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La nuova disciplina del danno da occupazione appropriativa: l'intervento della Corte Costituzionale

La Corte esamina la censura con cui si prospetta che la norma denunciata violerebbe l'art.117 Cost., in quanto in contrasto con le norme internazionali convenzionali e, anzitutto, con l'art. 1 del Protocollo addizionale della CEDU, nell'interpretazione offertane dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Al riguardo, la Consulta premette che entrambe le ordinanze di rimessione non sollevano il problema della compatibilità dell'istituto dell'occupazione acquisitiva ma le sue ricadute patrimoniali

La legittimità costituzionale dell’art.43 T.U. Espropriazione

È toccato al TAR Campania sottoporre l’art.43 al vaglio di costituzionalità, avendo tentato inutilmente, praticando il canone ermeneutico dell’interpretazione adeguatrice, di utilizzare tutti gli strumenti ermeneutici quali riconosciuti per trarre dalla citata disposizione censurata un significato costituzionalmente corretto. L’occasione è fornita da una vicenda di giustizia impotente in cui è stato impossibile ottenere l'esecuzione di reiterate sentenze di condanna alla restituzione del bene

L'art.43 T.U. Espropriazione e la Corte Costituzionale

Interessante l’ordinanza di rimessione alla Corte costituzionale del Tar Campania. Essa, coraggiosamente, intende rappresentare la coscienza critica del giudice amministrativo che, nella stragrande maggioranza, è stato visto dagli interpreti come difensore dell’art.43 Testo Unico Espropriazione e delle soluzioni esposte nel tentativo di riportare l’ordinamento interno su canoni di conformità alle norme convenzionali sancite dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo

Estinzione del diritto di proprietà, impossibilità di abbandono dei beni immobili e poteri di supplenza del giudice

L’art. 43 del t.u. sancisce a chiare lettere che, in mancanza del decreto d’esproprio o della cessione spontanea del bene da parte del privato, il diritto di proprietà può estinguersi solo se vengano utilizzate le procedure di sanatoria dell’occupazione illegittima, ovvero l’adozione di un provvedimento amministrativo espresso e formale di acquisizione o la formulazione di una domanda al giudice da parte della P.A., chiamata in sede contenziosa dal privato, di condanna al risarcimento del danno

Occupazione acquisitiva: nuovi orientamenti in materia di prescrizione del credito risarcitorio

La Corte di Cassazione ha affermato che nelle ipotesi in cui la PA occupi un fondo di proprietà privata per la costruzione di un’opera pubblica e tale occupazione sia illegittima, la radicale trasformazione del fondo da un lato comporta l'estinzione in quel momento del diritto di proprietà del privato e la contestuale acquisizione della proprietà in capo all’ente costruttore, e dall’altro costituisce un illecito che abilita il privato a chiedere, entro 5 anni, il risarcimento del danno subito

Risarcimento del danno da occupazione illegittima: alcuni spunti di riflessione

Il compendio dei principi espressi dal giudice di Strasburgo, proteso per un verso ad elidere la costruzione giurisprudenziale in tema, fondata sulla radicale differenziazione degli effetti, anche patrimoniali, fra occupazione acquisitiva ed usurpativa e, per l'altro a garantire al proprietario la piena e totale valore del bene secondo le regole del mercato sembra contenere alcune coordinate capaci di produrre ulteriori effetti devastanti nel già precario panorama delle occupazioni illecite

Risarcimento del danno da occupazione illegittima: Scordino e Pasculli contro Italia

Anche nei casi Scordino e Pasculli, che non avevano affrontato i temi della quantificazione dell’equo soddisfacimento dei proprietari, si è giunti alle decisioni ex art.41 CEDU. Il punto più qualificante delle misure consigliate dalla Corte per eliminare future condanne è rappresentato dall’invito all’Italia, nei casi di occupazione alla quale non è seguita l’adozione del decreto di espropriazione, ad eliminare gli ostacoli che impediscono sistematicamente la restituzione dell'area al privato

Danno da occupazione illegittima: prospettive di risarcimento e art.43 T.U. espropriazione

L'art.43, disciplinando il fenomeno antitetico a quello dell’occupazione acquisitiva, l’atto di acquisizione sanante, prevede il diritto del proprietario ad ottenere una somma corrispondente al valore del bene utilizzato per scopi di pubblica utilità. Occorre chiedersi se l’ipotesi di realizzazione illecita possa giustificare l'uso parametri introdotti dal legislatore per le espropriazioni legittime e come tali inidonei ad offrire un’integrale riparazione del pregiudizio sofferta dai proprietari

Risarcimento del danno da occupazione illegittima: osservazioni conclusive

Dalla lettura dei principi espressi dal giudice di Strasburgo sembra emergere l'insufficienza della dichiarazione di pubblica utilità a giustificare la costruzione dell’istituto estintivo acquisitivo né, tanto meno, può richiamarsi a tal fine il parametro della funzione sociale che alberga all’interno della Carta costituzionale. Non pare condivisibile il tentativo di offrire una lettura della sentenza n. 349 tesa a lasciare inalterato il quadro della giurisprudenza sull'occupazione acquisitiva

L'art.43: presupposti

L’art. 43 TU consente l'emanazione del provvedimento acquisitivo da parte della Autorità che utilizza il bene per scopi di pubblico interesse. Ai fini della sussistenza di tale presupposto non è sufficiente che l’atto di acquisizione possa fondarsi sulla semplice utilizzabilità dell’immobile ovvero sulla sua astratta idoneità a essere utilizzato per il soddisfacimento di un interesse generale, piuttosto si deve fare riferimento all'utilizzazione per un interesse pubblico specifico e concreto

Le Sezioni Unite nel dicembre del 2007: riparto di giurisdizione e art.43

In materia di occupazione illegittima, in caso di scadenza dei termini di occupazione legittima, la illegittima detenzione del bene da parte della p.a. è, o non è, un comportamento riconducibile all’esercizio di un pubblico potere ? E di conseguenza, nel caso di irreversibile trasformazione del bene, la domanda risarcitoria, indipendentemente dall’impugnazione di un provvedimento amministrativo, quale il decreto di esproprio tardivo, va proposta al giudice ordinario o al giudice amministrativo

I primi due commi dell'articolo 43 D.P.R.327/2001

Se la ratio dell’art.43 TU consiste nella regolarizzazione e sanatoria delle procedure ablatorie illegittime e dei comportamenti illeciti dell'Amministrazione in campo espropriativo con eliminazione delle ipotesi di occupazione appropriativa nonché usurpativa, non può che riferirsi a qualunque situazione pregressa di illegittimità ed illiceità posta in essere dalla PA, con l’unico limite dell’eventuale giudicato che esplicitamente riconosca al privato il diritto alla restituzione del bene

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