La procedura PREGEO nell'aggiornamento cartografico

Con decreto del Direttore Generale del catasto e dei servizi tecnici erariali prot. n. 4°/322 del 19 gennaio 1988, è stata rivisitata l’istruzione per il rilievo catastale di aggiornamento.

Il rilievo topografico delle geometrie previste dall’atto di aggiornamento cartografico deve essere riferito alla maglia triangolare dei Punti Fiduciali aventi lati compresi fra 250 ¸ 300 m di lunghezza e l’oggetto dello stesso, nonché i punti di stazione dai quali sono assunte le misurazioni, devono essere essi stessi compresi nel loro perimetro, o al massimo eccedere dallo stesso per non più del 30%.

[Omissis]

I punti fiduciali sono stati istituiti con la Circolare del 15/01/1987 n. 2 della Direzione generale del Catasto e dei Servizi Tecnici Erariali. A ciascun punto fiduciale è associato un codice identificativo della sua attendibilità metrica come indicato nella seguente tabella:

[Omissis]

Nel caso che i punti fiduciali non siano già predefiniti, gli stessi debbono essere individuati sul posto e proposti dal tecnico che si accinge a presentare il tipo di aggiornamento. A tale riguardo deve determinare le coordinate e produrre una scheda monografica.

Le monografie dei punti fiduciali sono conservate in originale presso gli Uffici provinciali, dove sono disponibili anche le relative informazioni archiviate nella Tabella Attuale dei punti Fiduciali (TAF), che è una sezione della Base Dati Geotopocartografica dell'Agenzia.

II riferimento altimetrico dovrà essere raffigurato con chiarezza nello schizzo monografico e descritto con un testo, completo ma sintetico, che ne consenta la corretta individuazione

anche in mancanza del suddetto schizzo.

Qualora il punto fiduciale non sia topograficamente accessibile da un punto di vista altimetrico, il tecnico professionista può richiederne l’annullamento e proporre l’istituzione di un nuovo punto che abbia i necessari requisiti e non alteri sensibilmente le mutue distanze della maglia preesistente dei punti fiduciali.

Il pacchetto applicativo costituente la procedura PREGEO, sin dalle prime versioni, consente anche la gestione di un archivio dei punti fiduciali e il calcolo di coordinate locali rispetto ad un punto fiduciale origine ed uno di orientamento, con determinazione dello scarto delle mutue distanze fra i punti fiduciali calcolate con le misure del rilievo e quelle derivanti da calcolo analitico dalle coordinate riportate nell'archivio dei punti fiduciali.

Ciò consente al tecnico che redige l’atto di aggiornamento di potere ottenere, in via del tutto automatica, un importante auto-controllo (lo stesso che il tecnico catastale preposto svilupperà al momento dell’approvazione del tipo) sulla qualità delle misure prese e quindi sull’attendibilità complessiva del rilievo.

Ulteriore e più affidabile controllo avviene con il confronto delle mutue distanze tra due punti fiduciali calcolate, da diversi professionisti, nell’ambito di altri rilievi che hanno interessato gli stessi punti.

La tabella TAF e l’archivio delle mutue distanze tra punti fiduciali sono scaricabili dal sito internet dell’Agenzia del Territorio alla pagina nella sezione “Servizi per i professionisti pubblici ufficiali e imprese”

L’archivio viene aggiornato con cadenza mensile.

Il file .DIS contenente l’archivio delle mutue distanze dei punti fiduciali che sono stati interessati da rilievi topografici eseguiti per la predisposizione di atti di aggiornamento del catasto terreni, dai tecnici professionisti, o per le attività connesse ai compiti d'istituto, dagli Uffici provinciali dell'agenzia del Territorio, relative ai rilievi topografici eseguiti dal 1989 (data di attivazione della procedura PREGEO) ad oggi.

Le distanze contenute nell'Archivio sono aggiornate con cadenza bimestrale.

I dati del rilievo e le altre informazioni di natura amministrativa relative al documento di aggiornamento devono essere forniti in forma strutturata nel libretto delle misure, codificate secondo i previsti tipi di righe da 0 a 9, di seguito riassunti.


