Oggetto della tutela del Codice dei beni paesaggistici

PIANIFICAZIONE --> AMBIENTE E PAESAGGIO

Il sistema di principi, cristallizzati da una ormai consolidata giurisprudenza costituzionale e amministrativa, salvaguarda una concezione del paesaggio quale valore “primario”, di “morfologia del territorio” per i contenuti ambientali e culturali che contiene (la cui conservazione è attribuita alla competenza esclusiva statale in separazione funzionale rispetto alla fruizione dello stesso affidata alla competente legislativa concorrente), la cui tutela trova espressione diretta nei piani territoriali a valenza ambientale o nei piani paesaggistici redatti dalle regioni.

Il potere dello Stato di procedere alla dichiarazione di bellezza naturale di zone del territorio in via di integrazione degli elenchi, previsto dall’art. 82, secondo comma, lett. a), del d.P.R. n. 616/1977, abbia natura concorrente e non già sostitutiva e, pertanto, non richieda, per il suo esercizio, l... _OMISSIS_ ...rsquo;autorità regionale delegata.

L’articolo 82 del DPR n.616/1977 (di poi la normativa di cui all’art. 151 del D.Lgs. n. 490/1999 ed oggi quella contenuta nel D.Lgs. n. 42/2004) configura un sistema complesso di tutela del paesaggio, implicante l’intervento sia della Regione che dello Stato, in cui la concorrenza dei poteri è disciplinata dal principio di leale cooperazione.

Assodato che sono diversi i beni tutelati dalla disciplina paesistica e da quella urbanistica, se deve effettuarsi una graduazione tra essi, deve riconoscersi la prevalenza dei primi, alla luce del secondo comma dell’art. 9 della Costituzione, laddove si prevede che la Repubblica tutela il paesaggio.

La tutela dell'ambiente, lungi dal costituire un autonomo settore d'intervento dei pubblici poteri, assume il ruolo unificante e finalizzante di distinte tutele giuridiche predisposte a favore dei diversi beni della vita che nell... _OMISSIS_ ...llocano (assumendo un carattere per così dire trasversale rispetto alle ordinarie materie e competenze amministrative, che connotano anche le distinzioni fra ministeri).

I quadri panoramici naturali vanno protetti nella loro integrità sostanziale sì da non perdere il proprio valore e la unicità, trattandosi di un patrimonio di tutti, che configura un interesse pubblico di valore primario rispetto al quale non possono che recedere gli interessi dei privati con esso dissonanti. Deve essere quindi ritenuta prevalente l’esigenza di salvaguardare ai fini paesaggistici la fisionomia del territorio, considerando con estremo rigore interventi modificatori dello stato dei luoghi con pregiudizio al valore che si intende tutelare.

Oggetto della tutela del Codice dei beni paesaggistici non è, in generale, la cosa in quanto tale, ma il valore paesaggistico del quale essa è portatrice.

Il paesaggio deve essere considerat... _OMISSIS_ ...l suo aspetto visivo.

Il principio fondamentale della tutela del “paesaggio” senza altre specificazioni, impone la conservazione della morfologia del territorio e dei suoi essenziali contenuti ambientali in attuazione del disposto dell'art. 9 Cost.

Il paesaggio deve essere considerato un valore primario ed assoluto, intendosi per «paesaggio» la morfologia del territorio, cioè l'ambiente nel suo aspetto visivo.

È incostituzionale la legge regionale che alteri l'ordine di prevalenza che la normativa statale detta tra gli strumenti di pianificazione paesaggistica, ad esempio prevedendo che il piano del parco possa individuare degli interventi da non assoggettare al nulla osta paesaggistico o per cui lo stesso nulla osta possa essere acquisito mediante autocertificazione di un tecnico a ciò abilitato o ancora individuando procedure autorizzatorie semplificate: la tutela apprestata dallo Stato, nell'esercizi... _OMISSIS_ ...petenza esclusiva in materia di tutela dell'ambiente, viene a funzionare come un limite alla disciplina che le Regioni e le Province autonome dettano nelle materie di loro competenza.

