattimento delle costruzioni eseguite in difformità, tutte le norme, contenute in regolamenti comunali o in testi di legge, che regolino le distanze fra costruzioni erette su fondi finitimi, in guisa tale da fr... _OMISSIS_ ...eno parzialmente, con la conseguente possibilità della formazione di intercapedini.

Le norme di edilizia locale che prescrivono nelle costruzioni distanze maggiori di quelle previste dal codice civile fissandole in relazione al confine, anziché direttamente fra le costruzioni medesime, hanno carattere integrativo della disciplina del codice civile, con la conseguenza che la loro violazione da diritto a pretendere la riduzione in pristino, oltre al risarcimento dei danni.

In materia di distanze tra fabbricati, sono principi inderogabili della legislazione statale sul governo del territorio quelli secondo i quali la distanza minima è determinata dalla legge statale mentre, in sede locale ed entro limiti di ragionevolezza, si possono solo fissare limiti maggiori e le deroghe locali devono essere previste in strumenti urbanistici funzionali ad un assetto complessivo ed unitario di determinate zone del territorio e non ai rapporti tra vicini isol... _OMISSIS_ ...erati.

Le previsioni locali che prevedono determinate distanze dal confine (e non dalle costruzioni) sono integrative del c.c. e quindi sono assistite dalla tutela ripristinatoria.

Le norme contenute nei regolamenti edilizi locali devono, per effetto del richiamo di cui agli artt. 871, 872 e 873 cod. civ., ritenersi a tutti gli effetti integrative di quelle dettate dal codice civile in materia di costruzioni.

Il carattere di norma integrativa rispetto alla disciplina dettatala codice civile ad una norma del piano regolatore non deriva dall'inderogabilità della stessa, ma dallo scopo della norma regolamentare, con la conseguenza che la stessa è integrativa se è dettata nelle materie disciplinare dagli artt. 873 ss. c.c. e tende a completare, rafforzare e armonizzare col pubblico interesse di un ordinato assetto urbanistico la disciplina dei rapporti intersoggettivi di vicinato; mentre non è integrativa se ha, come scopo princip... _OMISSIS_ ...di interessi generali urbanistici, quali la limitazione del volume, dell'altezza, della densità degli edifici, le esigenze dell'igiene e della viabilità, la conservazione dell'ambiente etc..

Il giudice, in virtù del principio "iura novit curia", ha il dovere di acquisire diretta conoscenza d'ufficio delle norme del regolamento edilizio comunale quando la violazione di queste sia dedotta dalla parte, posto che le prescrizioni dei piani regolatori generali e degli annessi regolamenti comunali edilizi che disciplinano le distanze nelle costruzioni, anche con riguardo ai confini, sono integrative del codice civile ed hanno, pertanto, valore di norme giuridiche sia pure di natura secondaria.

Nell'ambito di una norma locale che ha la funzione di regolare le distanze tra fabbricati e dai confini, il riferimento all'altezza dei fabbricati, se in funzione di tale regolamentazione del rapporto delle costruzioni realizzate sul confine, non pr... _OMISSIS_ ...to che tali disposizioni sono integrative delle norme dettate dal codice civile in materia di distanze fra costruzioni.

In tema di distanze legali, il giudice deve accertare se, all'epoca della realizzazione della costruzione per cui è causa, il Comune avesse uno strumento urbanistico con disposizioni meno rigorose di quelle previste dal D.M. 2 aprile 1968, n. 1444, provvedendo in tal caso a disapplicarle; ovvero se avesse uno strumento urbanistico con disposizioni più rigorose di quelle previste dal D.M. 2 aprile 1968, n. 1444, provvedendo in tal caso ad applicarle; o ancora se non avesse uno strumento urbanistico, provvedendo in tal caso a decidere la controversia sulla base di quanto disposto dall'art. 17 c.d. legge ponte.

I regolamenti locali richiamati dall'art. 873 c.c., i quali stabiliscono una distanza maggiore di tre metri per la costruzione sul confine, sono norme integrative dell'art. 873 c.c., onde la loro violazione comporta la ... _OMISSIS_ ...iduzione in pristino.

Le costruzioni devono rispettare le norme sulle distanze stabilite dagli articoli 873 e seguenti del codice civile e dagli strumenti urbanistici locali, che sono, per effetto del richiamo contenuto degli articoli 871, 872 e 873 del codice civile, integrative delle norme contenute nello stesso codice in materia di costruzioni.

Le norme urbanistiche locali devono essere considerate integrative rispetto alla disciplina dettata dal codice civile, ove siano stabilite nelle materie disciplinate dagli artt. 873 e ss. c.c., e tendano ad armonizzare la disciplina dei rapporti intersoggettivi di vicinato con il pubblico interesse ad un ordinato assetto urbanistico. Pertanto, appartengono a tale novero le disposizioni del piano regolatore che stabiliscono una determinata distanza delle costruzioni dal confine del fondo.

L’art. 873, nella seconda parte, in cui stabilisce che “nei regolamenti locali può es... _OMISSIS_ ...una distanza maggiore”, determina la natura parzialmente dispositiva della previsione contenuta nella prima parte, ma non comporta, atteso il suo tenore letterale, un rinvio formale ai regolamenti locali, i quali non completano dunque la norma di legge e non ne acquistano comunque la forza.

L'art. 873 c.c. non trova applicazione tutte le volte in cui le disposizioni dei regolamenti comunali prescrivano distanze maggiori, e ciò anche quando le discipline locali prevedano la misurazione dal confine.

Le prescrizioni locali dettate in materia di distacco tra fabbricati anticipatamente applicabili a titolo di c.d."misure di salvaguardia" ai titoli edilizi rilasciati prima dell'approvazione del regolamento edilizio e dello strumento urbanistico generale sono inidonee ad assumere valore integrativo dell'art. 873 c.c..

Per effetto del richiamo contenuto negli artt. 872, 873 c.c., le norme dei regolamenti comunali edili... _OMISSIS_ ...regolatori sono integrative delle norme del codice civile in materia di distanze tra costruzioni.

Il presente articolo è un'aggregazione di sintesi di pronunce giudiziali estratte da un nostro codice o repertorio, nel quale le sintesi qui visibili sono associate agli estremi e agli estratti originali delle pronunce a cui si riferiscono (vedasi il sampler del prodotto). Possono essere presenti sintesi ripetitive o similari, derivanti da pronunce di contenuto ripetitivo o similare.