Reati ambientali

DEMANIO E PATRIMONIO --> ABUSI DEI PRIVATI --> REATI --> REATI AMBIENTALI

L'accumulo di rifiuti in uno stabilimento destinato alla mitilicultura (nella specie un camion, dei pneumatici, una sega circolare, una bilancia ed alcuni fusti) integra la contravvenzione di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, prevista e punita dall'art. 256, D.Lgs. n. 152 del 2006.

L'assenza di un titolo autorizzativo impedisce di fatto l'apposizione di una recinzione che impedisca un uso improprio dell'area, rendendo impossibile muovere un rimprovero penale nei confronti del precedente concessionario per una discarica che non può considerarsi con certezza a sé attribuibile.

L'attivazione di uno scarico, proveniente da lavanderia, di acque reflue qualificabili come industriali in mancanza dei presupposti per l'assimilabilità a quelle domestiche, effettuato in assenza della preventiva autorizzazione, configura la contravvenzione di cui ... _OMISSIS_ ...2 del 2006, art. 137, comma 1.

L'esercizio abusivo dell'attività estrattiva è riguardata dalla legge non solo, sotto il profilo del "quantum" escavato, al cui ammontare è commisurata la sanzione pecuniaria, ma anche sotto quello dell'alterazione ambientale, la cui permanenza è destinata a durare sino a che la stessa non venga eliminata nella sua materialità od antigiuridicità.

La coltivazione di cava in difformità dall'autorizzazione concessione non è una infrazione istantanea, bensì permanente, dovendosi distinguere il momento perfezionativo - che può coincidere con l'inizio dello scavo in difformità - dal momento consumativo, essendo la permanenza caratterizzata da una situazione giuridica già realizzata ma che si protrae nel tempo per il perdurare della condotta del contravventore.

In tema di tutela delle acque dall'inquinamento, anche dopo l'entrata in vigore del D.Lgs. n. 152 del 2006, lo scarico senza autorizzazione di acque ... _OMISSIS_ ...i dall'attività di molitura delle olive integra il reato di cui all'art. 137 del cit. D.Lgs., non essendo tali reflui assimilabili alle acque reflue urbane in base al disposto del cit. D.Lgs., art. 101, comma 7, lett. c).

Ai fini della applicazione del D.Lgs. n. 152 del 2006, art. 137, anche un solo scarico di liquami è idoneo ad integrare il reato di scarico con superamento dei limiti tabellari poichè da esso può derivare il degrado che la norma vuole impedire; in conseguenza di tale principio la sanzione è applicabile anche a scarichi di carattere episodico che possono provocare i medesimi effetti negativi e l'occasionalità non esclude gli estremi del reato, ivi compreso l'elemento psicologico.

La fattispecie di scarico con superamento dei limiti tabellari (oggi contemplata dall'art. 137, comma 5, T.U.A.), quale reato autonomo avente carattere formale, è integrata per il solo fatto del superamento dei limiti di legge, in quanto il danno all'ambien... _OMISSIS_ ...er legge, sicchè non è logicamente possibile - senza scardinare il sistema, aprendolo a possibili gravi oscillazioni operative con diversità di trattamento tra operatori - dedurre la non offensività della trasgressione in concreto basata sulla natura limitata o temporanea della violazione.

I divieti di esercizio venatorio e di ingresso con armi in un'area protetta sita all'interno di un parco regionale sono efficaci ed opponibili ai privati a condizione che l'area sia perimetrata da apposita tabellazione che ne renda visibili i confini o che comunque, ove risulti mancante o incerta la tabellazione, venga dimostrato da parte dell'accusa che il trasgressore avesse la consapevolezza del divieto all'interno dell'area non potendosi la stessa essere presunta.

Il reato di cui all'art. 734 c.p., nell'ipotesi di alterazione delle bellezze naturali ha natura di reato istantaneo con effetti permanenti e si consuma e si esaurisce con la costruzione lesiva delle... _OMISSIS_ ...ali protette, sicchè agli effetti della prescrizione il decorso del termine ha inizio dal momento in cui il reato si è realizzato con il compimento dell'opera ovvero la attuazione dei mezzi che hanno determinato il deturpamento.

