Concessione cimiteriale e diritto alla sepoltura: il concetto di "ius sepulchri"

DEMANIO E PATRIMONIO --> CONCESSIONE E AUTORIZZAZIONE --> CONCESSIONE CIMITERIALE --> IUS SEPULCHRI

In tema di tomba gentilizia, ossia del manufatto funerario destinato dal suo fondatore/concessionario alla sepoltura propria e dei propri familiari o congiunti, questi ultimi vantano un diritto alla sepoltura solo in virtù del fatto della consanguineità o del rapporto di coniuge, mentre occorre un preciso atto di disposizione del fondatore per creare in soggetti estranei eventuali diritti sulla tomba.

Nel sepolcro c.d. familiare o gentilizio, destinato dal fondatore familiaeque suae, hanno diritto di inumazione soltanto il fondatore, il proprio coniuge, i suoi ascendenti, i suoi discendenti ed, i coniugi di questi ultimi.

In materia di concessione cimiteriale e di ius sepulchri, il diritto alla sepoltura si acquista non già per trasmissione iure ereditario, ma iure proprio, ossia per il solo fatto di essere in rapporto di pa... _OMISSIS_ ...niugio col de cuius.

Lo ius sepulchri, cioè il diritto alla tumulazione, autonomo e distinto rispetto al diritto reale sul manufatto funerario o sui materiali che lo compongono, deve presumersi di carattere non ereditario, ma familiare, in difetto di specifica diversa volontà del fondatore, e quindi considerarsi sottratto a possibilità di divisione o trasmissione a terzi non legati iure sanguinis al fondatore medesimo.

Occorre distinguere lo "jus sepulchri iure sanguinis" da quello "iure successionis", distinzione che si correla unicamente sulla volontà del fondatore del sepolcro, essendo indifferenti le successive vicende della proprietà del manufatto funerario nella sua materialità. Accertato che, in difetto di disposizione contraria, la volontà del fondatore è stata quella di destinare il sepolcro "sibi familiaeque suae", il familiare acquista, "iure proprio", il diritto al sepolcro, imprescrittibile ed irrinunciabile, fin dal momento della nasci... _OMISSIS_ ...asmetterlo ad altri, né per atto "inter vivos", né "mortis causa".

In materia di cappelle gentilizie, tra i familiari aventi diritto al sepolcro "iure sanguinis" si costituisce una particolare forma di comunione che è destinata a durare sino al venir meno degli aventi diritto, nel qual caso lo “jus sepulchri” si trasforma da "familiare" in "ereditario".

Nel caso di sepolcro gentilizio o familiare, da distinguersi rispetto al sepolcro ereditario, la identificazione dei soggetti titolari del diritto primario di sepolcro o "ius sepulchri" è fatta in base alla volontà del fondatore in stretto riferimento alla cerchia dei familiari presi in considerazione come destinatari del sepolcro eretto.

In caso di silenzio o di dubbio deve presumersi il carattere gentilizio, e non ereditario, del sepolcro.

Ove manchi da parte del fondatore l'indicazione dei destinatari del sepolcro familiare,il diritto ad esservi seppelliti viene r... _OMISSIS_ ... base a norme consuetudinarie di remota origine, a tutti i discendenti maschi del fondatore per linea maschile e loro mogli, alle discendenti femmine per linea maschile rimaste nubili, con l'esclusione in ogni caso dei mariti delle discendenti femmine e dei collaterali, anche se fratelli del fondatore, a meno che, limitatamente però a questi ultimi, il fondatore sia morto senza figli o altri discendenti.

Il diritto ad essere inumato o tumulato nel sepolcro familiare si acquista per il solo fatto di trovarsi con il fondatore nello specifico rapporto previsto nell'atto di fondazione o desunto dalle regole consuetudinarie.

Alla morte dell'ultimo superstite compreso nella cerchia dei familiari del fondatore di un sepolcro gentilizio il diritto si trasferisce secondo le ordinarie regole della successione "mortis causa".

La costituzione del sepolcro familiare ricorre quando il fondatore esprime la volontà di riservare lo ius sepulchri ai compon... _OMISSIS_ ...ria famiglia, così come da lui intesa.

Per distinguere “lo "jus sepulchri iure sanguinis" da quello "iure successionis", occorre interpretare la volontà del fondatore del sepolcro al momento della fondazione, essendo indifferenti le successive vicende della proprietà dell'edificio nella sua materialità e, in difetto di disposizione contraria, ritenere la volontà di destinazione del sepolcro "sibi familiaeque suae".

