Approvazione e modifiche al P.R.G.

PIANIFICAZIONE --> STRUMENTO URBANISTICO COMUNALE GENERALE --> PIANO REGOLATORE GENERALE --> APPROVAZIONE

In sede di esame della variante allo strumento urbanistico generale, è legittimo ritenere contraddittoria la condotta del Comune che, dopo aver inserito nel p.u.c. una zona residenziale di espansione includente un lotto assoggettato al vincolo di edilizia convenzionata (nella specie ex art. 79 l. urb. prov. Bolzano), e dopo aver rilasciato la licenza di agibilità per il solo lotto edificato destinato al commercio al dettaglio, con una convenzione urbanistica stipulata con le parti private tenta di eliminare l’obbligo di convenzionamento per consentire l’ampliamento del centro commerciale a discapito della cubatura già dedicata alla residenza convenzionata.

L'adozione del p.r.g. risulta priva di efficacia giuridica se non confermata in sede di approvazione, essendo le sue determinazioni puramente provvisorie e destina... _OMISSIS_ ...entualmente modificate a seguito dell'esame delle osservazioni dei cittadini, sicché non sussiste alcuna aspettativa giuridicamente rilevante e tutelabile davanti al giudice, in quanto l'adozione della variante non ha rilievo se non in via provvisoria.

Il piano regolatore generale è un atto complesso la cui vigenza discende solo dall'approvazione regionale e non dall'adozione da parte del comune.

In caso di contrasto tra Regione e Comune in ordine alla pianificazione urbanistica comunale, non può ipotizzarsi che debba essere l’organo di controllo o di coordinamento a doversi onerare dell’impugnativa degli atti adottati dagli enti coordinati e “disobbedienti”, posto che esso è ordinariamente in grado di agire con i poteri amministrativi implicitamente connessi al ruolo di coordinamento, salva l’eventuale tutela giurisdizionale degli interessi pubblici dell’Ente, siccome ed in quanto illegittimamente coordin... _OMISSIS_ ...LF| La funzione della disciplina transitoria è di regolare il periodo intermedio assicurandosi al contempo che, nelle more del complesso procedimento di approvazione definitiva del nuovo strumento urbanistico, non vengano posti in essere interventi edilizi comportanti una modificazione del territorio tale da rendere estremamente difficile, se non addirittura impossibile, l'attuazione stessa del futuro piano urbanistico

L’art. 8 della Legge n. 1150/1942 contempla un’ipotesi di formazione per silenzio assenso del piano regolatore generale.

Il provvedimento finale di approvazione di uno strumento urbanistico costituisce un atto complesso ed ineguale alla cui formazione concorrono sia la volontà comunale che quella regionale e la partecipazione al procedimento della regione è giustificata dalla necessità di tutelare gli interessi pubblici affidati dall'ordinamento alla stessa.

Il Piano Regolatore Generale è una fattis... _OMISSIS_ ...one successiva e precisamente un atto complesso ineguale in cui confluiscono le determinazioni programmatorie imputabili sia al Comune in sede di elaborazione, sia alla Regione, quale Ente sovraordinato, in sede di approvazione.

Le scelte di pianificazione urbanistica, che si traducono nell’impressione a determinate aree di una destinazione piuttosto che di un’altra, afferiscono alla discrezionalità amministrativa pura, che pertiene unicamente all’ente locale.

Il procedimento di approvazione di uno strumento urbanistico (o di una sua variante) costituisce un atto complesso ineguale in ragione del fatto che deve intendersi la risultante del concorso di diversi atti di volontà, quello di livello comunale, esponenziale e rappresentativo della collettività e degli interessi locali, e quello regionale (e provinciale), espressione di un più ampio potere di indirizzo e coordinamento in materia urbanistica.

È legitti... _OMISSIS_ ...apportata in sede di approvazione provinciale che sia diretta a porre rimedio al sovradimensionamento del fabbisogno abitativo indicato dal piano, in quanto essa non costiuisce una sostanziale innovazione inibita all'organo deputato all'approvazione dello strumento.

L'introduzione di moficihe in sede di approvazione fa decorrere nuovi termini per l'approvazione del piano.

Il termine di approvazione dello strumento urbanistico generale si interrompe ogni qual volta, a seguito di atti adottati dall'ente che ha il compito di approvare il piano, sia restituita, per ragioni formali, procedurali ovvero sostanziali, l'iniziativa al Comune.