La peculiare caratteristica di conformazione del territorio a fini di tutela paesaggistica dei piani urbanistici di nuova generazione comporta che in tali strumenti assume rilevanza determinante la fase di ricognizione delle qualità intrinseche del territorio disciplinato, ed il conseguente quadro cartografico.

Il bene ambiente o paesaggio (termini che, dopo una decennale evoluzione normativa e giurisprudenziale, possono considerarsi pressoché equivalenti) si può e si deve tutelare anche con lo strumento urbanistico, nel cui ambito è dato ritrovare i più vari beni tutelabili dall’ordinamento.

PIANIFICAZIONE --> AMBIENTE E PAESAGGIO --> AREE PROTETTE

Le zone umide, seppur non comprese nell’elenco di cui alla lett i... _OMISSIS_ ... del D.Lgs. 22/1/2004 n. 42, risultando assimilabili ai laghi o alle acque demaniali restano soggette alla disciplina paesaggistica, non rilevando la mancata inclusione nell'elenco, la cui funzione è quella di individuare e tutelare l'habitat degli uccelli acquatici.

Le aree ricomprese in un sito di importanza comunitaria (SIC) ovvero in una zona di protezione speciale (ZPS) non possono essere ascritte alla nozione di aree protette di cui alla legge quadro n. 394 del 1991: le disposizioni che disciplinano l’istituzione delle ordinarie aree naturali protette, anche per ciò che riguarda il coinvolgimento dei diversi livelli di governo interessati, non trovano infatti applicazione in relazione alla delimitazione delle Z.P.S. per le quali si applicano le diverse disposizioni, di matrice comunitaria, relative alla rete ecologica europea denominata “Natura 2000”.

E' illegittima la delimitazione dell'area naturale protetta assunta... _OMISSIS_ ...o contraddittorio con i Comuni interessati.

I parchi nazionali, essendo stati istituiti e delimitati con appositi provvedimenti pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale non necessitano della tabellazione perimetrale prevista dalla L. n. 157 del 1992, art. 10 al fine di individuarli come aree in cui è vietata l'attività venatoria, gravando in tal caso su chi esercita la caccia l'onere di individuazione dei confini dell'area protetta all'interno della quale si configura il reato di cui all'art. 30, comma 1, lett. d), in relazione al divieto di cui alla suddetta legge, art. 21, comma 1, lett. b).

La disposizione contenuta nella L. n. 157 del 1992, art. 10, comma 9, in quanto norma di carattere generale, non lascia spazio alle Regioni nella scelta, in relazione alle aree protette dalle medesime istituite, dello strumento necessario all'individuazione dei relativi territori, costituito da tabelle, ovverosia segni esteriori visibili posti a delimitazio... _OMISSIS_ ... aree, dai quali soltanto, ferma restando la potestà normativa degli enti locali nella regolamentazione delle modalità di apposizione (recinzioni, cartelli, etc.) e delle distanze, discende l'opponibilità ai terzi.

In sede di individuazione delle aree e delle zone sottoposte a tutela ambientale gli enti locali hanno ampia discrezionalità in sede di pianificazione urbanistica, salvo i casi di manifesta illogicità o irrazionalità.

L'art. 11, co. 3, lett. c) legge 394/1991 stabilisce, in linea di principio, il divieto assoluto di modificare il regime delle acque nelle aree naturali protette: la norma in questione ritiene, in forza di presunzione assoluta, che tali interventi siano di per sé idonei a compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati e, di conseguenza, li vieta in astratto ed indipendentemente da ogni apprezzamento circa la relativa concreta pericolosità.

Le deroghe ai divieti di cui al... _OMISSIS_ ...3, legge 394/1991 possono essere contenuti solo dal Regolamento del Parco e non dalle N.T.A. del Piano del Parco.

L'art. 12, co. 2, lett. b), legge 394/1991 stabilisce in termini assoluti e perentori che nelle riserve generali orientate del parco è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio: pertanto, sono irrilevanti le modalità di esecuzione del manufatto o la circostanza che lo stesso non arreca pregiudizio ai beni protetti.