Accertato dal giudice di merito il carattere di "jus sepulchri iure sanguinis" della concessione cimiteriale, il familiare acquista, "iure proprio", il diritto al sepolcro, imprescrittibile ed irrinunciabile, fin dal momento della nascita e non può trasmetterlo né per atto "inter vivos", nè "mortis causa".

Tra i contitolari dello "jus sepulchri iure sanguinis" si costituisce una particolare forma di comunione, destinata a durare sino al venir meno degli aventi diritto, dopo di che lo "jus sepulchri" si trasforma da... _OMISSIS_ ...reditario.

Mentre nel sepolcro cosiddetto "familiare" (destinato dal fondatore "sibi familiaeque suae") l'appartenenza alla famiglia è presupposto indispensabile per l'acquisto del diritto alla sepoltura, sempre che il fondatore non abbia diversamente disposto, nel sepolcro ereditario quest'ultimo si limita a compiere una mera destinazione del diritto di sepoltura ai propri eredi ("sibi haeredibusque suis") in considerazione di tale loro qualità, con la conseguenza che ciascuno di essi (subentrandogli "iure haereditatis") è legittimato alla tumulazione di salme estranee alla famiglia di origine, entro i limiti della propria quota ereditaria.

Lo ius supulchri, ovvero il diritto alla tumulazione nel proprio sepolcro, si distingue dal diritto reale avente ad oggetto il manufatto funerario o i materiali che lo compongono, e spetta al titolare della concessione amministrativa rilasciata su un’area di proprietà pubblica.

In assenza di vol... _OMISSIS_ ...del fondatore del sepolcro, lo ius sepulchri spetta non agli eredi del fondatore, bensì a tutti coloro che sono legati al fondatore da un vincolo di discendenza, che acquistano il diritto al sepolcro iure proprio, quale diritto imprescrittibile, irrinunciabile e intrasmissibile, sia per atto inter vivos, sia mortis causa.

Ove non risulti da prova certa l'identità del fondatore del sepolcro, i suoi discendenti non possono reclamare lo ius sepulchri e pertanto legittimamente il Comune può considerare fondatore del sepolcro colui che risulta tale dalla lapide del sepolcro e assegnare la concessione cimiteriale ai suoi discendenti.

Il diritto al sepolcro costituisce in generale istituto complesso, scomponibile in più fattispecie: si distingue anzitutto un diritto primario al sepolcro, inteso come diritto ad essere seppellito ovvero a seppellire altri in un determinato sepolcro, diritto distinto a sua volta come si vedrà in sepolcro ereditario e s... _OMISSIS_ ...re o gentilizio; si distingue ancora un diritto sul sepolcro inteso in senso stretto, come diritto sul manufatto che accoglie le salme; si distingue infine, ed è un accessorio dei due precedenti, un diritto secondario al sepolcro inteso come diritto di accedervi fisicamente e di opporsi ad ogni atto che vi rechi oltraggio o pregiudizio.

Il regolamento di polizia mortuaria approvato con R.D. 448/1892 nulla prevedeva in ordine al trasferimento del ius sepulchri tra privati, e quindi lo consentiva in base al principio generale, giuridico e logico, per cui ciò che non è vietato si deve ritenere permesso. Successivamente l'art. 71 R.D. 1880/1942 la aveva consentita se non “incompatibile con il carattere del sepolcro” e “sempre che i regolamenti comunali ed i singoli atti di concessione non dispongano altrimenti”; l'art. 94 D.P.R. 803/1975, confermato poi sul punto dall'art. 93 D.P.R. 285/1990, infine, innovò la materia prevendendo un divieto... _OMISSIS_ ...ssione.

La cessione di un diritto di sepoltura privata, anche qualora consentita, non si può configurare come una semplice alienazione da privato a privato, ma richiede l’intervento dell’autorità concedente.

La cessione di un diritto al sepolcro, tanto nel suo contenuto di diritto primario di sepolcro quanto nel suo contenuto di diritto sul manufatto, va in astratto configurata come voltura di concessione demaniale, sottoposta al requisito di efficacia dell'autorizzazione del concedente, ovvero del Comune.

