ESPROPRIAZIONE PER P U

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La natura giuridica delle somme liquidate alla vittima di un’occupazione pubblicistica abusiva: risarcimento o indennità

La natura giuridica delle somme liquidate alla vittima di un’occupazione pubblicistica abusiva è stata oggetto di letture divergenti, oscillanti fra una tesi risarcitoria ed una contrapposta tesi indennitaria. Il risarcimento del danno è un istituto che viene in rilievo, a rigore, in caso di atto illecito, cioè contrario alle regole dell’ordinamento giuridico e per questo ingiusto. Laddove un pregiudizio sia prodotto da una fattispecie lecita, invece, si parla di “indennizzo” o di “indennità”.

Il valore venale del bene quale parametro fondamentale dell'indennizzo ex art. 42 bis T.U.Es.

Tutte le voci dell’indennizzo ex art. 42 bis T.U.Es. prendono le mosse dal valore venale del bene. È lo stesso comma 3 dell'articolo ad agganciare al valore venale anche il pregiudizio per l’occupazione illegittima, e il medesimo valore venale costituisce la base di calcolo anche per le voci dell’indennizzo che rimangono implicite nell’articolo stesso, a cominciare dal deprezzamento della proprietà e residua e dall’indennità da legittima occupazione.

Le poste indennitarie per l'occupazione illegittima: pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale

L’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale ex art. 42 bis T.U.Es. corrisponde semplicemente al «valore venale del bene utilizzato per scopi di pubblica utilità». In aggiunta al controvalore del fondo corrisposto a tale titolo, l'espropriato ha diritto ad un indennizzo per il «pregiudizio non patrimoniale», che di norma è forfettariamente liquidato nella misura del misura del dieci per cento del valore venale del bene.

L’occupazione temporanea di cui all’art. 49 T.U.Espropri

L’occupazione temporanea di cui all’art. 49 del T.U.Es. diversamente da quella propria dell’espropriazione, intesa come attività di primaria importanza, rappresenta un procedimento autonomo strettamente connesso alla realizzazione dell’opera e prodromico dell’attività di costruzione.

L’individuazione delle aree oggetto dell'occupazione temporanea di cui all'art. 49 T.U.Es.

Il provvedimento amministrativo dovrà contenere una dettagliata motivazione in luogo delle ragioni a sostegno dell’intrapresa occupazione temporanea, con la naturale conseguenza che, come ogni atto amministrativo, potrà essere oggetto di censura se portato al vaglio dell’Autorità giudiziaria competente.

Il sistema di calcolo dell’indennità dovuta per l’occupazione temporanea: art. 50 T.U.Es.

La piattaforma di calcolo per tutti i tipi di indennità, sia ordinaria che aggiuntiva, in riferimento all’occupazione d’urgenza finalizzata all’esproprio oppure per quella temporanea ex art. 50 T.U.Es., è costituita dal valore effettivo del bene.

L’indennità di asservimento conseguente ad esproprio per p.u. nella legge n. 2359 del 1865

La prima condizione, forse quella più forte, per il riconoscimento dell’indennità di asservimento ex art. 46 L. 2359/1865, ossia quando dall’esecuzione dell’opera ne deriva la costituzione di una servitù prediale, è quella dell’avveramento di un’espropriazione per causa di pubblica utilità.

Presupposti.dell'indennità di asservimento per opera pubblica o di pubblica utilità nell'attuale art. 44 del t.u. espropri

Se dall’esecuzione dell’opera per cui si è delineata una procedura espropriativa ne deriva con apposito provvedimento un diritto di servitù gravante su un fondo, il quale risulta così asservito, deve essere corrisposta al titolare del diritto dominicale, così compromesso, una somma qualificata come indennitaria.

Criteri di calcolo dell'indennità di asservimento di cui all'art. 44 dell’odierno T.U.Espropri

L’indennità di asservimento ex art. 44 T.U.Es. dovrà tener conto del valore pieno del terreno secondo quanto già indicavano gli artt. 39 e 40 della legge 2359/1865 e dovrà essere ridotta in percentuale a seconda del “peso” che la servitù impone sull’esercizio del diritto soggettivo assoluto, nonché sulla porzione di terreno interessato, che potrà essere parziale o finanche totale.

Il danno permanente per riduzione di valore del fondo causata da esproprio per opera pubblica su terreno limitrofo

Il “danno permanente” di cui all’art. 44, comma 1 del d.P.R. 327/2001 richiede un’attività ablativa, ma non rientra in essa, ossia il fondo che patisce la riduzione di valore non subisce l’esproprio, ma è condizionato dall’esecuzione dell’opera pubblica realizzata grazie all’attività di spoliazione coattiva su un terreno limitrofo.

La sentenza n. 348/2007 della Corte cost. sul valore agricolo come misura di calcolo dell’indennità di esproprio

La Consulta con la sentenza n. 348/2007 non ritiene giustificabile che una valutazione del bene espropriato per p.u. possa essere fatta secondo criteri astratti e non direttamente riconducibili alle caratteristiche intrinseche ed estrinseche del bene.

La sentenza Corte cost. 181/2011 sull'adozione del valore di mercato per quantificare l'indennità di esproprio per p.u.

Se la pronuncia n. 348/2007 della Consulta riguarda soltanto il bene che ha natura edificabile, ancorando i criteri ed i metodi di calcolo della giusta stima con le caratteristiche strutturali effettive ed attuali del terreno, la pedissequa “riparametrazione” del valore dei terreni agricoli avverrà soltanto con la decisione n. 181/2011, mediante la quale la Corte abbandona definitivamente il V.A.M. come applicativo della quantificazione economica in favore di quello di mercato.

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