Le «utilizzazioni produttive tradizionali» consentite nelle riserve generali orientate vanno identificate in quelle attività «agro-silvo-pastorali e tradizionali», la cui salvaguardia è specificamente promossa dall'art. 1, co. 3, lett. b), legge 394/1991 al fine della realizzazione di un'equilibrata e compatibile integrazione tra uomo e ambiente naturale.

Non è possibile considerare «utilizzazio... _OMISSIS_ ...radizionale», meritevole di valorizzazione in area di «riserva generale orientata», un'attività imprenditoriale tesa alla produzione di energia elettrica seppur da fonte rinnovabile.

È illegittima la legge regionale che non prevede, ai fini della ridefinizione delle aree contigue dei parchi naturali regionali, la preventiva intesa con l’organo di gestione dell’area protetta, a differenza di quanto, invece, è stabilito dall'art. 32, co. 2, della legge statale 394/1991.

Tra le finalità della disciplina normativa posta a tutela delle aree naturali protette rientra anche quella di promuovere il territorio degradato.

La competenza in tema di aree protette appartiene in via esclusiva allo Stato, e non sono perciò ammesse iniziative delle Regioni di regolamentare nel proprio ambito territoriale la materia pur in assenza della relativa disciplina statale.

La Regione non può attribuire al Co... _OMISSIS_ ...le il potere regolamentare in materia di parchi, che la legge 394/1991 riserva alla competenza dell'Ente Parco.

La Regione non può dettare una normativa che prevede che gli Enti Parco Regionali, fino all'approvazione del piano del parco, possano adottare provvedimenti specifici anche in deroga al divieto di attività e opere che possano compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati stabilito dall'art. 11, comma 3, legge 394/1991.

Con le aree protette non si creano diritti demaniali su beni altrui, ma vincoli finalizzati alla tutela del paesaggio e della salute dei consociati.

PIANIFICAZIONE --> AMBIENTE E PAESAGGIO --> AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE

La Regione Puglia è l’unico soggetto competente a provvedere all’eventuale progetto con efficacia di variante urbanistica di cui all’art. 208 del d.lgs. n. 152/2006, non avendo la stessa Amministrazione del... _OMISSIS_ ...ince, insieme a quelle ambientali, anche le funzioni urbanistiche.

L’AIA e la valutazione di impatto ambientale producono gli effetti dell’autorizzazione unica ex art. 208 co. 6 del D.Lgs. 152/2006, costituendo, ove occorra, “variante allo strumento urbanistico” in relazione alla destinazione dell’area di localizzazione dell’impianto.

La valutazione integrata ambientale deve intervenire nella fase precedente l’adozione di una variante urbanistica e non in quella precedente l’approvazione della stessa.

Per ogni “impianto”, come definito prima dal d. lgs. 18 febbraio 2005 n°59 e poi dald.lgs. 29 giugno 2010 n°128, serve una distinta AIA.

La VIA positiva è presupposto del rilascio dell’AIA.

Il termine di 150 giorni per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale non ha natura perentoria, per cui il “ritardo&rdquo... _OMISSIS_ ...e in tali casi non comporta né la decadenza dalla potestà amministrativa né l’illegittimità dell’atto tardivamente adottato.

PIANIFICAZIONE --> AMBIENTE E PAESAGGIO --> PERCORSI ECOLOGICI

Un percorso ecologico è un sentiero, più o meno dotato di attrezzature in relazione alla sua specifica natura, che si snoda in aree particolarmente significative sotto il profilo paesaggistico, storico–testimoniale, e dell’esame delle funzioni di relazione tra l’uomo, gli organismi vegetali ed animali e l’ambiente in cui vivono.
Il presente articolo è un'aggregazione di sintesi di pronunce giudiziali estratte da un nostro codice o repertorio, nel quale le sintesi qui visibili sono associate agli estremi e agli estratti originali delle pronunce a cui si riferiscono (vedasi il sampler del prodotto). Possono essere presenti sintesi ripetitive o similari, derivanti da pronunce di contenuto ripetitivo o similare.