LICENZIAMENTO

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Laddove siano vietate le nuove concessioni demaniali non è vietato il mero rinnovo

L’estensione della spiaggia libera utilizzata da coloro che abbiano noleggiato attrezzature da spiaggia è cosa diversa dall’estensione della concessione demaniale rilasciata per il noleggio di tali attrezzature.

È inadempiente il concessionario che non si attiva per ottenere il certificato antincendio dopo la modifica del bene pubblico

Laddove il concessionario, in costanza di gestione, provveda al rifacimento della centrale termica, è suo onere attivarsi per il rilascio del nuovo certificato di prevenzione incendi: la mancata attivazione delle procedure per ottenere tale certificato, con conseguente interruzione del servizio (nella specie, di gestione di una piscina) legittima il provvedimento di revoca della concessione.

Il giudizio è improcedibile se non sono impugnate tutte le intimazioni che richiedono un indennizzo per l’occupazione demaniale

La mancata impugnazione di intimazioni al pagamento successive a quella impugnata, aventi ad oggetto lo stesso titolo debitorio e per la medesima somma, rende inutile la giudiziale valutazione della legittimità dell’atto gravato, in quanto l’eventuale suo annullamento nessun vantaggio recherebbe alla parte ricorrente a causa della presenza dei due nuovi atti che risultano essere pienamente efficaci.

Gli immobili ex d.l. 351/2001 devono essere venduti al prelazionario solo se oggetto di programma di dismissione

In tema di dismissione del patrimonio immobiliare, il d.lgs. 104/1996 non si applica ai beni che non siano stati inseriti in programmi di cessione predisposti ai sensi dell’art. 2 né in programmi di alienazione ai sensi dell’art. 6.

La previsione in un atto antecedente rende illegittima l’ordinanza contingibile ed urgente

È illegittima l’ordinanza contingibile ed urgente che non menziona alcuna situazione eccezionale ed imprevedibile da cui sia scaturito un pericolo concreto ed effettivo per i beni tutelati (nella specie, salute pubblica ed ambiente), in caso di mancato intervento della P.A. con il rimedio extra ordinem in discorso, anziché con gli strumenti ordinari previsti dall’ordinamento.

Autotutela demaniale: g.o. se il privato sostiene che l’area occupata è di sua proprietà e non demaniale

Appartiene alla giurisdizione del G.O. la controversia in cui il privato, pur impugnando l’ordinanza di sgombero adottata ai sensi dell’art. 54 cod. nav., metta in discussione la proprietà demaniale della porzione occupata, asserendo che essa è di proprietà privata e non faccia questione del corretto uso di un potere discrezionale da parte della P.A..

Trasferimento di beni alle a.s.l.: l’eliminazione dei laboratori di igiene e profilassi ha ripristinato l’assetto proprietario ante 1978

L’eliminazione ad opera del D.P.R. 117/1993 dei «beni mobili ed immobili e le attrezzature dei laboratori di igiene e profilassi» dal novero dei beni trasferiti dagli enti locali alle A.S.L. ai sensi dell’art. 66 legge 833/1978 ha avuto l’effetto di ripristinare l’assetto proprietario anteriore alla riforma operata con quest’ultima legge.

La scelta di concedere l’uso dell’arenile va contemperata con la necessità di garantire la libera balneazione

La scelta della P.A. di concedere spazi di arenile va effettuata considerando sempre il superiore interesse pubblico a garantire la libera balneazione.

canone per casa cantoniera: g.o.

Qualora la controversia riguardi il pagamento di un corrispettivo per l’occupazione dell’immobile dato in concessione, la relativa giurisdizione, trattandosi di diritto, appartiene al G.O., qualunque sia il titolo in forza del quale tale somma fosse dovuta, e cioè sia essa un canone o un’indennità sostitutiva.

Il consorzio per lo sviluppo industriale può riacquistare l’area anche quando lo stabilimento è realizzato da oltre tre anni ma l’attività non è mai iniziata

Il consorzio di sviluppo industriale può esercitare la facoltà di riacquistare la proprietà delle aree cedute per imprese industriali o artigianali prevista dall’art. 63, co. 2, legge 448/1998 anche nelle ipotesi in cui lo stabilimento sia stato realizzato da oltre tre anni senza che l’attività produttiva abbia mai avuto inizio.

Il comune non risponde dei danni non cagionati dalla strada bensì dalle tubature sottostanti

Il Comune non è responsabile per il mancato approvvigionamento idrico conseguente alla rottura delle tubazioni sotterranee di adduzione dell’acqua perché a suo carico non esiste un generico obbligo di custodia derivante dalla proprietà della strada.

l’installazione di un gazebo su area gravata da servitù di uso pubblico deve essere chiesta al privato proprietario

La circostanza che un’area sia stata di fatto utilizzata a parcheggio pubblico e strada può al più implicare che il Comune abbia voce in capitolo dal punto di vista della tutela della regolamentazione del traffico pedonale nella zona, ma non può di certo fare capo ad esso il potere di disporne per finalità diverse da quelle proprie dell’uso pubblico, quale consentire un suo sfruttamento commerciale con l’installazione di un gazebo.

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