L'autorizzazione del Comune alla voltura della concessione cimiteriale si sostanzia in un nuovo esercizio del potere discrezionale dell'ente concedente di attribuire la concessione a terzi e come tale deve di necessità seguire il regime giuridico vigente nel momento in cui essa deve essere pronunciata: si potrà rilasciare solo se in quel dato momento la concessione è alla stregua dell’ordinamento considerata cedibile.|... _OMISSIS_ ...egolamento di polizia mortuaria che disponga un divieto di cessione delle concessioni cimiteriali non esprime un'illegittima norma retroattiva nel momento in applica tale divieto anche alle concessioni precedentemente rilasciate: in tal modo non si disciplina per il passato il contenuto della concessione, ma si regola per il presente il rilascio dell’autorizzazione alla voltura.

Il procedimento relativo alla voltura di concessione cimiteriale va correttamente disciplinato dalle norme in vigore al momento in cui si intende cedere la concessione, non certo da quelle esistenti all’epoca del rilascio del titolo: pertanto se la cessione è vietata, legittimamente la P.A. rigetta l'istanza anche se la cessione era permessa all'epoca del rilascio del titolo.

Il dubbio sul carattere familiare o ereditario del sepolcro deve risolversi, in assenza di specifiche determinazioni del fondatore, nel primo senso, tale dovendosi presumere essere stata la ... _OMISSIS_ ...LF|
La cessione di sepolcri familiari non è consentita anche in un regime di generale cedibilità dei sepolcri stessi.

Il diritto a essere seppellito o di seppellire altri in un determinato sepolcro si distingue in sepolcro ereditario e sepolcro familiare, a seconda se sia spettante nella qualità rispettivamente di erede o di familiare del fondatore: tale scelta spetta, in linea di principio, al fondatore, ed è espressa nell’atto di fondazione; nel caso di dubbio circa la qualificazione dello stesso, si presume che il fondatore abbia voluto istituire un sepolcro familiare.

Il diritto al sepolcro familiare sorge in capo a ciascun titolare nel momento della nascita, iure proprio e iure sanguinis, in forza del legame familiare con il fondatore, è personalissimo, intrasmissibile mortis causa o inter vivos, imprescrittibile e si estingue con la morte del soggetto stesso e l’inumazione del relativo cadavere.

Il concetto di famig... _OMISSIS_ ...per individuare gli aventi diritto dei titolari del c.d. sepolcro familiare, è stabilito dal fondatore, ma potrebbe essere anche determinato, in astratto, dalla stessa amministrazione pubblica nell’esercizio del proprio potere regolamentare in materia, ove esigenze di pubblico interesse e di sanità pubblica, fondano poteri autoritativi a fronte dei quali si configurano, in capo dei privati e dei concessionari, non già diritti soggettivi ma interessi legittimi.

Se il diritto al sepolcro si configura come sepolcro ereditario, gli eredi del fondatore lo acquistano iure successionis al momento della morte del fondatore stesso.

Se il sepolcro ha natura familiare, coloro che non hanno alcun diritto d'uso iure sanguinis non sono legittimati ad accedere agli atti relativi alla concessione cimiteriale.

La riserva alla sepoltura è un diritto riconosciuto soltanto al concessionario ed alle persone appartenenti alla sua famiglia e non può esser... _OMISSIS_ ...F|
Lo ius sepulchri si articola nelle due tipologie, risalenti al diritto romano, del sepolcro gentilizio (ovvero iure sanguinis) o di quello iure successionis: la differenziazione scaturisce dalla interpretazione della volontà del fondatore del sepolcro al momento della fondazione, posto che, nella prima ipotesi (che si ritiene sussistente in via presuntiva, in difetto di disposizione contraria) viene stabilita una destinazione “sibi familiaque suae”, per cui tutti i suoi discendenti e i rispettivi coniugi, rimanendo indifferenti le successive vicende della proprietà dell’edificio nella sua materialità, acquistano “iure proprio” e fin dal momento della nascita, il diritto al sepolcro, imprescrittibile ed irrinunciabile, nonché non trasmissibile né per atto “inter vivos” né “mortis causa”: viene a costituirsi così tra i contitolari una particolare forma di comunione, destinata a durare fino al venire meno ... _OMISSIS_ ...ritto, dopo di che lo “ius sepulchri” si trasforma da familiare in ereditario.

E' illegittima l'autorizzazione all'apertura di locuolo rilasciata in contrasto con le disposizioni regolamentari che vietano, anzitutto ai titolari delle concessioni (cioè dell’ius sepulchri), ma ovviamente anche alla stessa amministrazione, di consentire la tumulazione nel sepolcreto di persone diverse da quelle aventi titolo.

Lo ius sepulchri nel sepolcro ereditario si trasmette nei modi ordinari per atto inter vivos o mortis causa dall'...


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