Rigo 0 - dati statistici, identificativo delle particelle oggetto di aggiornamento, tecnico, titolo, provincia;

Rigo 1 - nome stazione celerimetrica, materializzazione del punto, altezza strumentale, coordinate geocentriche, altezza antenna;

Rigo 2 - nome punto osservato - angolo azimutale - Distanza ridotta –o inclinata – angolo zenitale – altezza di mira – componenti baseline – parametri di precisione – valore di DOP – altezza antenna - materializzazione punto;

Rigo 3 - numero vertici poligonali - elenco nomi vertici della poligonale;

Rigo 4 - nome punto inizio allineamento - nome punto orientamento allineamento – angolo di correzione - materializzazione del punto – altezza stazione – altezza mira indietro e nome punto – altezza mira in avanti e nome punto -

Rigo 5 - nome punto osservato - distanza progressiva - squadro – altezza mira - materializzazione punto

Rigo 6 - note di commento

Rigo 7 - numero vertice del contorno - elenco nomi dei vertici del contorno

Rigo 8 - nome punto fiduciale – coordinate planimetriche - quota – attendibilità - materializzazione

Rigo 9 - quota - precisione lineare - precisione angolare - est media – tipologia dell’atto di aggiornamento - nota


La procedura elabora i dati e fornisce un calcolo degli scarti quadratici metrici delle singole osservazioni, dipendenti dalla strumentazione impiegata e anche dalla metodologia utilizzata (misure sovrabbondanti).

Più in particolare il modello di calcolo applicato è quello che nella letteratura scientifica è definito di Gauss-Markof, conosciuto anche come principio dei minimi quadrati, che utilizza il concetto di verosimiglianza dei dati di misura a grandezze caratterizzate da distribuzione normale.

L’elaborazione consiste in un processo di controlli e calcoli che determina la posizione e la precisione dei punti del rilievo a partire dalle misure codificate nel libretto.

Il sistema esegue una serie di controlli:
  • controlli di tipo formale sulle singole righe; verificano, per ogni riga immessa, la corrispondenza del formato con quel previsto dalle specifiche di codifica e la corretta posizione nell’ordine logico di compilazione del libretto delle misure;

  • controlli di tipo sostanziale sulle singole righe; verificano che le grandezze codificate abbiano valori compatibili con quelli ragionevolmente attesi (nel caso delle righe di tipo 1, 2, 3, 4, 5, 7 ed 8);

  • controlli sulla struttura del libretto delle misure; verificano l’ordine logico di compilazione delle righe.

Il risultato dei controlli può dare luogo a semplici segnalazioni di difformità o, nei casi più gravi, all’interruzione dell’elaborazione, con l’emissione dei diagnostici in sostituzione dei risultati del calcolo.

Al termine dei controlli il sistema inizia le fasi di calcolo che determineranno la posizione relativa e assoluta dei singoli punti oggetto di rilevo.

Nella tabella seguente è riportato un report di elaborazione contenente l’esito relativo alla compensazione planimetrica con l’evidenziazione degli scarti quadratici medi forniti (s.q.m.).

[Omissis]

Lo s.q.m. dell'unità di peso a priori dipende dalla conformazione della “rete” e dalle precisioni strumentali delle misure (di progetto).

Lo s.q.m. dell'unità di peso a posteriori è proporzionale alla precisione effettivamente conseguita (di calcolo) e dipende dagli scarti dalla media generati dalle misure sovrabbondanti.

Lo s.q.m. dell'unità di peso interna rappresenta la precisione conseguita a prescindere dai punti d’inquadramento.

Lo s.q.m. dell'unità di peso esterna rappresenta la precisione conseguita anche con i punti d'inquadramento.

Circa la definizione di s.q.m. si ricorda che il valore vero di una grandezza ha il 68% di probabilità di collocarsi nell’intervallo i cui estremi sono costituiti dal valore medio (Vm) ± s.q.m. ed il 99% di probabilità di collocarsi nell’intervallo Vm ± 3 x s.q.m..

Topograficamente parlando, il punto oggetto di rilievo ha il 99% di probabilità di trovarsi all’interno dell’ellisse con centro nel punto medesimo e semiassi pari a 3 volte lo s.q.m. sulle due coordinate.