Indennità di espropriazione per le aree edificate

INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE E DI OCCUPAZIONE - INDENNITÀ DI ESPROPRIO - AREE EDIFICATE

L'espropriazione del fabbricato va indennizzata secondo il valore di mercato dello stesso, estensibile al disfacimento materiale dello stesso per esigenze connesse alla realizzazione dell'opera pubblica.

Nella determinazione del conguaglio dovuto per la cessione degli immobili espropriati, la dichiarazione d'incostituzionalità della L. 22 ottobre 1971, n. 865, art. 16, commi 5, 6 e 7, come modificati dalla L. 28 gennaio 1977, n. 10, (Corte cost., sentenza n. 5 del 1980), e la successiva disciplina dettata per la determinazione dell'indennità delle aree fabbricabili dal D.L. 333/92 art. 5 bis non esercitano alcuna influenza in relazione all'espropriazione dei fabbricati. Per detta categoria di beni immobili, l'indennità doveva essere determinata, infatti, già al momento della cessione volontaria, in conformità della L. n. 2359 del 1865, art. 39: per il medesimo... _OMISSIS_ ...n poteva quindi prospettarsi alcun diritto al conguaglio.

Nel caso in cui l'espropriazione abbia ad oggetto una costruzione, l'indennità di espropriazione va determinata in modo unitario sulla base del valore venale dell'edificio nello stato di consistenza in cui si trova al momento della espropriazione, senza possibilità di distinguere tra valore dell'edificio e valore dell'area. A tale principio è stato ritenuto costituire eccezione il caso in cui il fabbricato risulti privo di autonomia funzionale o abbia scarsa consistenza economica rispetto al suolo, oppure sia in condizioni talmente fatiscenti da consigliarne la demolizione e la riedificazione. In difetto di tale situazione il criterio di trasformazione risulta inapplicabile.

Che l'espropriazione della proprietà privata debba comportare un ristoro del sacrificio subito dall'espropriato è assunto incontroverso e desumibile da basilari fonti normative, che restano inequivoche al riguardo (artt. ... _OMISSIS_ ... e 834 cod. civ.); del pari incontroverso è il tema della determinazione quantitativa dell'indennità spettante all'espropriato dell'area edificata, pari al valore venale del bene, consistente nel giusto prezzo che, secondo una valutazione estimale aggiornata ed oggettiva, avrebbe avuto l'immobile in una libera contrattazione di compravendita (artt. 36-38 T.u.e.).

In tema di espropriazione per pubblico interesse, il criterio indennitario previsto per le aree edificabili, introdotto dal D.L. 11 luglio 1992, n. 333, art. 5 bis (convertito in L. 8 agosto 1992, n. 359), non è applicabile all'area di sedime su cui insiste un fabbricato, la quale costituisce parte integrante del fabbricato stesso e fruisce, inscindibilmente, del criterio indennitario previsto dalla L. 25 giugno 1865, n. 2359, art. 39; ne consegue l'impossibilità di valutazione separata ed autonoma dell'area occupata dal fabbricato.


INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE E DI OCC... _OMISSIS_ ...NNITÀ DI ESPROPRIO - AREE EDIFICATE - CRITERIO INDENNITARIO - POSSIBILITÀ DI TRASFORMAZIONE

Quando l'espropriazione abbia ad oggetto una costruzione, il criterio indennitario del valore venale dell'edificio comprende sia il valore dell'area di sedime, che ne costituisce parte integrante sia il valore dipendente dalle eventuali possibilità di trasformazione dell'edificio, attraverso ristrutturazione, demolizione, o riedificazione: di tale possibilità, infatti, occorre tener conto nell'ipotesi in cui le potenzialità edificatorie dell'area non siano assorbite dalla costruzione, ove la struttura del fabbricato consenta, dunque, una costruzione in sopraelevazione oppure quando la demolizione del fabbricato (il cui costo va computato) e la realizzazione di un nuovo edificio siano rese economicamente convenienti da dette potenzialità.


INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE E DI OCCUPAZIONE - INDENNITÀ DI ESPROPRIO - AREE EDIFICATE - CRITERIO... _OMISSIS_ ... RESIDUE POTENZIALITÀ EDIFICATORIE

Il valore venale di un immobile non può prescindere dalle potenzialità edificatorie dell'area non assorbite dalla costruzione, ove la struttura del fabbricato consenta una costruzione in sopraelevazione oppure ove la demolizione del fabbricato (del cui costo si deve ovviamente tenere conto) e la realizzazione di un nuovo edificio siano rese economicamente convenienti da dette potenzialità.


INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE E DI OCCUPAZIONE - INDENNITÀ DI ESPROPRIO - AREE EDIFICATE - FABBRICATI ABUSIVI

Gli immobili costruiti abusivamente non sono suscettibili di indennizzo, a meno che alla data dell'evento ablativo non risulti già rilasciata la concessione in sanatoria, per cui non si applica nella liquidazione il criterio del valore venale complessivo dell'edificio e del suolo su cui il medesimo insiste, ma si valuta la sola area, in modo da evitare che l'abusività degli insediame... _OMISSIS_ ...rrere anche indirettamente ad accrescere il valore del fondo.

E' ora espressamente vietato dalla legge l'indennizzo per l'esproprio di immobili abusivi, in virtù del D.P.R. n. 327 del 2001, art. 37, comma 3, che ha codificato un principio pacificamente affermato dalla giurisprudenza, ove non risulti che l'immobile stesso sia stato effettivamente condonato.

Nel caso di un fabbricato parzialmente abusivo per difformità rispetto al progetto approvato, non si deve escludere dal computo dell'indennità tutto il valore del fabbricato, ma soltanto quello della parte costruita in difformità.

Correttamente è escluso dal computo dell'indennità il valore dei manufatti in quanto abusivi, ancorché condonati solo successivamente al decreto di esproprio, trovando applicazione il principio secondo cui la sanatoria deve intervenire prima del decreto di esproprio, non essendo sufficiente la sola presentazione della istanza di condono.

Con riferim... _OMISSIS_ ...icato parzialmente abusivo per difformità rispetto al progetto approvato, non si deve escludere dal computo dell'indennità tutto il valore del fabbricato, ma soltanto quello della parte costruita in difformità.

Il principio di carattere generale, desumibile dalla normativa sia urbanistica, che espropriativa (L. 22 ottobre 1971, n. 865, art. 16, comma 6), per cui il proprietario non può trarre beneficio alcuno dalla sua attività illecita, comporta che nella determinazione indennitaria non deve tenersi conto delle costruzioni abusive (D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, art. 38, comma 2; art. 44, comma 2, specificamente per l'imposizione di servitù).

Con riguardo alla determinazione dell'indennità da liquidare nel caso di esproprio di un’area ove è stata realizzato un immobile abusivo, il testo unico (art. 38) testualmente dispone che il relativo quantum va liquidato senza tenere conto della esistenza del medesimo immobile (che non può essere scambiat... _OMISSIS_ ... Tale regola si basa sul principio per il quale ciò che è frutto di illecito non può avere tutela dall’ordinamento giuridico: dunque, manca in tal caso il requisito oggettivo della “ingiustizia del danno”, per la determinazione dell’indennità, sicché ai fini della liquidazione dell’indennità, non si applica il criterio del valore venale complessivo dell’edificio e del suolo su cui il medesimo insiste, ma si valuta la sola area.

La costruzione insistente sul fondo espropriato, per essere soggetta a valutazione aggiuntiva, autonoma rispetto a quella dell'ablato fondo, deve essere dotata di concessione edilizia (o di permesso di costruzione).

Il disposto di cui al D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, art. 38, sta ad indicare che il diritto all'indennità, a seguito dell'esproprio, non è escluso dall'iniziale abusività dell'edificazione, se l'immobile, alla data in cui interviene l'esproprio, è stato fatto oggetto di una doma... _OMISSIS_ ...a che la pubblica amministrazione non abbia ancora scrutinato: in tale ipotesi occorre cioè che l'amministrazione, per i fini del riconoscimento dell'indennità, effettui una valutazione prognostica della condonabilità, sì da verificare se l'immobile sia destinato ad essere condonato, nel qual caso l'indennità va parametrata tenendo conto di esso, ovvero se la prospettiva del condono debba essere esclusa, nel qual caso l'indennità non può tener conto dell'immobile.