Il procedimento di formazione del piano regolatore generale (e delle sue varianti), disciplinato dalla L. 17 agosto 1942, n. 1150 (legge urbanistica), si articola in due subprocedimenti, il primo finalizzato alla sua adozione da parte del Comune, ed il secondo alla sua approvazione da parte della R... _OMISSIS_ ...
Il lungo tempo intercorso fra l’adozione della variante generale al PRG e la sua trasmissione alla Regione non può dirsi caratterizzato da negligenza o incuria amministrativa da parte del Comune, qualora intensa sia stata l'attività svolta e complesso l'iter amministrativo che ha portato all’approvazione definitiva della variante generale.

Il PRG è un atto complesso, sicché, dal momento dell'approvazione regionale, non è più possibile l'interpretazione unilaterale da parte del Comune o della Regione ma essa va effettuata d'intesa tra le due autorità.

Nelle more dell'approvazione nuovo strumento urbanistico in itinere l'attività edificatoria rimane regolata dallo strumento urbanistico vigente ma con il limite che possono essere rilasciati solo i permessi di costruire che non sono in contrasto con le previsioni del nuovo piano.

L’approvazione del piano urbanistico comunale costituisce un atto complesso,... _OMISSIS_ ... la disgiunta e concorde manifestazione di volontà da parte del Comune e da parte dell’Autorità approvante.

La modifica del procedimento di approvazione degli strumenti urbanistici apportata dalla L.R. Marche 16 agosto 2001, n. 19 (in base alla quale l’organo provinciale titolare della relativa competenza è la Giunta) ha natura interpretativa, e quindi retroattiva, limitandosi a chiarire la portata applicativa della normativa previgente senza integrarne il precetto e senza adottare un’opzione ermeneutica non desumibile dalla possibile ed ordinaria esegesi della stessa.

Non può ritenersi meritevole di approvazione uno strumento urbanistico generale nel quale sussistano incertezze circa aspetti qualificanti della regolamentazione di una determinata porzione del territorio comunale, come la volumetria realizzabile e le altezze.

PIANIFICAZIONE --> STRUMENTO URBANISTICO COMUNALE GENERALE --> PIANO REGOLATORE... _OMISSIS_ ...; APPROVAZIONE --> MODIFICHE

La disciplina generale dell’articolo 10 della legge urbanistica 1150/1942, pur consentendo modifiche di ufficio da parte della Regione in sede di approvazione del piano regolatore generale, esige il rispetto dei principi di tutela dell’autonomia locale garantiti dall'art. 5 della Costituzione, dalla legge 142 del 1990, nonché ai principi dei semplificazione e di leale collaborazione.

Si esclude che si possa parlare di rielaborazione complessiva del piano regolatore generale, quando, in sede di approvazione, vengano introdotte modifiche che riguardano la disciplina di singole aree o singoli gruppi di aree.

Nel procedimento di formazione dei PRG le controdeduzioni comunali alle osservazioni, anche ove favorevoli ai privati, sono atti che rivestono semplice funzione endoprocedimentale consultiva e propositiva nei confronti della Regione, alla quale spetta pronunciarsi in maniera definit... _OMISSIS_ ...approvazione del piano; eventuali nuove determinazioni, risultanti dell'esame delle osservazioni presentate, sono quindi idonee ad acquisire contenuto precettivo solo in conseguenza della loro assunzione nel piano definitivamente approvato dalla Regione.

E' escluso che si possa parlare di rielaborazione complessiva del piano, quando, in sede di approvazione, vengano introdotte modifiche che riguardano la disciplina di singole aree o singoli gruppi di aree.

Le modifiche introdotte dalla Regione allo strumento urbanistico generale, ai sensi dell’art. 10 della l. n. 1150 del 1942, non devono essere tali da alterare l'impostazione strutturale dello strumento adottato.

L’art. 10 della l. n. 1150 del 1942 non esclude la possibilità di apportare modifiche, in sede di approvazione dello strumento urbanistico generale, della destinazione d’uso delle aree: non è dunque illegittima la mera declassificazione delle aree s... _OMISSIS_ ...o che questa comporta la modifica della destinazione d’uso originariamente prevista dallo strumento urbanistico.

