Il processo di determinazione degli estimi del catasto dei terreni

Il nuovo catasto dei terreni, nella strutturazione che ancora oggi lo caratterizza, è entrato in conservazione per la maggior parte dei comuni italiani nel 1941 con estimi riferiti al triennio economico 1937-39.
Peraltro è da osservare come la natura dei suddetti redditi e dei relativi criteri di determinazione fosse già frutto di una significativa evoluzione rispetto a quelli definiti dalla legge istitutiva del 1886.
Di fatto le originarie disposizioni prevedevano la determinazione di un unico reddito imponibile: quello dominicale ordinario (R.D.), rappresentato dalla redditività del capitale fondiario (terra, fabbricati rurali e altri investimenti fissi), essendo stato trascurato il reddito degli altri fattori della produzione (lavoro e capitale di esercizio).
Successivamente, con il R.D.L. 4 aprile 1939, n. 589, convertito nella legge 29 giugno 1939, n. 976, disciplinante la “Revisione generale degli estimi dei terreni”, fu apportata l’importante modifica, costituita dall’introduzione di un secondo reddito imponibile, quello agrario (R.A.), costituito dalla somma dell’interesse sul capitale di esercizio (fisso e circolante) e del compenso per il lavoro direttivo e, pertanto, assimilabile ad un reddito di impresa di un conduttore esercitante attività agricola.
Di grande rilievo anche l’innovazione metodologica di determinazione delle tariffe di entrambi i redditi con riferimento all’azienda tipo ed alla produzione lorda vendibile (P.L.V.), in luogo dei riferimenti originari, costituiti rispettivamente dalla particella tipo e dal prodotto lordo del suolo, sulla base dei bilanci aziendali.
In attuazione della suddetta normativa furono emanate due importanti direttive ministeriali: [Omissis - versione integrale presente nel testo]

Con riferimento alla richiamata normativa, si esaminano nel seguito i percorsi metodologico ed operativo previsti ed utilizzati per il calcolo delle tariffe d’estimo.

Ai fini dello sviluppo delle suddette operazioni, il territorio di ciascuna provincia è stato preliminarmente suddiviso in circoli censuari, ognuno comprendente un gruppo di comuni omogenei per condizioni topografiche, fisiche, economiche ed agrarie, e quindi, tendenzialmente omogenei anche per potenziale redditività media. Per ogni circolo censuario è stato quindi individuato un comune tipo o di studio, col criterio che fosse rappresentativo del merito agrario medio delle qualità di coltura e classi analizzate. Nel caso che nel comune di studio non fossero presenti tutte le qualità di coltura, dovevano essere selezionati uno o più comuni sussidiari che presentassero le qualità di coltura mancanti nel comune di studio.
Quindi nel suddetto comune tipo (ed eventualmente nei comuni sussidiari) sono state individuate le aziende tipo (o di studio), cioè quelle caratterizzate da organizzazioni aziendali e combinazioni produttive ordinarie per quel comune.

In relazione a quanto premesso, non è dubbio che la massima semplificazione del processo estimale, attraverso i bilanci aziendali, era ottenibile – come lo è tuttora – solo in presenza di aziende monoculturali, con terreni aventi la stessa classe di redditività, in modo da ottenere direttamente le tariffe dei redditi dominicale ed agrario rispettivamente dai rapporti tra i redditi aziendali, dominicale ed agrario, e la superficie dell’azienda stessa. Ma, come è facilmente intuibile, non è stato possibile seguire questo percorso per tutte le qualità di coltura non praticate autonomamente in specifiche aziende monocolturali.

I suddetti redditi (R.D. e R.A.) sono stati ricavati impostando il bilancio dell’azienda di studio secondo lo schema sintetizzato nei due seguenti prospetti. In particolare il bilancio è stato sviluppato, in relazione alla specifica conduzione aziendale, con riferimento al reddito di parte padronale.
Più precisamente, nel caso di conduzione dell’azienda ad economia diretta, l’attivo del bilancio è costituito dall’intera produzione ed, il passivo, da tutte le spese. In caso di compartecipazione - ad esempio, mezzadria, colonia parziale, ecc., forme di conduzione molto frequenti al momento della formazione del catasto terreni - l’attivo ed il passivo [Omissis - versione integrale presente nel testo]