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Assenza di potenzialità edificatorie ai fini indennitari: la categoria dei fondi agricoli

Il mancato rinvenimento nell’immobile di qualsiasi indice idoneo a farne prevedere una qualche suscettività edificatoria dava luogo ad un’autonoma e contrapposta categoria di fondi, denominati dagli operatori del settore e dalla giurisprudenza “agricoli” o” rustici”; nel cui ambito vennero via via accomunati tutti quelli che, per una qualsiasi ragione, non potevano farsi rientrare nell’altra, principale e più privilegiata, categoria, quali che ne fossero le caratteristiche.

L'utilizzo del valore di stima agricolo medio (VAM) per determinare l'indennità di esproprio

La L. 865/1971, pur mantenendo un criterio unico di stima, ripudiava il collegamento con il valore di mercato commisurando l’indennità a quello agricolo medio (VAM), dei terreni di cultura pari a quelle effettivamente praticate sul terreno da valutare (o al valore agricolo medio della cultura più redditizia per le aree edificabili con l’aggiunta del valore delle opere esistenti per quelle già edificate): rimettendone il reperimento con cadenza annuale ad un’apposita commissione provinciale.

I tentativi di superamento del sistema VAM

Una ragione per cui l’ingresso del meccanismo dei VAM non ha trovato particolari opposizioni è consistita nella peculiare interpretazione ed applicazione secondo cui esso dovesse regolare soltanto il subprocedimento di stima di determinazione dell’indennità provvisoria ex art. 12 della legge Pisanelli, in cui l’autorità si limitava ad accertare in sede di prima quantificazione sul sul piano di fatto la coltura effettivamente praticata sul fondo.

Nascita e vicende del «tertium genus»: utilizzazioni intermedie tra l'agricola e l'edificatoria

La giurisprudenza ha tentato di disancorare dal meccanismo penalizzante dei VAM la indennità concernente i terreni non edificatori e neppure agricoli: fra di essi la casistica segnalava in particolar modo quelli, il più delle volte interni agli agglomerati urbani, utilizzati per parcheggi, mercati, depositi, attività sportive turistiche e ricreative, chioschi per la vendita di prodotti e più in generale per ognuna delle destinazioni proprie delle zone “F” di cui al d.m. 1444/1968.

Il sistema dicotomico di classificazione «legale» dei suoli fondato sugli strumenti urbanistici

L’art. 5 bis della L. 359/1992 è ricordato dalla dottrina soprattutto per l’introduzione del sistema binario di ricognizione legale dei suoli, fondato sulla zonizzazione (o azzonamento) dell’intero territorio comunale da parte degli strumenti urbanistici; che perciò nega rilevanza autonoma alla mera edificabilità di fatto, esigendo che essa si armonizzi con quella legale.

Categorie di aree e beni sottoposti a vincoli di inedificabilità dalla legge

Con la razionalizzazione attuata dal T.U. espropri (d.p.r. 327/2001), sussistono soltanto due (contrapposte) categorie di aree, la prima caratterizzata dalle “possibilità legali di edificazione”, e la seconda per converso, “da vincoli di inedificabilità assoluta”.

Aree sottoposte a vincoli di inedificabilità dagli strumenti di pianificazione del territorio

Per effetto della normativa dell’art. 5 bis della L. 359/1992 ed ancor più del T.U.Es., si è consolidato il concetto che lo “jus aedificandi”, pur continuando “ad inerire alla proprietà” del suolo è sottoposto un’attività amministrativa che lo conforma in concreto per tenere conto dei diversi interessi, pubblici e privati, collegati all’assetto del territorio ed alla sua trasformazione.

Rinnovo e tipologie di concessioni demaniali

Il rinnovo della concessione demaniale marittima – a differenza della proroga – implica l’esistenza di una nuova concessione in senso proprio, dopo l’estinzione della concessione precedente alla relativa scadenza, con automatica produzione degli effetti di cui all’art. 49 cod. nav.

Concessioni demaniali marittime: durata ed effetti alla scadenza

La disciplina dei termini di scadenza delle concessioni demaniali marittime incide sull’ingresso di altri potenziali operatori economici nel mercato e rientra, pertanto, nella materia della “tutela della concorrenza” di competenza esclusiva dello Stato; sono quindi inibiti alle Regioni interventi normativi diretti ad incidere sulla normativa statale, finanche in modo meramente riproduttivo della stessa.

Durata e scadenza delle concessioni cimiteriali

Tutte le concessioni cimiteriali cessano una volta soppresso il cimitero, salva la possibilità prevista dall’art. 92 del d.P.R. n. 285/1990 di avere un posto corrispondente nel nuovo cimitero per i soli titolari di concessioni non ancora scadute, ovvero «all’interno» dei 99 anni di durata legale prevista.

La qualificazione della concessione amministrativa e la natura del rapporto concessorio

I beni demaniali non possono essere oggetto di compravendita, né possono essere usucapiti (il possesso prolungato nel tempo di un bene demaniale non spiega alcun effetto giuridico), né, parimenti, possono essere oggetto di espropriazione forzata. Possono invece essere oggetto di diritti a favore di terzi, ma solo nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi che li riguardano.

Tipologia e durata delle concessioni amministrative

Non esiste alcuna norma di legge che imponga (o meno) una durata prestabilita che possa essere applicata a tutte le tipologie di concessioni amministrative, ma esistono diversi limiti di durata a seconda della tipologia di concessione amministrativa di cui si tratta.

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