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La Direttiva 2011/36/UE: il sostegno alle vittime della tratta

L’avvio delle misure di assistenza dovrebbe essere immediato non appena le autorità competenti abbiano un ragionevole motivo di ritenere che nei confronti di un soggetto sia stato compiuto uno dei reati relativi alla tratta. Al fine di prestare con sollecitudine l’assistenza, è necessario adottare adeguati meccanismi di identificazione delle vittime, in cooperazione con le pertinenti organizzazioni di sostegno. Le misure di assistenza e sostegno sono fornite se l'interessato ha acconsentito

Gli interventi della comunità europea per la libera circolazione delle persone

Nella Comunità europea, fino al Trattato di Amsterdam, le materie relative a visti, asilo e immigrazione erano lasciate alla cooperazione intergovernativa. Il cambiamento si ha con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che modifica il contesto generale del sistema dei Trattati, riconosce soggettività giuridica all’UE, costituzionalizza la Carta di Nizza e dispone l’adesione dell’Unione alla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU)

Nuove prospettive dopo il Trattato di Lisbona e le conclusioni del Consiglio Europeo

Il Trattato di Lisbona amplia la prospettiva della protezione dei diritti fondamentali. Innanzitutto dichiara che l’UE si fonda su un insieme di valori, taluni dei quali non erano esplicitamente menzionati nei trattati precedenti. A questi valori le istituzioni dovranno ispirarsi nell’adozione dei loro atti e nella formulazione delle politiche europee. L’Unione deve inoltre affermare e promuovere tali valori nelle relazioni con il resto del mondo, contribuendo alla protezione dei suoi cittadini

Lotta alla tratta degli esseri umani: diritto interno e diritto comunitario

L’Unione Europea è consapevole che la repressione penale non può essere l’unico o il principale piano d’intervento. Vengono in rilievo anche piani diversi sia per quanto riguarda il profilo della normativa interna che quello della prevenzione e quindi dei rapporti internazionali con gli Stati di provenienza. E si è prospettata l’introduzione di meccanismi permanenti di regolarizzazione individuale fondati sul decorso del tempo e su indici di integrazione come la mancata commissione di reati

La condizione giuridica dello straniero

Il settore dell’ordinamento giuridico sull’immigrazione e, più in generale, sulla condizione giuridica dello straniero, sia comunitario che extracomunitario, è uno dei campi che ha conosciuto negli ultimi anni più interventi normativi, cercando il difficile equilibrio tra esigenze di controllo dei flussi migratori e prospettiva dell’accoglienza, tutela della sicurezza e repressione dei comportamenti penalmente rilevanti. E questo attraverso la previsione di nuove ipotesi e strumenti esecutivi

Primo protocollo alla convenzione PIF: il concetto di funzionario

Essenziale innanzittutto è definire i concetti di “funzionario comunitario” e “funzionario nazionale”. Nella prima categoria rientrano tutti coloro che sono dipendenti della UE a titolo di funzionario, agente temporaneo, agente contrattuale presso le istituzioni comunitarie e le loro Agenzie. La definizione della seconda categoria è invece lasciata dal Protocollo alla normativa nazionale di ciascuno Stato Membro nei tempi e nelle procedure che definiscono il concetto di “pubblico ufficiale”

Primo protocollo alla convenzione PIF: la corruzione dei funzionari e la competenza territoriale

La corruzione passiva si verifica quando il funzionario sollecita o riceve vantaggi per sé o per altri, per compiere od omettere un atto delle sue funzioni, in modo contrario ai suoi doveri d’ufficio, da cui derivi o possa derivare un pregiudizio per gli interessi finanziari della UE. Si definisce invece “corruzione attiva” la condotta di chi promette o dà al funzionario un vantaggio di qualunque natura per compiere od omettere un atto che leda o possa ledere gli interessi finanziari della UE

Il sistema della tassazione degli importi a titolo di indennità per occupazione acquisitiva e sanante

Gli enti eroganti, all'atto del pagamento delle somme (occupazione temporanea, risarcimento per occupazione acquisitiva, rivalutazione ed interessi) devono operare una ritenuta a titolo di imposta nella misura del 20%. È facoltà del contribuente optare, in sede di dichiarazione annuale dei redditi, per la tassazione ordinaria, nel qual caso la ritenuta si considera effettuata a titolo di acconto. Tenuti al pagamento di tale importo sono soltanto i soggetti che non esercitano imprese commerciali

Legalità e art.42 bis t.u.e: due tesi a confronto

Rispetto alla scelta legislativa operata con l'art. 42 bis, potrebbero permanere delle perplessità rispetto alla compatibilità costituzionale di una previsione normativa che pretenderebbe, attraverso una valutazione ex post dell'amministrazione, di paralizzare la posizione dominicale del privato, incisa dall'illecita modificazione del bene, impedendone le garanzie procedimentali spettanti al proprietario legittimamente espropriato, unitamente alla possibilità di riespansione del diritto.

I tanti dubbi sull'art. 42 bis t.u.espropriazioni

Leggendo l'art 42 bis permane la volontà del legislatore di offrire un'autorizzazione in bianco ad acquisire aree private, senza il rispetto delle forme garantite dal procedimento di espropriazione e con la sola necessità di dare conto delle ragioni che ne richiedono l'acquisto e delle circostanze che hanno condotto all'utilizzazione dell'area, con l’ulteriore prevista ponderazione fra l’interesse pubblico e privato, e l’esame dell’assenza di valide alternative all’adozione del provvedimento

Un approccio (parzialmente) favorevole all’art. 42 bis t.u.e.

L’analisi dell’art.42 bis non può prescindere da una verifica della legittimità dell'operato legislativo non solo a livello costituzionale ma anche internazionale, precetti cui lo Stato italiano deve uniformarsi a qualsiasi livello esso operi. La Corte di Strasburgo ritiene che spetti alla discrezionalità del legislatore nazionale il compito di indicare i connotati dell'utilità pubblica e dell'interesse generale, pur rilevando che la disciplina positiva deve essere provvista di base ragionevole

La giurisprudenza della CEDU sul danno morale per lesione dell’art. 1 Prot. n. 1

Uno degli aspetti più innovativi dell’art.42 bis t.u.e. è rappresentato dall’introduzione, in favore del proprietario destinatario di un provvedimento di acquisizione sanante, di un pregiudizio non patrimoniale liquidato nella misura fissa del 10% - 20% a seconda della finalità del bene. La natura “economica” del diritto di proprietà non ha mai fatto dubitare la dottrina che la lesione di tale prerogativa è insuscettibile di arrecare un pregiudizio non patrimoniale al proprietario aggredito

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