Ai fini dell'art. 452-bis c.p., introdotto con la L. 22 maggio 2015, n. 68, che punisce chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili: 1) delle acque o dell'aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna, è abusiva non soltanto la condotta posta in essere in assenza delle prescritte autorizzazioni o sulla base di autorizzazioni scadute o palesemente illegittime o comunque non commisurate alla tipologia di attività richiesta, ma anche quella posta in essere in violazione di leggi statali o regionali - ancorchè non strettamente pertinenti al settore ambientale - ovvero di prescrizioni... _OMISSIS_ ....

Ai fini del delitto di all'cui art. 452-bis c.p., la "compromissione" e il "deterioramento" delle acque o dell'aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo, di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna, consistono in un'alterazione, significativa e misurabile, della originaria consistenza della matrice ambientale o dell'ecosistema, caratterizzata, nel caso della "compromissione", da una condizione di squilibrio funzionale, incidente sui processi naturali correlati alla specificità della matrice o dell'ecosistema medesimi e, nel caso del "deterioramento", da una condizione di squilibrio "strutturale", connesso al decadimento dello stato o della qualità degli stessi, chiarendo, peraltro, che non assume rilievo l'eventuale reversibilità del fenomeno inquinante, se non come uno degli elementi di distinzione tra il delitto in esame e quello, più severamente punito, del disastro ambientale di cui all'art. ... _OMISSIS_ ...

Ai fini della sussistenza del delitto di inquinamento ambientale, la non necessaria sussistenza di una tendenziale irreversibilità del danno va ribadita precisando che fino a quando tale irreversibilità non si verifichi, le condotte poste in essere successivamente all'iniziale "deterioramento" o "compromissione" del bene non costituiscono "post factum" non punibile, ma integrano singoli atti di un'unica azione lesiva che spostano in avanti la cessazione della consumazione del reato.

Integra il delitto di cui all'art. 639 c.p., comma 2, la condotta di chi, dopo aver rovistato nelle buste dei rifiuti conferiti in regime di raccolta differenziata, al fine di asportare quanto di suo interesse, rompa le buste che lì contengono ed asporti quanto a lui utile, abbandonando il resto sulla pubblica via, in ragione del pregiudizio dell'estetica e della pulizia conseguente, risultando imbrattato il suolo pubblico in modo tale da renderlo sudicio, con se... _OMISSIS_ ... e di ripugnanza nei cittadini.

Per l'esistenza del reato di cui all'art. 639 c.p., comma 2, concernente la condotta di chi, dopo aver rovistato nelle buste dei rifiuti conferiti in regime di raccolta differenziata, al fine di asportare quanto di suo interesse, rompa le buste che lì contengono ed asporti quanto a lui utile, abbandonando il resto sulla pubblica via, è indifferente il fine per cui il soggetto agisce, occorrendo soltanto che questi si sia rappresentato l'evento dannoso ed abbia agito di conseguenza.

La bonifica del sito inquinato può essere ordinata anche a carico di una società non responsabile dell’inquinamento, ma che sia ad essa subentrata per effetto di fusione per incorporazione, nel regime previgente alla riforma del diritto societario, e per condotte antecedenti a quando la bonifica è stata introdotta nell’ordinamento giuridico, i cui effetti dannosi permangano al momento dell’adozione del provvedimento... _OMISSIS_ ...l caso del danno ambientale con l’introduzione degli obblighi di bonifica ad opera dell’art. 17 d.lgs. n. 22 del 1997 non si è estesa l’area dell’illiceità rispetto a condotte in precedenza considerate conformi a diritto, ma si sono ampliati i rimedi rispetto a fatti di aggressione dell’ambiente già considerati lesivi di un bene giuridico meritevole di tutela, con l’aggiunta rispetto alla reintegrazione per equivalente monetario già consentita in base agli artt. 2043 cod. civ. e 18 della legge n. 349 del 1986, ed in espressa concorrenza con quest’ultimo (secondo quanto previsto dall'art. 18, comma 4, d.m. n. 471 del 1999), degli obblighi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati.

Allorché la situazione di danno all’ambiente si protragga in un arco di tempo in cui, per effetto della successione di norme di legge, al rimedio risarcitorio si aggiunga quello della bonifica, nessun ost... _OMISSIS_ ... giuridico è ravvisabile ad applicare quest’ultima ad un soggetto che, pur non avendo commesso la condotta fonte del danno, sia nondimeno subentrato a quest’ultimo.

