DIRITTO PENALE SICUREZZA

Stai vedendo 14-24 di 269 risultati

Il criterio della «rilevanza del contesto tipico di fattispecie»

Il rapporto di specialità reciproca (o bilaterale) per specificazione è l'unica tipologia di relazione normativa in grado di stigmatizzare il conflitto apparente tra fattispecie: ciascuna delle disposizioni in raffronto, in effetti, manifesta un “peso specifico” esattamente pari a quello delle altre e ciascuna, in seno alla propria astratta configurazione, non offre alcun elemento contenutistico per il quale stabilire il precetto che deve prevalere.

Prime riflessioni critiche sul neonato delitto di «autoriciclaggio»

Una prima difficoltà discende dalla constatazione che le ulteriori operazioni di “impiego, sostituzione e trasferimento in attività economiche, finanziarie”, poste in essere per ostacolare l'identificazione della provenienza delittuosa di denaro, beni o altre utilità, rappresenterebbero la naturale prosecuzione, di quegli stessi reati presupposto, dando luogo ad azioni non suscettibili di autonomo disvalore rispetto a quello della precedente condotta criminosa.

Natura dei reati paesaggistico-ambientali (art. 181 D.Lgs. 42/2004)

L’art. 181 D.Lgs. 42/2004, insieme all’art. 734 c.p., costituisce la norma fondamentale del sistema normativo posto a protezione dei beni paesaggistici e ambientali. Ai sensi del comma 1 dell’articolo succitato, ‹‹chiunque, senza la prescritta autorizzazione o in difformità di essa, esegue lavori di qualsiasi genere su beni paesaggistici è punito con le pene previste dall’art. 44, lettera c), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380››.

La sanatoria paesaggistica e l'estinzione del reato edilizio

Il principio generale per il quale l’autorizzazione paesaggistica non può essere rilasciata in sanatoria successivamente alla realizzazione, anche parziale, degli interventi è stato derogato a seguito della L.308/2004. È stata introdotta, infatti, la possibilità di una valutazione postuma della compatibilità paesaggistica di alcuni interventi minori, all’esito della quale non si applicano le sanzioni penali stabilite penali stabilite per il reato ex art.181 D.Lgs.42/2004

Natura giuridica del reato di truffa semplice e di truffa aggravata (art. 640 Codice Penale)

L’art.640 apre il capo II del titolo XIII del libro II del cod. pen. dedicato ai delitti contro il patrimonio mediante frode. Nel capo in questione il Legislatore incrimina le diverse tipologie di offese al patrimonio attuate mediante ricorso alla frode. Il delitto di truffa è un reato plurioffensivo, lesivo degli interessi alla libera formazione del consenso e all’integrità del patrimonio. Elemento peculiare della truffa è la cooperazione artificiosa della vittima, indotta ad autodanneggiarsi

La truffa aggravata e l'applicabilità dell'art. 322 Codice Penale

L'art.322 c.p. estende alle ipotesi di truffa aggravata e di frode informatica aggravata l’istituto della confisca per equivalente previsto dall’art. 322-ter c.p.. La confisca (art. 240 c.p.) è una misura di sicurezza reale concernente esclusivamente cose (mobili o immobili) ed a differenza delle altre misure di sicurezza, prescinde dal requisito della pericolosità sociale dell’autore. Alla confisca, inoltre, non si applica l’art. 207 c.p., ed ha dunque natura di misura irrevocabile

La condanna del reato di truffa nel Codice Penale italiano: la legislazione vigente

L'art.322 c.p. può essere applicato anche ai reati trattati dall'art.640 c.p.. Nel caso di condanna, o di applicazione della pena su richiesta delle parti (art.444 cod. proc.pen.) è sempre ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto o il prezzo, salvo che appartengano a persona estranea al reato, ovvero, quando essa non è possibile, la confisca di beni, di cui il reo ha la disponibilità, per un valore corrispondente a tale prezzo o profitto

Massime giurisprudenziali relative al reato di truffa: le circostanze aggravanti

La fattispecie è descritta attraverso il rinvio al fatto-reato previsto nell’art.640 seppure con l’integrazione di un oggetto materiale specifico della condotta truffaldina e della disposizione patrimoniale. È la struttura della fattispecie penale ex art.640-bis, definita da un lato attraverso il richiamo degli elementi del delitto di truffa e dall'altro con l’introduzione di un elemento specifico (erogazioni pubbliche) a denotare la volontà legislativa di configurare una circostanza aggravante

Massime giurisprudenziali relative al reato di truffa aggravata: l'indebito conseguimento di rimborsi

L’indebito conseguimento di rimborsi, conguagli di disoccupazione o altre elargizioni previdenziali da parte dell’INPS a favore di lavoratori agricoli è riconducibile all’ipotesi delittuosa ex art. 640 c.p. Ed invero, il concetto di contributo, finanziamento o mutuo agevolato, richiamato dall’art. 640-bis cod. pen., non è assimilabile a quello di rimborsi e conguagli di disoccupazione, ma va ricompreso nella generica accezione di sovvenzione, concretizzandosi in una attribuzione pecuniaria.

Attribuzione della cittadinanza italiana agli apolidi

Per quel che riguarda l’acquisto della cittadinanza, una situazione molto delicata è quella degli apolidi, la cui condizione di grande criticità deriva dal fatto che si tratta di persone che “nessuno Stato, in base al proprio ordinamento giuridico”, considera come propri cittadini. Ciò comporta sia che la condizione degli apolidi abbia una specifica regolamentazione, sia che la disciplina interna dell’apolidia sia estremamente problematica da un punto di vista sostanziale e processuale

I procedimenti per l’acquisto della cittadinanza italiana e per l'acquisizione dello status di apolide

Il trattamento giuridico riservato all’apolide è quello di uno straniero extracomunitario, salvo che sia previsto un trattamento diverso o migliore da leggi o da Convenzioni internazionali in vigore in Italia e, in particolare, dalla Convenzione ONU sullo statuto degli apolidi (1954). Ogni apolide riceve dunque un trattamento giuridico che per alcuni aspetti è identico a quello previsto nelle medesime condizioni per il cittadino e per altri aspetti è identico a quello previsto per lo straniero

Il controllo giurisdizionale quale condizione di attribuzione della cittadinanza italiana

L’Italia rientra tra gli Stati che prevedono un controllo giurisdizionale incisivo rispetto ai provvedimenti amministrativi che negano il diritto di cittadinanza del richiedente. Tale controllo tuttavia non viene sempre esercitato dal medesimo giudice, ma a seconda dei casi può essere esercitato dal giudice ordinario (Tribunale, Corte d’appello e Corte di cassazione civili) oppure dal giudice amministrativo (Tribunale amministrativo regionale e Consiglio di Stato).

Pagina 2 di 23 2