PRG

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Lo strumento urbanistico comunale generale: natura ed obiettivi

Le previsioni dello strumento urbanistico generale servono a conformare l’edificazione futura e non anche le costruzioni esistenti al momento dell’entrata in vigore del Piano o di una sua variante, ciò facendo con prescrizioni tendenzialmente a tempo indeterminato, in quanto conformative delle destinazioni dei suoli.

Le norme tecniche di attuazione del P.R.G.

Le NTA, in quanto subordinate e meramente esecutive rispetto al PRG, non possono contraddire o modificare le destinazioni previste dal Piano, e quindi non possono modificare la qualificazione urbanistica della zona, limitandosi a rendere attuabili le relative prescrizioni.

Approvazione e modifiche al P.R.G.

Il provvedimento finale di approvazione di uno strumento urbanistico costituisce un atto complesso ed ineguale alla cui formazione concorrono sia la volontà comunale che quella regionale e la partecipazione al procedimento della regione è giustificata dalla necessità di tutelare gli interessi pubblici affidati dall'ordinamento alla stessa.

Il provvedimento di stralcio del P.R.G.

Il cd. stralcio di un piano regolatore generale costituisce uno strumento alternativo alla non approvazione del piano, determinato dall'esigenza di economizzare l’attività amministrativa e di attribuire una regolamentazione urbanistica definitiva anche solo ad una parte, comunque prevalente, del territorio.

Condizioni di legittimità e contenuto del P.R.G.

Il piano regolatore è lo strumento attraverso cui trovano composizione i vari interessi espressi dal territorio e la sua stessa formazione consente l’emersione di quei motivi imperativi di interesse generale ai quali, secondo i principi comunitari, vanno ricondotti i limiti all’esercizio delle attività economiche.

Durata ed effetti del P.R.G.

Nella Regione Friuli Venezia Giulia, le direttive impartite dal Consiglio comunale nella predisposizione di un nuovo PRGC e delle varianti al PRGC in vigore, previste dall'art. 31 della l.r. 19 novembre 1991, n. 52, assumono le caratteristiche di linee guida a contenuto vincolante per quanto riguarda la zonizzazione del territorio.

Le indicazioni grafiche del piano regolatore generale e le prescrizioni normative

In base al principio generale di tutela dell’affidamento, in caso di contrasto tra tavole planimetriche allegate allo strumento urbanistico, il dubbio circa la disciplina di piano da applicare ad un determinata area va risolto nel senso meno oneroso per la proprietà.

La pubblicazione del P.R.G. quale condizione di efficacia normativa

Le prescrizioni del P.R.G., una volta approvate e pubblicate nelle forme previste, hanno valore di prescrizione di ordine generale di contenuto normativo, e come tali sono assistite da una presunzione legale di conoscenza da parte dei destinatari.

Rinnovazione della procedura di approvazione del P.R.G. e sua ripubblicazione

Qualora la nuova disciplina urbanistica dettata a seguito delle osservazioni dell'Ente preposto alla approvazione, non comporti una rielaborazione complessiva del piano, ovvero un mutamento delle sue caratteristiche essenziali e dei criteri che presiedono alla sua stessa impostazione, ma comporti modifiche con incidenza limitata ad una singola area di trasformazione, essa non è tale da stravolgere il piano e comportare nella sostanza una nuova adozione.

Comuni totalmente privi di strumento urbanistico generale: gli standard generali

è opportuno soffermarsi sull’ipotesi della lacuna normativa, che si può presentare in due forme: da un lato, infatti, essa ricorre laddove il territorio comunale sia totalmente sprovvisto di strumenti di pianificazione , ma dall’altro va analizzata anche l’ipotesi in cui, pur essendoci uno strumento urbanistico generale, questo non trovi applicazione in una parte del territorio comunale .

Comuni parzialmente privi di strumento urbanistico generale: le zone bianche

Le origini storiche del fenomeno risalgono al panorama anteriore alla legge ponte, allorché i piani regolatori tendevano a disinteressarsi delle aree extraurbane, che venivano definite zone bianche proprio perché prive di colorazione negli allegati cartografici