Fino a quando dura l’inquinamento, l’autore dell’inquinamento, potendovi provvedere, rimane per tutto questo tempo soggetto agli obblighi conseguenti alla sua condotta illecita, secondo la successione di norme di legge nel frattempo intervenuta: e quindi dall’originaria obbligazione avente ad oggetto l’equivalente monetario del danno arrecato, o in alternativa alla reintegrazione in forma specifica ex art. 2058 cod. civ., poi specificato nel «ripristino dello stato dei luoghi» ai sensi dell'art. 18, comma 8, l. n. 249 del 1986, fino agli obblighi di fare connessi alla bonifica del sito secondo la disciplina attualmente vigente.

L’approvazione di un piano di caratterizzazione produce effetti immediatamente lesivi solo per chi rit... _OMISSIS_ ...ere responsabile dell’inquinamento e contesti in radice l’obbligo di dovervi provvedere ovvero per chi contesti, nello specifico, gli obblighi relativi all’esecuzione di talune delle opere inserite nel piano, approvato ai sensi dell’art. 242, comma 3, del d.lgs. n. 152/2006.

Le misure di prevenzione di cui al c.d. piano di caratterizzazione ex art. 242, comma 3 T.U. Ambiente, non sono dotate di immediata e diretta lesività, dovendo il loro contenuto costituire eventuale oggetto del procedimento di bonifica.

Laddove l’Amministrazione abbia fornito elementi indiziari sufficienti a dimostrare, sebbene in via presuntiva, l’ascrivibilità dell’inquinamento a un soggetto, spetta a quest’ultimo l’onere di fornire una prova liberatoria, per la quale non è sufficiente ventilare genericamente il dubbio di una possibile responsabilità di terzi o di un’incidenza di eventi esterni alla propria attività, ... _OMISSIS_ ...necessario provare – con pari analiticità – la reale dinamica degli avvenimenti e indicare lo specifico fattore cui debba addebitarsi la causazione dell’inquinamento.

L’ascrizione della responsabilità solidale in materia di inquinamento non discende dall’impossibilità di individuare il soggetto inquinante, bensì dall’elevata probabilità che più soggetti (anche società) abbiano concorso alla contaminazione del sito.

L’accertamento del contributo dato da ciascun soggetto all’inquinamento non è necessario ai fini dell’attribuzione in solido della responsabilità ambientale nei confronti dell’Amministrazione: la gravità della rispettiva colpa e l’entità delle conseguenze derivanti dalla condotta di ciascuno rilevano – ove individuabili, vigendo altrimenti la regola residuale della parità delle quote – unicamente ai fini della determinazione della quota di regresso tra i ... _OMISSIS_ ...li.

L'art. 452 bis c.p. sanziona chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi delle acque, di un ecosistema, della biodiversità della flora o della fauna: secondo il tenore letterale della norma non rileva affatto se la compromissione o il deterioramento delle acque di un ecosistema o della biodiversità derivino o meno dalla violazione di un divieto di pesca.

Il tenore letterale della disposizione di cui all'art. 452 bis c.p. sanziona la condotta di chi abusivamente cagioni una 'compromissione' o un 'deterioramento' di un ecosistema che devono essere significativi e misurabili.

Il concetto di abuso usato dal Legislatore nell'art. 452 bis c.p. non va circoscritto alla sola violazione di legge o regolamento, in quanto è svincolato dal dato strettamente formale, per assumere una valenza concreta di ampia lettura, comprensiva di qualunque azione che nella sua esternazione pratica sia contraria a regole di... _OMISSIS_ ...nza nel pieno rispetto dell'ambiente. L'abuso, invero, è tale se 'cagiona' ovvero se provoca, determina, la compromissione dell'habitat naturale, nel senso di una distorsione da quello che secondo struttura naturale doveva essere, in quanto ne causi l'alterazione per mano umana; oppure se lo deteriori, cioè ne causi il decadimento rispetto all'originaria integrità ed anche all'originario splendore.

L'art. 452 bis c.p. è un reato di danno che tutela l'ambiente in quanto t...


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