E' legittima la declassificazione operata dalla Regione in sede di approvazione dello strumento urbanistico generale, da zona produttiva a zona agricola, che trova adeguato fondamento nell’insufficienza del metodo di calcolo utilizzato dal Comune per dimensionare il fabbisogno di aree produttive, di talché le modifiche apportate sottendono la necessità di limitare il consumo di suolo in assenza di esigenze effettive e meritevoli che lo giustifichino.

Le modifiche apportate allo strumento urbanistico generale per ragioni di tutela ambientale apportate non sottostanno in modo rigido ai limiti imposti dall'art. 10 l. n. 1150 del 1942.

Le modifiche introdotte d'ufficio in sede di approvazione del P.R.G., quando non riguardanti innovazioni sostanziali, non richiedono la rinnovazione degli adempimenti procedim... _OMISSIS_ ... alla pubblicazione del Piano.

Laddove la Regione è dotata del potere di inserimento di modifiche negli strumenti urbanistici sottoposti alla sua approvazione (nella specie, ai sensi dell'art. 45 l.r. Veneto 61/1985), non rileva se l’esercizio di tale potere sia stato o meno sollecitato (anche da parte dell’ente che ha adottato l’atto sottoposto ad approvazione), assumendo rilievo solo la legittimità dell’atto concretamente adottato dall’ente (Regione) che ne ha il potere.

Fermo restando che il Comune, una volta adottata la delibera di approvazione del PRG o di una sua variante, ove intenda modificare la propria determinazione, può procedere al ritiro dell’atto e dunque riavviare il procedimento, ciò non di meno, nulla esclude che lo stesso Comune possa segnalare alla Regione quegli aspetti dell’atto adottato che, dal proprio punto di vista, sollecitano un (legittimo) intervento del potere regionale ... _OMISSIS_ ...entra, ovviamente, nella autonoma valutazione della Regione verificare l’effettiva sussistenza delle condizioni per operare la modifica (nella specie, ai sensi dell'art. 45 l. reg. Veneto n. 61/1985), indipendentemente dalla segnalazione/invito del Comune.

Costituisce del pari ius receptum che le regioni, quando intervengono in sede pianificatoria con modifiche d’ufficio a tutela dell’ambiente, esercitano un potere connotato da tratti di amplissima discrezionalità sindacabili solo in presenza di situazioni di abnormità.

La presa d’atto comunale delle modifiche apportate dalla Regione ad una variante al PRG (nella specie, ai sensi della l.r. Puglia 59/1980) realizza quella convergenza di volontà tra amministrazione comunale e amministrazione regionale, quanto ai contenuti del piano regolatore, che consente di ritenere conclusa la relativa vicenda procedimentale, senza che occorrano ulteriori atti da parte della Regione... _OMISSIS_ ... In sede di approvazione di uno strumento urbanistico generale, l’esistenza di una precedente diversa previsione urbanistica non comporta per l’amministrazione la necessità di fornire particolari spiegazioni sulle ragioni delle diverse scelte operate, anche quando queste siano nettamente peggiorative per i proprietari e per le loro aspettative, dovendosi in tali casi dare prevalente rilievo all'interesse pubblico che le nuove scelte pianificatorie intendono perseguire.

In sede di determinazione sulle osservazioni presentate ad esito dell’adozione del regolamento urbanistico, è rimessa alla discrezionalità del Consiglio Comunale la scelta di apportare modificazioni, a prescindere dall’accoglimento delle osservazioni stesse, salvo l’obbligo di riadozione in parte qua del regolamento urbanistico qualora si tratti di modifiche di linee fondamentali dell’atto di governo del territorio.

Le prescrizioni imposte ... _OMISSIS_ ...n occasione del parere reso sul piano comunale (nella specie, il P.G.T. di un Comune della Lombardia) hanno natura provvedimentale, per cui la loro mancata impugnazione conferisce al provvedimento il ruolo di parametro di legittimità incontestabile, alla stregua del quale deve valutarsi il comportamento dell’ente che ne è il destinatario.

Le peculiarità giuridico fattuali dell’infrastruttura prevista nella strumentazione urbanistica sovraordinata (e segnatamente, nella specie, la genericità dei suoi profili localizzativi) non consentono di porre nel nulla le prescrizioni imposte dalla Regione in sede di parere sul piano urbanisti...


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