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Risarcimento per occupazione illegittima: continua il balletto sulla giurisdizione

La vicenda che ha fornito l’occasione per il pronunciamento della Cassazione è scaturita da un'istanza per regolamento di giurisdizione avanzata al Tribunale di Palermo in un giudizio proposto al fine di ottenere il risarcimento del danno per l’irreversibile trasformazione di alcuni terreni destinati ad opere pubbliche facenti parte del piano urbanistico e delle relative urbanizzazioni di un agglomerato industriale. Tale giudizio faceva seguito ad un precedente giudizio instaurato davanti al TAR

I rapporti tra la CEDU e le sentenze n.348 e 349 della Corte Costituzionale

Le sentenze 348 e 349 della Corte Costituzionale, su indennità e risarcimento da occupazione illegitima, sono solo in parte sovrapponibili. Il nucleo centrale della motivazione è rappresentato dalla valorizzazione dell’art.117 cost., nella parte in cui pone al legislatore l’obbligo di rispettare gli obblighi internazionali, richiamando la tecnica della cosiddetta norma interposta. La conseguenza è che una legge può essere dichiarata incostituzionale anche quando contrasti con fonte equiordinata

Art.43 T.U.: vincolo espropriativo, dichiarazione di pubblica utilità e decreto di esproprio

L’autorità che utilizza un bene immobile per scopi di interesse pubblico, può disporre che esso vada acquisito al suo patrimonio indisponibile e che al proprietario vadano risarciti i danni qualora il bene risulti modificato in assenza del valido ed efficace provvedimento di esproprio o dichiarativo della pubblica utilità. L’atto di acquisizione può essere emanato anche quando sia stato annullato l’atto da cui è sorto il vincolo all’esproprio, la dichiarazione di PU o il decreto di esproprio

Incostituzionalità dell'art.5 bis DL 333/1992: risarcimento del danno da occupazione appropriativa

Della sopravvenuta incostituzionalità dell’art. 5 bis in tema di indennità, e della necessità di rideterminarne l’importo, nell’ambito di giudizi pendenti in cui sulla quantificazione non sia da ritenere intervenuto il giudicato, risentono anche le ipotesi di cessione volontaria. La pendenza concerne alcune ipotesi di cessione intervenute nella vigenza della l.n. 385/80, riguardo alle quali i proprietari agirono per il riconoscimento del conguaglio da commisurare al criterio del valore venale

Risarcimento del danno e indennità d'esproprio tra ordinamento interno e CEDU

Senza appello la condanna del sistema di risarcimento del danno, per cui, alla luce delle norme costituzionali, non si può fare a meno di concludere che il giusto equilibrio tra interesse pubblico ed interesse privato non può ritenersi soddisfatto da una disciplina che permette alla PA di acquisire un bene in difformità dallo schema legale e di conservare l’opera pubblica realizzata, senza che almeno il danno cagionato, corrispondente al valore di mercato del bene sia integralmente risarcito

Incostituzionalità dell'articolo 5 bis del DL 333/1992: tra funzione sociale della proprietà e risarcimento del danno

Il giudice costituzionale ha cercato di valorizzare i punti in comune tra l’orientamento sovranazionale e quello reso dal giudice costituzionale, sottolineando alcuni passaggi del giudice di Strasburgo, per consigliare il legislatore a una modifica dei criteri indennitari in materia di aree edificabili che, nell’emananda legge, dovranno tenere in considerazione la portata sociale delle finalità pubbliche da perseguire. La funzione sociale viene dunque piegata alla giurisprudenza di Strasburgo

Incostituzionalità dell'articolo 5 bis del DL 333/1992: le ricadute di sistema sul fenomeno dell’occupazione acquisitiva

La giurisprudenza della Corte europea sull'indennizzo espropriativo ha più volte sottolineato come accanto al canone del c.d. margine di apprezzamento spettante ai singoli Stati nell’individuazione del ragionevole indennizzo dovuto al proprietario occorre considerare, allo stesso tempo, il rispetto del principio di proporzionalità della misura riduttiva, allo scopo di valutare se nella situazione concreta l’applicazione del diritto interno abbia o meno vulnerato le prerogative proprietataria

L'incostituzionalità dell'art. 5 bis e della misura del risarcimento del danno nell'occupazione illegittima

La norma che fissa l’indennità di esproprio è stata dichiarata costituzionalmente illegittima nella parte in cui è usata come parametro per definire il risarcimento del danno da occupazione illegittima. La Corte ha considerato che la misura dell’indennizzo costituisce il punto di equilibrio tra interesse pubblico e interesse del privato. Nel determinare la misura del risarcimento si deve considerare che nell’occupazione appropriativa l’interesse pubblico è già stato essenzialmente soddisfatto

L'articolo 5 bis del DL 333/1992 e l'illegittimità del calcolo del risarcimento del danno

La Corte europea ha affermato che, quando si tratta di esproprio isolato che non si situa in un contesto di riforma economica, sociale o politica e non è legato ad alcun altra circostanza particolare, non sussiste alcun obiettivo legittimo di pubblica utilità che possa giustificare un rimborso inferiore al valore commerciale. L’indennizzo deve avere un rapporto ragionevole con il valore del bene espropriato. La CEDU trova poi ulteriore conferma della sua decisione nell'art.42 della Costituzione

La sentenza n.348 della Corte Costituzionale e gli effetti dello ius superveniens

I risarcimenti assegnati ai proprietari di aree edificabili sono troppo bassi. Gli effetti della sentenza si manifestano sotto due profili. Il primo impone di considerare gli effetti che la sentenza comporta sulla determinazione delle future indennità. Il secondo profilo rileva nell’esame della normativa che devono osservare i procedimenti in corso. La dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma censurata rileva, infatti, sull’applicabilità della stessa ai giudizi in corso

L'art.43 del D.P.R.327/2001 nella patologia dell'espropriazione

Uno dei fini assegnato al provvedimento acquisitivo, è quello di eliminare le figure di creazione giurisprudenziale dell'occupazione acquisitiva ed usurpativa. La Corte di Cassazione ha affermato che qualora la PA occupi un fondo di proprietà privata per la costruzione di un’opera pubblica e tale occupazione sia illegittima, la trasformazione del fondo da un lato comporta l'estinzione del diritto di proprietà del privato che passa all'ente e dall'altro la condanna di questo a risarcire il danno

L'art.43 del D.P.R.327/2001 e l'incognita della retroattività

Sul tema si registrano opposti orientamenti. La tesi della non retroattività trova il suo fondamento nell’art.57 TU, per il quale le disposizioni del Testo unico trovano applicazione solo ed esclusivamente su progetti per i quali la dichiarazione di pubblica utilità sia intervenuta in data successiva alla sua entrata in vigore. Viceversa, la tesi della retroattività trova fondamento soprattutto nel fine assegnato alla disposizione ovvero sanare situazioni patologiche di occupazione illegittima

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