Il disposto di cui al D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327, art. 38, sta ad indicare che il diritto all'indennità, a seguito dell'esproprio, non è escluso dalla iniziale abusività dell'edificazione, se l'immobile, alla data in cui interviene l'esproprio, è stato fatto oggetto di una domanda di sanatoria che la p.a. non abbia ancora scrutinato: in tale ipotesi occorre cioè che l'amministrazione, per i fini del riconoscimento dell'indennità, effettui una valutazione prognostica della condonabilità. Se c... _OMISSIS_ ...fosse l'indennità sarebbe inconcepibilmente rapportata non già alle oggettive caratteristiche del bene sottoposto ad esproprio, ma ad una circostanza del tutto casuale ed insignificante, quale l'avere la pubblica amministrazione già deciso sulla domanda di condono oppure no, quantunque - per ipotesi - in violazione dei termini a tal fine previsti.

Ogni questione in ordine alla condonabilità di immobile insistente sul fondo espropriato deve ritenersi superata qualora lo stesso sia stato effettivamente condonato, sebbene ad esproprio intervenuto.

Gli immobili costruiti abusivamente non sono suscettibili di indennizzo espropriativo né di indennizzo per la diminuzione di godimento.

In tema di espropriazione di pubblica utilità gli immobili realizzati abusivamente non sono suscettibili di indennizzo a meno che alla data dell’evento ablativo non risulti già rilasciata la concessione in sanatoria, essendo insufficiente una mera attestazion... _OMISSIS_ ...sono idonee al rilascio di permesso di costruire in sanatoria.

Il diritto all'indennità non è escluso dall'originaria abusività dell'edificazione, ove l'immobile, alla data dell'esproprio, sia stato fatto oggetto di una domanda di sanatoria non ancora scrutinata dalla P.A., dovendo, in tal caso, quest'ultima effettuare una valutazione prognostica circa la formazione del silenzio assenso o circa la sua condonabilità.

Gli immobili costruiti abusivamente non sono suscettibili di indennizzo, a meno che alla data dell'evento ablativo non risulti già rilasciata la concessione in sanatoria, per cui non si applica nella liquidazione il criterio del valore venale complessivo dell'edificio e del suolo su cui il medesimo insiste, ma si valuta la sola area, sì da evitare che l'abusività degli insediamenti possa concorrere anche indirettamente ad accrescere il valore del fondo.

In materia espropriativa, gli immobili costruiti abusivamente non s... _OMISSIS_ ...i di indennizzo in quanto il proprietario non può trarre beneficio alcuno dalla sua attività illecita.

Ai sensi del D.P.R. n. 327 del 2001, art. 38, comma 2 bis, il diritto all'indennità, a seguito dell'esproprio, non è escluso dalla iniziale abusività dell'edificazione, se l'immobile, alla data in cui interviene l'esproprio, è stato fatto oggetto di una domanda di sanatoria che la pubblica amministrazione non abbia ancora scrutinato: in tale ipotesi occorre cioè che l'amministrazione, per i fini del riconoscimento dell'indennità, effettui una valutazione prognostica circa la formazione del silenzio assenso o circa la sua condonabilità, il cui esito, se positivo, impone di tener conto di esso nella quantificazione di quella indennità, altrimenti restando la stessa rapportata non già alle caratteristiche oggettive del bene sottoposto ad esproprio, ma ad una circostanza del tutto casuale ed insignificante, quale l'avere la P.A. deciso o meno sull'istanza di cond... _OMISSIS_ ...|Il diritto all'indennità non è escluso dall'originaria abusività dell'edificazione, ove l'immobile, alla data dell'esproprio, sia stato fatto oggetto di una domanda di sanatoria non ancora scrutinata dalla P.A., dovendo, in tal caso, quest'ultima effettuare una valutazione prognostica circa la formazione del silenzio assenso o circa la sua condonabilità.

Ai sensi del T.U. n. 327 del 2001, art. 38, comma 2 bis, il quale stabilisce che "ove sia pendente una procedura finalizzata alla sanatoria della costruzione, l'autorità espropriante, sentito il Comune, accerta la sanabilità ai soli fini della corresponsione delle indennità", ciò che deve essere verificato non è l'avvenuto rilascio della concessione in sanatoria, ma "la sanabilità ai soli fini della corresponsione delle indennità". Il che significa che, nel caso in cui sia stata già presentata la domanda di condono, spetta al giudice valutare l'esito positivo della stessa.

Il diritto all'indennità ... _OMISSIS_ ...all'originaria abusività dell'edificazione, ove l'immobile, alla data dell'esproprio, sia stato fatto oggetto di una domanda di sanatoria non ancora scrutinata dalla P.A., dovendo, in ...


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